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No Sleeping All Summer, l'album di debutto dei Sunset Parade, uscì il 7 luglio 2006 e fu un enorme successo. La settimana prima i ragazzi organizzarono una festicciola per ascoltare l'album insieme a tutto il gruppo; fu una bella serata che ricordiamo tutti con affetto, che tolse un po' della pressione accumulata in attesa del grande giorno.

"Sono pronti i popcorn!" annunciarono Tom e Andy entrando di corsa dalla porta del garage con due ciotole colme. Noi altri stavamo sistemando tutte le sedie e le poltrone intorno al giradischi, impazienti di ascoltare l'album intero per la prima volta.

"Ora che siamo tutti qui, voglio fare una premessa prima di iniziare" Alex si era alzato in piedi e si era messo di fianco al tavolo, in modo che tutti potessero vederlo mentre faceva il suo discorso. Quel giorno aveva scelto una maglietta nera con un alieno disegnato sopra.

"Ci tengo a ringraziare prima di tutto voi, ragazzi. Questa band è nata in un momento di noia ma si è lentamente trasformata in qualcosa di meraviglioso a cui non posso più fare a meno". Phil, James e Tom si alzarono all'unisono ad abbracciare il povero Alex, che mi lanciò una richiesta di aiuto con lo sguardo. "Lasciali fare" mimai con le labbra, e lui finalmente si arrese e strinse a sé gli amici. Quando tutti si sedettero, Alex continuò il discorso:

"Lucille, mia cara - Philip simulò un conato di vomito - grazie per essere la mia musa e colei che mi è stata accanto nonostante tutto. So di non essere il prototipo di ragazzo perfetto, ma il giorno di uscita dell'album è il nostro mesiversario e ci tengo a dirti che questi sono stati i nove mesi migliori della mia vita. Mi rendi una persona migliore con la tua sola presenza, e questo è il miglior regalo che potrò mai ricevere".

"Oh, Al..." corsi ad abbracciarlo anche io, con le lacrime agli occhi. Sentii lo stomaco chiudersi, mentre un milione di farfalle lo attraversavano come pazze. Lo baciai, incurante degli sguardi di tutto il gruppo su di noi, un misto tra ammirazione e finto disgusto.

"Non vorrei suonare scortese, ma... vogliamo ascoltare questo album o no?" intervenne Philip, quello più infastidito dal nostro momento romantico. Mio fratello non mancava mai un'occasione per separarci non appena mostravamo il più breve cenno di affetto l'uno verso l'altra: era un piccolo prezzo da pagare per avere il suo timbro da fratello maggiore che ci permetteva di frequentarci. L'opinione di Phil è sempre stata molto importante per me: se un ragazzo non era approvato, allora c'era davvero qualcosa che non andava in lui. Ebbe ragione ogni singola volta, specialmente quando non lo ascoltavo e continuavo a frequentare persone che non avevano passato il suo test.

Tutti ci sistemammo sulle poltrone in velluto rosso ciliegia e Tom fece partire il giradischi: rimanemmo tutti incantati mentre il vinile iniziava a girare, prendendo velocità, e finalmente partì la prima canzone There's Always a First Time:

Laying under the sun

Your skin, my lips, stars aligned

Let's take our chances

Let's take this jump

'Cause I wanna see what that 'x' marks

Alex iniziò a picchiettare l'indice sulla mia coscia, mentre canticchiavamo insieme il primo verso della canzone. Per noi, la maggior parte della scaletta non era una sorpresa, dato che i Sunset Parade suonavano spesso canzoni originali, ma ebbero modo di sorprenderci comunque. All'arrivo della quinta traccia, al sentire le prime note capii subito di cosa si trattava:

"Ma è Chapstick?"

"Traccia cinque, il tuo numero fortunato" lui sorrise, pienamente cosciente di quello che aveva fatto. Nel frattempo, la canzone iniziava a suonare, mille volte meglio della prima versione che avevamo scritto.

"Ho cambiato un po' il testo - ammise Alex in un sussurro - spero non ti dispiaccia". Non mi ci volle molto a rendermi conto delle parti modificate:

She made a spell, you can't resist it

Mystic force, can't help but lean in.

Secrets whispered, longing stares,

Like a magnet, pulling you in.**

"Una calamita? - esclamai, alzandomi dal posto - cosa farai, mi attaccherai al tuo frigorifero per sempre?" gli diedi una spinta amichevole, mentre tutti scoppiavano a ridere.

* * *

L'album fu un successo in tutto il Paese, soprattutto i singoli No Sleeping All Summer e Moonlight, che si sentirono in radio per mesi. I ragazzi fecero molte interviste nelle settimane dopo l'uscita: erano presto diventati un simbolo per la nuova generazione di rock britannico. Il tutto fu così veloce e inaspettato che i Sunset Parade diventarono delle celebrità dalla sera alla mattina.

Un pomeriggio di settembre, io e Alex stavamo tornando a casa a piedi dopo una giornata di intenso shopping. Il sole era ancora alto e la città c'era una leggera brezza nell'aria che rinfrescava la città , facendo muovere i miei capelli lunghi.

"Ti ho mai detto quanto stai bene con questa tinta?" mi chiese lui, passandomi una mano lungo la guancia e portandomi una ciocca di capelli bruni dietro l'orecchio. Non mi ero ancora abituata ad averli così scuri, dato che il mio colore naturale era un biondo molto freddo, ma ad Alex erano piaciuti subito. Lui era così: gli sembrava inconcepibile provare fastidio per una mia azione, di qualsiasi tipo.

"Ehi, Alex!" sentimmo una voce dall'altra parte della strada. Erano due uomini sulla quarantina che portavano al collo due macchine fotografiche: mentre uno agitava le mani per attirare la nostra attenzione, l'altro era leggermente chinato, pronto a scattare.

"Che facciamo?" sussurrai, pietrificata. Lui mi mise una mano su un fianco e mi invitò a muovermi: camminammo il più velocemente possibile verso casa sua, mentre i due ci seguivano rimanendo a debita distanza. Solo quando Alex chiuse la porta di casa dietro di sé potei tirare un respiro di sollievo.

"Allora questo è il prezzo della fama, eh?" chiesi retoricamente, a me stessa più che a lui. Presi un respiro profondo: questo sarebbe stato il nostro destino? Correre da una parte all'altra, senza il tempo neanche di prendere fiato, per sfuggire ai paparazzi? Dei professionisti non ci avrebbero messo molto a scoprire i nostri indirizzi: sarebbero rimasti appostati fuori dalle nostre case aspettando una nostra comparsa solo per uno scatto?

"Per fortuna oggi è andata bene - rispose, evidentemente preoccupato quanto me - non credo che saranno tutti così permissivi". Lo guardai, indecisa se ammettere i miei dubbi oppure tenermeli dentro.

Alex percepì il mio timore: "Impareremo a conviverci, o almeno spero".

I paparazzi sono ancora un enorme problema per me: con il tempo ho imparato ad ignorarli, ma i più insistenti sono difficili da aggirare anche dopo anni di esperienza. Una delle ragioni per cui sono più grata ad Alex è che stare con lui mi ha permesso di sperimentare la fama prima di diventare un'artista anche io. Anche se gli sono riconoscente, spesso penso a quanto la mia vita sarebbe potuta andare in tutta un'altra direzione se non fosse stato per gli incessanti click delle macchine fotografiche a seguirmi da quando avevo diciotto anni. 

nota:

*traduzione (da There's Always a First Time, Sunset Parade):

Stesi sotto il sole

La tua pelle, le mie labbra, le stelle allineate

Corriamo i nostri rischi

Facciamo questo salto

Perché voglio vedere cosa segna quella 'x'

**traduzione (da Chapstick, Sunset Parade):

Ha fatto un incantesimo, non puoi resistergli,

Forza mistica, non puoi fare a meno di avvicinarti.

Segreti sussurrati, bramosi sguardi,

Come un magnete, ti attira a sé.

A Certain RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora