Chapter 9: Il Dettato del Rifiuto

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Izuku era un relitto.

Non aveva fatto altro che piangere quand'era tornato a casa, con le mani sulla pancia che accarezzavano timidamente, e inginocchiato al centro del letto. Il copriletto leggero lo aveva tenuto un pochino al caldo, proprio come se fosse stato un abbraccio.

Katsuki era un autentico mostro. Gli aveva parlato con crudo disgusto e si era riferito al cucciolo come a uno scomodo fardello da eliminare in fretta. A questo pensiero emise un forte singhiozzo, tuttavia non pianse ancora. Ormai aveva esaurito tutte le sue lacrime.

Raccolse il cellulare finito in mezzo alle sue ginocchia accosciate. Denki gli aveva mandato un'infinità di messaggi, senza considerare le chiamate perse. Eijiro, invece, si era buttato sulle video-chiamate.

Anche se non era molto in vena di parlare, decise di videochiamare lui stesso. Furono sufficienti giusto due squilli e nello schermo del suo cellulare comparvero, il volto grave e preoccupato di Denki, quello profondamente addormentato di Eijiro e il sonnolento di Keiji, che stava poppando e muovendo leggermente i pugnetti.

«Era ora! Hai idea di quanto
eravamo spaventati?!».

«Mi dispiace tanto... ma non mi
ero accorto delle vostre chiamate».

«E' tardi e i treni non ci sono.
Saresti potuto venire qui».

Izuku scosse il capo. Non aveva voglia di vedere nessuno. Denki fece cadere lo sguardo sul suo ventre e di nuovo i suoi occhi gli si riempirono di lacrime. Pianse, incurante della vocina dentro di lui che gli urlava di sembrare solo un debole. 

«Sono così confuso! Da un lato
voglio abortire, dall'altro no!».

Il biondo rimase ad ascoltarlo senza mai fiatare fino a quando non smise, ormai senza più energie. Izuku si distese e tirò la coperta fino alle orecchie. Il lume aranciato illuminava dolcemente la sua piccola stanza, la più luminosa durante le mattine soleggiate del suo bugigattolo.

«E' la tua natura di Omega, Izuku.
Cerca di dormire un po', adesso».

«Grazie, Denki. Buonanotte».

Denki gli sorrise, dopodiché chiuse. La chiamata si interruppe, lo schermo si oscurò gradualmente. Izuku rimase a fissare la minuscola scrivania bianca e i vari poster di gattini che tanto amava. Chiuse gli occhi.

Sprofondare nel sonno gli sembrava l'unica valida opzione per non soffrire...


E grazie per non aver detto a Eijiro, ancora, Denki...


***


«Tu lo sai che sei un coglione, vero?».

Katsuki non si scompose. Sedeva in poltrona, con una gamba sull'altra e, mentre guardava il cielo buio della notte nella vetrata del suo salottino minimalista, sorseggiava un po' di vino rosso in un calice.

«Vai a letto, Camie. Devi riposare».

«Non fingere che ti importi!» sbuffò lei. «Sei solo un disgraziato con la faccia da Idol! Per questo ti salvi sempre il culo!».

Il biondo sorrise leggermente ma i suoi occhi erano estremamente tristi. Camie si sedette sul bordo della poltrona. Indossava solo la larga casacca di un pigiama di seta nero, bordata di bianco al colletto e ai polsini. Le sue gambe nude si mostravano in tutta la loro perfezione.

BAKUDEKU - Cherry Pleasure!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora