Ottobre 2007
Nottingham, UK
"Ti è piaciuto il film?" domandò Alex, ma il mio sguardo era concentrato sul susseguirsi delle case di Nottingham fuori dal finestrino dell'auto.
"Ehilà, c'è ancora qualcuno lì?" esortò di nuovo, notando la mia distrazione.
"Scusami. Sì, era molto carino" risposi senza pensarci, ancora persa nei miei pensieri. Quella mattina, mi avevano chiamato dei produttori di un'etichetta discografica piuttosto importante: i brani che gli avevo spedito per gioco qualche settimana prima erano piaciuti, e volevano incontrarsi con me per discutere i dettagli di un possibile contratto. Il problema? Non avevo detto niente a nessuno di questo. Alex e i ragazzi sarebbero partiti un paio di mesi dopo per il loro primo tour e avevo promesso di seguirli, almeno per le prime date.
"A cosa stai pensando?" il mio silenzio lo aveva incuriosito, e mentire non era il mio forte. Per fortuna avevo un segreto ancora più grande da nascondere, e per quello mi ero esercitata bene.
"Niente di che, stavo solo riflettendo sul fatto che hai ventun anni... ventuno! Ora puoi bere in tutte le parti del mondo, come ti senti?"
Si lasciò sfuggire un ghigno, "Che c'è, ti penti di frequentare un ragazzo più grande?"
"Oh, povera me, sono solo una ragazzina indifesa!" sospirai per fingere disperazione, con tanto di palmo della mano sulla fronte. e testa all'indietro. Anche se mancavano tre mesi al compimento dei miei diciotto anni quando ci mettemmo insieme, nessuno ci aveva mai fatto pesare i due anni che ci separavano: nonostante questo, era una battuta ricorrente per noi. Era una delle tante cose che chi era al di fuori della relazione non avrebbe capito.
Quando finalmente arrivammo di fronte a casa sua, mi aprì la portiera e come un gentiluomo mi aiutò a scendere dalla sua Jeep bianca. Sorrisi e lo presi a braccetto, mentre percorrevamo i pochi metri che ci separavano dalla porta di casa.
"Sei pronto per un ultimo regalo di compleanno?" chiesi stuzzicandolo.
"Ho in mente moltissimi regali che mi potresti fare" ammiccò mentre spalancava la porta e accendeva la luce dell'ingresso.
"Sorpresa!" esclamarono tutti insieme uscendo dai loro nascondigli. Io sorrisi, ammirando lo sguardo incredulo del mio ragazzo, i cui grandi occhi verdi erano più spalancati che mai.
"Ma voi siete pazzi!" esclamò infine, ancora incapace di elaborare ciò che stava succedendo. James e Kate, i miei complici, avevano fatto davvero un ottimo lavoro: tutto il piano terra era colmo di ghirlande, palloncini e al centro regnava uno striscione di auguri.
"Ventun anni il ventuno di ottobre!" rise Stacy, abbracciandolo.
"Che dire, è il mio anno fortunato!" ridacchiò Alex. Gli altri invitati stavano iniziando a disperdersi in giro per la casa, mentre un ragazzo che non avevo mai visto prima si avvicinava a noi.
"Mike!" esclamarono Alex, James e Philip all'unisono, salutandolo.
"Dov'è finito l'altro Sunset? Credevo foste un pacchetto unico, voi quattro" rispose, gioioso.
"Mike, ti presento la mia ragazza Lilly - spiegò Alex quando si rese conto che non ci conoscevamo - tesoro, lui è Michael Keegan, un chitarrista che registra nel nostro stesso studio. Strano che non vi siate mai incontrati prima!" io gli porsi la mano, e il ragazzo la baciò, facendo un inchino. Era altissimo ma magro, e indossava una canottiera a righe bianche e blu che evidenziavano i pochi muscoli delle braccia. Lanciai un breve sguardo a James, che mi fece intendere subito che non ero l'unica a trovarlo un po' eccentrico.
"Vi lascio a parlare, devo trovare Kate" ammisi, per poi dileguarmi. Trovai la mia amica pochi minuti dopo, in cucina, intenta a bere birra e chiacchierare con ragazze della sua età che conoscevo di vista. La tirai da parte, prendendole il polso e avvicinandola a me.
"Hai quello che ti ho chiesto?" le strillai senza volere nell'orecchio, per cercare di sovrastare la musica di sottofondo della festa.
"Sì, certo" mi rassicurò, toccando la borsa a tracolla che portava, per lasciarmi intendere che era tutto sistemato. "In ogni caso, ricordati che andrà tutto bene".
"Lo spero davvero tanto" la abbracciai e cercai di ricacciare indietro le lacrime nascondendo il viso tra i suoi lunghi capelli rossi.
Meno di mezz'ora dopo ero chiusa nel bagno degli ospiti, con Kate seduta sul pavimento accanto a me, ad aspettare pazientemente.
"Credo che sia ora - sussurrò lei, sfiorandomi la spalla - vuoi che lo faccia io?"
"Ragazze, quanto ci state mettendo? Non siete le uniche che hanno bisogno del bagno qui!" sentimmo Alex urlare dal corridoio, mentre bussava alla porta.
"Alex - ingoiai un groppo in gola - potresti... entrare un momento?"
"Che succede, tesoro?" lo sentii, probabilmente preoccupato dal mio tono, appoggiarsi alla porta, che intanto aprii abbastanza da lasciarlo passare. I suoi occhi si posarono prima sul mio viso terrorizzato e poi seguirono il mio sguardo verso il piano del lavandino, su cui era poggiato un test di gravidanza positivo.
Se la sua intenzione era quella di reagire da duro, il suo viso trasmise tutta un'altra storia: era così pallido che sembrava sul punto di svenire da un momento all'altro.
"Questo sì che è un regalo di compleanno inaspettato".

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A Certain Romance
Romance[IN FASE DI REVISIONE] "C'è chi si innamora ogni giorno, e c'è a chi non basta una vita per dimenticare un solo amore". Tre storie. Tre vite. Una sola ragazza. Lucille. Lilly. Lola. Dai sobborghi di Nottingham agli schermi di tutto il mondo, la vita...