Chapter 2: L'Incomodo

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«E questo è tutto, signori».

Le luci vennero riaccese, seguite con un forte applauso in sala riunioni. Katsuki si inchinò rispettosamente prima di raccogliere il suo tablet-pc e la cartellina portata da Izuku. Quest'ultimo era rimasto in piedi, tra il muro nero e un pilastro portante pur di non dare nell'occhio.

Quand'era entrato dietro il senpai Bakugo, Yochi gli aveva sorriso dolcemente. E gli aveva fatto venire il dannato batticuore di poter essere al centro dell'attenzione!

Ma quei sentimenti erano rapidamente scomparsi quando Katsuki aveva iniziato a parlare. Era andato dritto al punto, con professionalità, voce calma ma molto chiara e - gliel'aveva subito detto il suo istinto - certamente si era guadagnato la fiducia di quei ricconi difficili da accontentare.

Nessuno degli otto uomini era un Alpha; neanche l'unica donna di mezza età che sembrava proprio una Beta.

«Molto bene, signori. Ora possiamo discutere della seconda parte del progetto» disse Yoichi. «Bakugo-san, Midoriya-kun, potete lasciarci da soli?».

I due annuirono e rapidamente si lasciarono quella soffocante sale alle spalle. Katsuki ridacchiava mentre si avvicinava all'ascensore. Adocchiò rapidamente l'orologio: era quasi ora di pranzo.

«La tua presentazione ha sortito un buon effetto».

Izuku sussultò appena. Era ancora perso nel suo mondo dalla moltitudine di pensieri.

«M-mia?».

«Certo. Sei stato tu a realizzarla. Ochako l'ha mostrata a me ed io l'ho solo corretta un po'. Ma la tua idea è stata interessante» rispose l'altro, senza guardarlo.

«Oh...».

Izuku era rosso come un pomodoro, il sorriso tremolava nella paura di poter diventare ampio e da ebete. L'ascensore si aprì, entrarono pronti per scendere direttamente in mensa.

«Stasera sei libero?».

«Eh?».

Il verdino lo fissò come se gli fosse cresciuta una seconda testa. Aveva capito bene? No. Non c'era verso che un così bell'Alpha volesse invitarlo da qualche parte.

«N-no» rispose.

Katsuki annuì senza alcuna emozione. Non parlarono più fino per tutta la durata del pranzo.

-Razza di cretino! Perché gli hai detto di no?!- protestò Izuku mentalmente.

L'Omega si astenne con molta fatica dallo schiaffarsi una manata in faccia per ciò che non avrebbe mai voluto dire. Ora era troppo tardi per rimediare...!



***

Era ormai scesa la sera.

Il cielo si era imbrunito verso le venti e trentacinque e le nuvole avevano assunto un colorito mattone, segno inequivocabile di un temporale serale-notturno.

L'aria era afosa; saliva dal marciapiede con prepotenza e rendeva gli abiti appiccicosi, incollati e pesanti.

Izuku prese un sorso di acqua, varcando la soglia dell'ingresso del palazzo a vetrate dove lavorava. Salutò gentilmente alcuni colleghi per poi controllare il suo cellulare.

Ayumi non gli aveva più scritto e a lui andava bene. Il senpai ci aveva provato spesso con lui ma senza essere oppressivo. Gli venne da sorridere a tutti i tentativi falliti di una cenetta o un pranzo.

«Eccoti qui! Scusa se ti ho fatto aspettare!».

Il verdino sollevò immediatamente gli occhi. Dinanzi a lui, accanto a un lampione, Katsuki sorrideva teneramente a una ragazza dai lunghi capelli color nocciola, occhi scuri, labbra truccate di rosa e un abitino succinto che mostrava perfettamente l'enorme seno e il sedere sodo.

BAKUDEKU - Cherry Pleasure!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora