Incontro di anime

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"Ti indicherò un filtro amoroso senza veleni, senza erbe,
senza formule magiche:
se vuoi essere amato, ama."
Seneca


"Killian aspetta! Fermati! Non ho più fiato."

Emma si portò una mano al petto ridendo, cercando di calmare il battito impazzito del suo cuore.

Erano sgattaiolati via dal castello e avevano raggiunto la spiaggia correndo.

"Dopo stasera..."

Emma si tolse le scarpe alte con un sospiro dolorante.

"...avrò i piedi distrutti e non sarò mai più in grado di camminare."

Si sdraio' come una bambina sui ciottoli freddi.
Il contatto con la pelle nuda delle spalle la fece rabbrividire.
Killian le si stese accanto.

"Poco male,  non devi stare per forza in piedi. Mi vai benissimo così."

"Capitano Jones, sono una principessa rispettabile io."

Lui sorrise divertito.

"Hai ragione! Ed io sono
un gentiluomo. Quindi..."

Si sedette.

"...non la sfiorero' nemmeno con un dito."

Lei restò a bocca aperta, mettendo un finto broncio.

"Ah si?"

Emma stava per fargli una battuta sarcastica, ma qualcosa nella sua espressione la bloccò.

Killian non sorrideva più e stava fissando il mare, pensieroso.

La ragazza si sollevò mettendogli una mano sul braccio.

"Ehi... c'è qualcosa che non va?"

Lui fece un piccolo sorriso, senza allegria.

"Sai, quando ero bambino passavo le ore, così, seduto sulla sabbia, ad osservare il mare...e a pensare."

"Pensare a cosa?"

"Un po a tutto, alla mia vita, a mio padre ...mia madre."

"Non mi hai mai parlato di loro."

"È perché non c'è molto da dire."

Rieccolo là, il muro di difesa.

Qualcosa nel passato di Killian continuava a turbarlo.

Qualcosa di precedente alla morte di suo fratello e a tutto ciò che era accaduto dopo e di cui non voleva parlare.

Emma si rese ancor più conto di non sapere nulla di lui, prima che diventasse il temutissimo Capitan Hook.

"Okay, se non vuoi parlarne va bene. Ma sappi che quando sarai pronto, io ci sarò."

La solita espressione da birbante tornò sul suo viso.

"Non c'è nulla di cui parlare. E poi...non sono io quello che consola e che offre una spalla su cui piangere?"

Il suo era un tentativo di cambiare discorso, ed Emma non voleva insistere.

Si accoccolo' al suo fianco, stringendolo per i fianchi.

"Di solito si, ma io sono la Salvatrice! Quindi non riesco a stare a lungo ferma senza, come dire... salvare qualcuno!"

"E da chi vorresti salvarmi? Sentiamo."

Da te stesso, avrebbe voluto rispondergli.
Da quel tormento che ti procuri e che ti leggo negli occhi ogni volta che sento che c'è qualcosa che non va, che ti fa soffrire e che non vuoi o non riesci a dire...a dirmi.

La Principessa e il PirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora