Voglia di casa

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"Ci sono certi sguardi di donna che l'uomo amante non scambierebbe con l'intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà quell'attimo".
Gabriele D'Annunzio da "Il piacere"

Foresta Incantata
2015

Emma aprì gli occhi lentamente.
Infastidita dalla luce del sole dell'alba che filtrava dalla finestra aperta, illuminando l'enorme e principesca stanza da letto del castello dei suoi genitori.

Si portò immediatamente un braccio sugli occhi e nel movimento sfiorò il corpo steso accanto al suo.

Non poté fare a meno di sorridere, ripensando alla notte appena trascorsa.
Killian si era intrufolato in camera sua in serata tarda, arrampicandosi dalla finestra.

Il realtà sarebbe tranquillamente potuto entrare dalla porta, ma si era fissato con la storia che doveva far buona impressione su David.

"Non ti sembra un po tardi per questo?"gli aveva detto lei.

E lui si era limitato ad uno dei suoi sorrisetti birbanti, come per dire che gli andava così.

E come poteva contraddirlo?

La verità era che Killian, dopo l'esperienza ravvicinata con Emma oscura, sentiva sempre di dover dimostrare a tutti, e soprattutto a lei, di meritare il suo amore.

Fatto sta che dopo essersi scambiati qualche parolina, erano finiti come sempre a letto.

Emma non riusciva ancora a crederci.
Poter parlare, sfogarsi, dividere la quotidianità con un'altra persona, non era ancora facile per lei...
Litigavano e discutevano di continuo, non erano mai d'accordo su niente, ma anche dopo lo scontro peggiore, finivano sempre a fare l'amore finché non si addormentavano entrambi, esausti.

Com'era successo anche quella notte.

Ed Emma adorava svegliarsi prima di lui, per poterlo osservare da vicino.

Il respiro regolare muoveva dolcemente il suo petto nudo.
Le lenzuola lo coprivano dalla vita in giù, lasciando intravedere la leggera curva dell'inguine.

Era stupendo.

Ed era suo.

Quando dormiva, Killian perdeva la sua aria arrogante.
Era puro e innocente.

Per quanto pura potesse sembrare la persona che riusciva a farle prendere fuoco con un solo sguardo.

Seguendo il profilo delle sue labbra con un dito, Emma si chiese come doveva essere stato da piccolo.
Sapeva ben poco del suo passato, quasi nulla, dei suoi genitori, della sua infanzia.
Ma qualcosa le diceva che i suoi non dovevano essere ricordi molto felici.
Quando a volte le veniva in mente di fare delle domande, lui si metteva sulla difensiva, rispondeva vago, stroncando il discorso.
Lei lasciava perdere.
Lo capiva, se lui non era pronto a parlare del suo passato, lei non l'avrebbe forzato.
Com'era successo con la storia di Ursula, Killian si sarebbe aperto a suo tempo.

Le labbra del ragazzo si sollevarono in un sorriso. Aprì un occhio spiandola e regalandole un piccolo spruzzo di cielo.

"Buongiorno Capitano."

Lui baciò il dito che era ancora sulla sua bocca e rispose con voce assonnata.

"Buongiorno principessa."

Lei si chinò a baciarlo con passione...e lui l'abbraccio' portandola su di sé.
Lei rise stiracchiandosi.

"Potrei abituarmi a questi risvegli sai."

"E sarebbe così male?"

"Per te lo sarebbe?"

Lei rispose sottovoce:

"È solo che...non ci sono così abituata."

Lui le spostò i capelli dalla fronte.

"Vuol dire che prenderemo nuove abitudini."

Emma lo guardò seria.

"Swan?"

"Stavo pensando che...è già un mese che siamo qui e per quanto io adori giocare a fare la principessina in tournée..."

Arriccio' il naso sarcastica e lui rise.

"... dobbiamo tornare a Storybrooke Killian. Al più presto! "

"Se è ciò che vuoi tesoro."

"Sì beh, un po' mi manca. E poi..."

"E poi qui non ti senti a tuo agio."

Emma sbuffo' appoggiando la testa sul suo petto.

"Già."

"E non hai il coraggio di dirlo ai tuoi."

"Loro sono così felici, così nel loro ambiente, a casa, ma questa è la loro vita. Non la mia."

Killian passò le dita tra i suoi capelli.

"Lo capisco Swan. Quando sei andata a New York e noi siamo tornati qui, sentivo che per me non c'era niente nella Foresta Incantata. Mi sentivo fuori luogo e sono andato a cercare la mia nave...per colmare un po' quel vuoto."

"E lì hai ritrovato la tua casa?"

"Lo sai, no. Qui non c'era niente, come non ci sarebbe stato niente in nessun'altro posto...senza di te."

Lei sollevò lo sguardo e gli sorrise.

Riusciva ancora a sorprendersi di tanta devozione.

Lui continuò.

"E così, sono venuto a riprenderti e ho cercato di ambientarmi nel tuo mondo. E mi ci sono trovato bene. Quindi..."

Le pizzico' il naso.

"Se è quello che desideri, possiamo partire domani stesso e andare nella Terra dei Principi, dove sicuramente avremo modo di trovare dei fagioli magici."

"È quello che voglio."

Lo sguardo si spense.

"Swan, che c'è? "

"Non so come la prenderanno i miei genitori."

"Già. Non mi sembrano così ansiosi di andarsene."

"Anzi! Direi che stanno facendo di tutto per farmi piacere questo posto e convincermi a restare."

"Beh tesoro, dovranno farsene una ragione."

Un colpo alla porta li fece sobbalzare.
La voce di Mary Margaret oltrepasso' lo spesso strato di legno.

"Emma! Sei sveglia?"

I due saltarono giù dal letto.
Killian si infilò i pantaloni mentre Emma si copriva con il lenzuolo.

"Merda! Merda! Merda!"

Emma rise.

"Ma guardati, trecento anni e sembri un adolescente."

Killian si diresse alla finestra, girandosi per stamparle un bacio sulle labbra.
Alzando un sopracciglio, le sorrise impertinente.

"Fai poco la spiritosa Swan. Ci vediamo dopo."

"Ci conto."

Emma lo vide scomparire e, ancora ridendo, si diresse verso la porta.

Ecco. Ora arrivava la parte peggiore.

La Principessa e il PirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora