24 (Vale's POV)

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Adesso ho capito da dove ha preso Sofia: anche i suoi nonni non scherzano quando si parla di libri! Infatti le loro valigie erano piene di ricettari, settimane enigmistiche e altri libri antichi che non ho riconosciuto. Io adoro quei due, ma chiunque adorerebbe dei nonni che ti invitano con tutta la tua banda di amici a mangiare lasagne con secondo, contorno e dolce, il tutto fatto a mano dopo un estenuante viaggio.

Will mi sembrava un po' spaesato, sia dalla loro cordiale accoglienza sia dal fatto che non capiva un accidente di quello che stavano dicendo. Io, Sofia e qualche volta anche Nico (il suo italiano è un po' arrugginito) facevamo a turno per diventare i traduttori reali di mio fratello.
Dopo il sontuoso e abbondante pranzo, mi sentivo assopita, pronta per il riposino.
Ahhh, una bella siesta era tutto quello che mi ci voleva!

Peccato che arrivò Sofia a rovinare tutti i miei piani di soave far-niente: una bella gita guidata dal nostro Cicerone personale (ovvero lei).
Più che una piacevole scampagnata, mi era sembrata più un tour de force...
Sapete, quando la tua migliore amica vuole visitare qualsiasi luogo dove abbia messo piede un antico romano/greco e ti trovi in un'isola circondata a destra e a manca di opere antiche...

Quando Sofia spiega le cose ha due modalità: la cospirazionista che vede collegamenti e coincidenze dappertutto e la dolce guida turistica che spiega con calma e passione.
Indovinate quale mode aveva attivato? Esatto. Quella da psicopatica ossessionata dalla storia.

"Dai, Bro, fermiamoci da qualche parte!" La supplicai.
Sappiatelo: ho dato a Sofia dieci miliardi di soprannomi e questo è quello che odia di più.
"Al massimo Sis..." Precisò subito irritata. "Sei sicura Broooo~" continuai ad inzigarla io.
Lei sospirò alzando gli occhi al cielo.

"Vale, hai qualcosa tra i capelli!" Mi disse Will. Mi fermai spaventata: era un ragno o una cimice o un altro schifosissimo insetto!?
Anche Nico e Sofia si erano avvicinati e quest'ultima aveva avvicinato la mano alla cosa che avevo in testa, per poi ritrarla trattenendo un gemito di dolore.

"Mi ha morso." Non era spaventata, ma curiosa, come pronta ad analizzare una nuova specie animale.
Con una lentezza esasperante presi la cosa, che era in realtà una cosetta, tra le mani e la guardai.
"È uno scoiattolo volante!?" Domandai. "Un petauro dello zucchero, per la precisione" aggiunse Sofia puntigliosa.

L'animaletto era tenerissimo, dagli occhi neri e lucidi e un pelo marroncino morbidissimo. Gli accarezzai la testolina. "Le piaccio!" "Gli piaccio - mi corresse Sofia - è un maschio. Guarda la testa, se ha una zona priva di peli sulla testa è un maschio come dico io."
"Da come ha reagito direi che è selvaggio - continuò a spiegare lei - e, siccome non è un animale autoctono, giungo alla conclusione che è stato comprato da qualcuno clandestinamente e o è fuggito oppure è stato abbandonato."

"E il destino l'ha portato da me!" Conclusi io il suo discorso che stava tirando per le lunghe.
"Perché dormivi piccolino?" Gli domandai accarezzandolo. "Loro sono animali notturni: dormono di giorno e di nott-" "E di notte diventano guerrieri mascherati pronti a sconfiggere il male e le angherie degli uomini!?" Continuai io scherzosa.

"Dovresti dargli un nome" suggerì Nico. "Già!" Assentì Will.
"Che ne dici di Leonardo Da Vinci!? - propose Sofia - Se è troppo lungo puoi sempre chiamarlo Leo!" Scossi la testa. "Dai è così carino come nome, lo faresti in onore di Leonardo da Vinci!" Continuò lei imperterrita.
"Sinceramente pensavo a un nome più spaventoso e terrificante... Lucifero?!" Mi guardarono tutti male.

"Che c'è!? Lo accorcerei in Lucy" mi difesi. Loro mi scoccarono ancora quello sguardo, poi Sofia parve avere l'illuminazione: "Ci sono! Chiamalo Icaro!" "Icaro... - mormorai - Come la canzone "Icarus" dei Bastille? Quella che parla di un ragazzo che vola troppo vicino al sol- ahhh quell'Icaro!" "Dai ti prego, ti prego! Chiamalo Icaro! Lo spirito di Icaro potrà volare, almeno con lui!" Mi supplicò lei. "Uffa! Lo chiamerò Icaro... Solo perché non mi viene in mente nessun altro nome!"

"Bene, dopo questa breve interruzione... Possiamo continuare il nostro tour!" Proclamò Sofia.
Fortunatamente incontrammo casualmente i nonni di Sofia (mi ero sbracciata per farci notare) e loro, vedendoci subire le angherie della loro nipotina, ci avevano offerto una focaccia. Mmm... Era deliziosa!

Rientrammo a casa e preparammo la tovaglia sulla veranda all'aperto. Il cielo stava diventando rosso sangue e rosino e delle civette si stavano richiamando con il loro cupo stridio.
"Sono delle Athene Noctua" spiegò Sofia. "E per noi comuni mortali?" Feci io. "Civette, semplici civette" rispose lei.

Poi fu come folgorata da un'illuminazione (la seconda di oggi) ed esclamò: "Mi sono dimenticata di fare l'ispezione della Villa Jovis! Volevo perlustrare la zona, prima della nostra sortita..."
"Mmh... Già, che peccato, - la consolai - però non farci fare un altro tour de force!"
"Chiedi alle civette - propose Nico apparso dal nulla seguito da Will - forse ti ascolteranno, no?!"

Sofia si avvicinò al tetto di una casa e le chiamò, loro si voltarono e una planò giù leggiadra. La mia migliore amica le parlò del nostro problema e l'altra volò in direzione della villa.
Sofia aveva utilizzato un tono formale e allo stesso tempo dolce, forse era questo che aveva convinto la civetta.
Una volta tornata indietro, si appoggiò sulla spalla di Sofia usandola come trespolo e poi tornò dalle altre civette.

"Tutto qui!?" Esclamai indignata, io oggi avevo ottenuto una specie di animaletto domestico (lo scoiattolo volante che si stava in quel momento risvegliando tra i miei capelli), mentre Sofia aveva comunicato con gli animali sacri di sua madre (non il primo animale che trovi impigliato fra i capelli) e loro l'avevano aiutata per poi tornare a fare le solitarie in gruppo.

"Pazienza... Va tutto bene... - mormorò lei, più a sé  stessa che a me - Hanno anche loro bisogno del loro tempo da sole..." "Almeno vuoi dare un nome alla civetta che ti ha aiutata?" Cercai di tirarle su il morale. Lei annuì con gli occhi splendenti, "la chiamerò Glaux!"

*Nota dell'autrice:
Questo è un petauro dello zucchero:

*Nota dell'autrice:Questo è un petauro dello zucchero:

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Mentre questa un'Athene Noctua:

In teoria Sofia avrebbe spiegato dopo il significato del nome della civetta, ma ve lo spiego io adesso in breve:
Glaukopis (γλαυκώπις) è uno degli epiteti di Atena più usato e significa "con lo sguardo scintillante".
La parola glaux (γλαύξ), ovvero civetta, deriva dalla stessa radice.

L'Imperatore delle CeneriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora