Capitolo 6

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I giorni passarono e Steve e Tony andarono quasi ogni giorno nella casa segreta di Steve.

I due amavano ammazzare il tempo dedicandosi alle attività più appassionanti come leggere per ore e ore quei romanzi per poi commentarli e discuterne insieme. A quelle più divertenti come giocare a nascondino in quell’infinito spazio naturale.

Verso fine giornata si sedevano sempre a guardare il tramonto.

Una di quelle sere Steve e Tony ammiravano il tramonto e quest’ultimo li chiese:

-Steve perché fai questo?

-in che senso

-confortarmi, svelarmi segreti che non avresti mai rivelato a nessuno e darmi una sensazione di protezione e supporto

Steve si fermò a guardarlo

-e perché non dovrei?

-per esempio perché io ho provato ad ucciderti

Steve gli sorrise

-e tu ti vorresti scusare per qualcosa che evidentemente non è colpa tua?

-in che senso non capisco

-Tony è da quando ti ho visto per la prima volta che sento che ci sono dei demoni in te, ma evidentemente non hai avuto nessuno che ti aiutasse o almeno provato ad ascoltarti, ma se vuoi io sono qui

Tony senti per la prima volta di avere accanto qualcuno di cui poteva fidarsi , qualcuno pronto ad ascoltarlo

Ti mise le mani in faccia e sospirò e poi inizio a parlare

-vedi Steve mio padre Howard, non è stato esattamente il padre modello, non stava quasi mai con me se non per umiliarmi, picchiarmi e mettermi a paragone con un uomo che non era neanche vivo e sono cresciuto nell’ombra e nella solitudine.

Tony non si accorse che delle lacrime stavano scendendo sul suo viso

-e poi all’improvviso i miei sono morti inspiegabilmente in un incidente stradale e da li ho dovuto crescere troppo in fretta per un bambino di quell’età

Poi gli anni passavano ma ogni notte facevo incubi e incubi; in alcuni ero solo in una massa di oscurità e in altri perseguitato da un’ombra che dice di essere la mia nemesi

E da li

Tony si fermò e scoppio in lacrime , Steve lo strinse a se e si abbandonò a quel caldo abbraccio

-e da li ho trovato il mio unico conforto nell’alcool

Steve era triste quanto lui, è possibile che una persona possa soffrire così tanto e ancora peggio affrontare tutto da solo?, strinse l’abbraccio e accarezzo i capelli di Tony

-mi dispiace che non ci sia stato nessuno per te Tony

-anche a me

-sei forte Tony

Quest’ultimo alzo lo sguardo verso Steve

-perché?

-nonostante i tuoi demoni hai comunque deciso di diventare Iron Man e salvare gli altri, non è da tutti

-ma non sono altrettanto forte per aiutare me stesso

Steve gli prese il viso tra le mani e disse:

-ora ci sono io Tony e voglio che tu sappia che per qualunque cosa, la mia porta sarà sempre aperta, ad ogni ora e ogni giorno

Tony sentì l’impulso di abbracciarlo e si butto tra le sue braccia ricevendo subito un ricambio.

Tornarono a casa molto tardi tanto che quando arrivarono tutti stavano dormendo

STONY: Ghiaccio e Fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora