V. Appena in tempo

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HARRY

Vidi il biondo davanti a me afferrare il cellulare. Avrei voluto impedirglielo perché lì fuori c'erano delle persone che ci volevano morti, ma ci serviva aiuto. Doveva chiamare suo padre e doveva farlo subito.

«Papà?» Lo sentii dire poco tempo dopo. «Manda degli uomini, a casa di Harry ci hanno attaccati. Siamo circondati».

Sentii solo questo perché poi fui costretto ad uscire. I passi si intensificavano e non avevo nessuna intenzione di farli entrare dentro casa. C'erano James e Scorpius e farli trovare non era un'opzione.

Mi misi a un lato della porta e vidi Draco raggiungermi poco dopo: si posizionò dall'altro lato della porta così che avessimo una visuale di quello che stava accadendo là fuori. L'unica cosa che eravamo riusciti a vedere era che erano almeno in sei e possedevano delle armi da far tremare il culo anche a Dio in persona e noi con delle misere pistole avevamo ben poche speranze.

«Cristo!» Sbottai prendendo un respiro frustrato. «Voglio proprio vedere come cazzo facciamo!»

Draco si affacciò e puntò l'arma fuori sparando tre colpi che presero il nulla totale. «I nostri genitori stanno arrivando» mi rispose poi. «Dobbiamo resistere solo qualche minuto».

«Ce li vorrei vedere loro a resistere con sei persone che ti vogliono morto e che hanno delle armi con cui possono farti fuori in un batter d'occhio» sbottai ancora.

Sporsi la testa e i miei occhi lo videro. Il bastardo. L'infame. Li sgranai e il cuore prese a battere furiosamente. Non per l'ansia. Non per la preoccupazione. Ma per la rabbia.
Ringhiai prepotentemente e stavolta fu il mio turno di affacciarmi per sparare dei colpi.

«Karl!» Urlai fuori di me. «Giuro che ti ammazzo, pezzo di merda!»

Draco, al mio fianco, sgranò anche lui gli occhi e si affacciò per constatare se quello che avessi visto io fosse effettivamente vero e quando si accorse del fatto che avessi ragione, allora lo vidi irrigidirsi. Era venuto a cercarci. Il bastardo che aveva ucciso Astoria e poco tempo dopo Ginny, era venuto a cercarci per uccidere e uccidere i nostri figli. Avevo la mente annebbiata e sentivo solo rabbia. Se solo non avessero avuto tutte quelle armi, sarei già uscito fuori da quella casa e lo avrei ammazzato a mani nude.

«Calmati, Harry» mi disse il biondo al mio fianco. «Lo ammazziamo insieme quel pezzo di merda, te lo giuro».

Annuii e presi un lungo respiro per cercare di calmarmi. Fortunatamente, in quell'esatto istante, sentimmo degli spari e poi dei passi raggiungerci. Non mossi un muscolo perché sapevo fossero i nostri genitori.

Infatti, in poco tempo, le mani dolci di mia madre furono sul mio viso e le braccia delicate di Narcissa avvolsero Draco.
Delle lacrime avevano rigato il mio viso senza che potessi rendermene conto e ora sembrava che tutto si fosse alleggerito.

«Dove sono i bambini?» Chiese mia madre.

Trovai il coraggio di muovermi e la guidai nel punto in cui James e Scorpius si erano nascosti. Prima che potessi aprire qualsiasi cosa però, la donna mi bloccò e con sguardo preoccupato mi guardò il braccio fasciato da quel pezzo di lenzuolo.

«Stai bene, tesoro?»

Annuii. «Sì, è solo un graffio» dissi prima di alzare una delle tante mattonelle. Lì sotto, rannicchiati in un angolo, c'erano James e Scorpius ed erano più spaventati che mai.

Li aiutai ad uscire prendendoli in braccio e il primo si affrettò a stringersi fra le mie braccia per cercare anche solo un minimo di protezione.

«Stai bene papà?»

«Sì amore, sto bene. E tu?»

Annuì. «Ho avuto tanta paura».

«Lo so campione, lo so» sussurrai accarezzandogli la schiena. «Va tutto bene però adesso, mh?»

Il bambino annuì ancora fra le mie braccia e mi diressi verso il salotto dove trovai Scorpius già stretto fra le braccia del biondo.
Li raggiunsi in pochi passi.

«Harry, tesoro» mi chiamò Narcissa. «Lasciate a me e a Michelle i bambini, per questa sera ci pensiamo noi» mi disse. «Sono spaventati a morte».

Sospirai e debolmente annuì. «È meglio stiano lontani da qua per stasera, casa è inaccessibile».

Mia madre annuì e mi depositò un bacio fra i capelli. «Va tutto bene tesoro mio, lo sai?»

Sospirai ancora e annuii non troppo convinto. «Lo so».

Pochi istanti dopo, da quella porta entrarono Lucius e Edward, mio padre. Sembravano apparentemente tranquilli, ma mio padre era più preoccupato che mai.

«Cara, è meglio se tu e Narcissa andate a casa con i bambini. Io, Draco, Harry e Lucius dobbiamo parlare» disse mio padre facendo annuire sia me, Draco e le due donne.

Salutai con un bacio sulla guancia James e Draco abbracciò Scorpius depositandogli anche un bacio sulla fronte. Le nostre madri raggiunsero la macchina e, solo dopo aver sistemato i bambini, sfrecciarono via. Per quella sera, era giusto così.

«Siete stati bravi, ragazzi» mi diede una pacca sulla spalla mio padre. «Questa situazione poteva andare a finire molto male, e invece avete avuto il sangue freddo per affrontarla» si complimentò.

Era vero, sarebbe potuto andare tutto molto peggio e invece eravamo riusciti a cavarcela.

«Karl è stato preso dai miei uomini» intervenne Lucius. «Lo rinchiuderanno nella cantina del Manor, me ne occuperò io».

Draco ed io annuimmo, non in grado di dire o fare qualcosa. Eravamo scossi, frastornati e tutto quello che era successo ancora non ci era troppo chiaro. Era successo tutto troppo in fretta.

«Ragazzi, che succede?» Chiese poi mio padre. «Siete... strani».

No. Quello era troppo. I miei occhi scattarono verso di lui e li assottigliai. «Strani dici, papà?» Attaccai. «Beh, sai com'è, mi sono appena entrati in giardino, mi hanno spaccato casa, c'è voluta una briciola e ci avrei rimesso io, James, Draco e anche Scorpius. Stavamo per essere ammazzati, cazzo!» Urlai. «L'obiettivo ero io, Karl era venuto qui per me e ha avuto la fortuna di beccare anche Draco con suo figlio... pane per i suoi denti» commentai. «Abbiamo visto una granata scoppiarci davanti, stavo per rimetterci un braccio, ero terrorizzato per James e tu vieni qui a dirmi che siamo strani?» Sbottai ancora. «Ma come cazzo ti viene in mente?!»

L'uomo sospirò. «Ok, forse hai ragione ma-...».

«Forse ho ragione?» Ripetei la sua frase totalmente incredulo. «Non erano questi i patti, papà. Qui con me abita un bambino! C'è mio figlio! Tuo nipote!» Gli puntai il dito contro il petto. «E stavamo per essere ammazzati tutte e due!» Continuai. «Possibile che non te ne importi niente?»

«Harry, calmati. Possiamo parlarne da persone civili» provò a dire ma io ero fuori di me. Non stavo capendo niente, sentivo solo rabbia e tristezza. Nient'altro.

«Io ho accettato di ereditare tutto questo ma le sparatorie, le appostate sotto casa non erano incluse! Io spaccio droga, non ammazzo persone! Ti è chiaro?» Continuai ad urlare. «Devi togliermi di torno tutto questo se vuoi che continui a prendermi la tua merda perché se fossi stato solo, non me ne sarebbe importato un bel niente, ma con James mi importa. Quello che succede a me, succede anche a lui» dissi. «Ogni dispetto che fanno a me, lo fanno anche a lui: Ginny non è stata strappata via solo a me ma anche a lui. Lo capisci questo, sì o no?»

«Sì ma-...».

«Ma niente, Edward» intervenne Draco. «Harry ha ragione».

IG: @acciodanjel 🦋

KINTSUGI - 𝒅𝒓𝒂𝒓𝒓𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora