27 (Sofia's POV)

31 2 11
                                    

Perché? Perché mi era successo? E cosa mi era successo!?
Stavo morendo dalla vergogna... Forse ero anche arrossita... No, no, sarò diventata paonazza!
Desiderai che Ade mi togliesse la terra da sotto i piedi per portarmi negli Inferi come aveva fatto con Persefone, ma, nonostante il mio imbarazzo fosse tanto, il dio non accontentò la mia preghiera.

Frugai nel mio zainetto e trovai quello che cercavo: una bustina di zucchero.
Non è come Nettare o Ambrosia, ma è perfetto per situazioni come la mia.
Mangiai tutto lo zucchero e sentii l'energia ritornare. Poi vidi Romolo e per un istante temetti che il mio cervello sarebbe andato in cortocircuito. Di nuovo.

Cosa mi stava accadendo!?
Il giovane Imperatore, con addosso dei vestiti normali, sembrava ancora più indifeso e innocente. Certamente i suoi occhi dolci e scuri come cioccolato non aiutavano...
Oh, no! Sto ancora divagando!

"Sofia che gusti vuoi?" Chiese Vale una volta arrivati in una gelateria vicino alla spiaggia. "Oh, il solito..." Risposi sovrappensiero. Poco dopo avevo fra le mani un gustoso cono menta e liquirizia. Liquirizia, come il colore dei capelli di Romolo...

Mi voltai verso di lui: si era avvicinato titubante il gelato alla bocca e l'aveva assaggiato velocemente.
Poi aveva iniziato a mangiarlo con gusto, per poi essere fermato da Vale che diceva "Ehi! Guarda che se lo mangi troppo in fretta ti si ghiaccia la testa!"

Lui la guardò con occhi spaventati e subito tentammo di tranquillizzarlo.
Gli avevamo spiegato alcune cose, sul mondo di adesso, ma non eravamo arrivati ancora all'argomento più delicato: i nostri genitori divini.

Stavo per iniziare a parlarne, quando si avvicinò a noi un ragazzino, più o meno della nostra età.
"Ciao! Io sono Adriano! Vedo che siete in cinque... Vorreste fare una partita a beach volley con noi!?" Esclamò indicando i suoi amici che lo aspettavano in spiaggia con un pallone in mano.

"Certo!" Rispose Vale entusiasta. Anche Will, dopo la veloce traduzione di Nico, aveva iniziato ad elettrizzarsi.
Ormai avevano deciso per il sì...
"Ok, dacci un po' di tempo per finire il gelato e spiegare le regole a lui, poi vi raggiungiamo!" Conclusi io.

Una volta che Adriano si fu allontanato abbastanza iniziai a parlare: "Tu, Cesare, dovrai usare un altro nome perché Romolo è un nome troppo inusuale..." "Che ne dici di Rome? Oppure Lolo!? No, no, aspetta! Che ne dici di Romeo!?" Propose eccitata Vale. "Sinceramente avevo pensato a Cesare, così non dobbiamo cambiare di troppo..." Ammisi.

Ci voltammo tutti verso Romolo, toccava a lui l'ardua sentenza.
"Oh-ehm... Non lo so..." Mormorò lui, colto di sorpresa. Probabilmente nessuno aveva mai preso decisioni su di lui con lui, povero piccolo Imperatore... "Pazienza... Hai vinto tu, che Cesare sia" scelse per lui Vale.

Gli spiegammo velocemente le regole di pallavolo con i vari fondamentali. Il giovane imparava velocemente e si abituava a quel nuovo stile di vita in fretta, facendo spesso deduzioni che si rivelavano corrette.
Adoravo il suo metodo di apprendimento rapido e deduttivo.

Con i piedi tra la sabbia ci incamminammo verso il campo da volley. I ragazzi di prima si presentarono: Adriano, Marco, Tito, Giulia e Tea.
"Andateci piano che è la sua prima volta" chiese loro Vale, accennando l'Imperatore con la testa.

Io ero a fare la battuta. La prima la mandai fuori (il campo era veramente piccolo), ma la seconda fu perfetta: un  colpo rapido, veloce, al limite del campo. "Whoa! - esclamò uno di loro - Ci hai fatto credere di essere debole nella prima battuta per poi schiacciarci nella seconda!? Bella tattica!"

Al posto di fare la persona normale e vantarmi della mia splendida tattica, rimuginai sopra la frase.
E se anche i barbari avessero fatto così? Forse gli avevo sottovalutati... Forse, il fatto che il salvataggio dell'Imperatore era stato veloce e indolore, significava che ci avevano lasciati andare... Ma perché!?
La spada, lo sapevo che c'entrava qualcosa! Devono volerla a tutti i costi!

"Ehi, Sofia! Attenta!" Mi richiamò alla realtà Vale. Troppo tardi, la palla mi passò accanto, senza che io mi muovessi di una virgola. "Terra chiama Sofia... Dov'eri finita!?" Domandò Vale. "Ne parleremo dopo..." Mormorai in risposta.
In questa giornata non la smettevo di mettermi in imbarazzo.

"Lost in a galaxy far far away?" Mi domandò Will dopo la partita. Avevamo finito un pareggio sudato, del resto come avremmo potuto vincere con una che sta nel paese dei pensieri angoscianti al posto di giocare!? "You have a lot to learn, young Padawan..." Gli risposi.

Ogni volta che qualcuno provava a capirmi, falliva miseramente, nonostante il suo impegno ad empatizzare e il mio a aprirmi un po' di più. Quindi sì, in fondo aveva ragione: ero persa in una galassia lontana lontana... Quella dei miei pensieri.

Ovviamente dopo la partita avevamo sete e chi ha rovesciato l'unica borraccia d'acqua tutta sulla faccia della sottoscritta? Vale. Però è colpa mia: non posso svenire a random... Che vergogna!

I nonni ci accolsero, nonostante fossimo tutti sudati, con un membro in più e, orrore, con i piedi che portavano sabbia ovunque.
Mentre aiutavo a preparare la tovaglia nella veranda, mi accertai che le civette facessero le solite cose...

Avevano una sorta di rituale: quando noi apparecchiavamo, loro sbucavano fuori dalle loro tane e iniziavano a chiamarsi, come in una specie di appello, dopo Glaux si voltava verso di me per cinque secondi buoni per poi tornare con le sue compagne.
Magari era il modo di mia madre di farsi sentire... So che sono rigida e tutto, ma la speranza è l'ultima a morire!

*Nota dell'autrice:
Giusto un chiarimento: gli imperatori dell'antica Roma venivano chiamati Cesari in onore di Caio Giulio Cesare ("guardati dalle Idi di Marzo~") ed è per questo che Sofia chiama Romolo Cesare, non perché sia uno dei suoi tanti nomi (Flavio Romolo Augusto).

Avete trovato qualcosa di strano nei nomi dei ragazzi di pallavolo?

L'Imperatore delle CeneriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora