Capitolo 3

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Styles. Probabilmente questo è il suo cognome, immagino. Dove altro avrebbe avuto un nome del genere?

Ma qual è il suo nome?

Prima che possa entrare nella struttura, quasi corro per raggiungerlo. Una volta che sono dietro di lui, mi fermo e lo seguo.

Si accorge di me e si gira per guardarmi. "Che stai facendo?"

"Quello che faccio sempre. Vado a parlare al governo."

"Riguardo cosa?" Chiede e rallenta il passo.

"Questo biglietto che ho ricevuto alla porta di casa mia. Probabilmente è il loro; scherzano sempre con me."

"Cosa c'è scritto?" Chiede, ma sembra così disinteressato.

"Ti ho trovata finalmente. Era firmato con una H, e ci ho pensato, e potrebbe essere di Hayes. Non lo so. Questo è perché sono venuta qui per chiederglielo." Dico e lui annuisce.

"Perché sei qui?" Aggiungo mentre camminiamo verso quello che sembra lo stesso posto.

"Anche io per parlare con loro. Voglio che questa legge sia abolita proprio come fai te," sospira senza avere un contatto con me.

Tendo sempre ad essere quella che lo fissa mentre lui non osa mai guardarmi. Non so perché, ma sembra anche che mi agganci a lui. Sembra di avere così tanto da dire ma non parla con nessuno.

"Perché? Tu sei l'uomo. Fondamentalmente siete quelli in vantaggio," Rispondo esilmente ruotando gli occhi.

"Non credo che debba risponderti." Dice sempre senza guardarmi.

È un coglione, ma per alcune ragioni non sto nemmeno reagendo.

Ma è anche molto misterioso. Mi fa venir voglia di chiedergli di più e scoprirlo. Praticamente è ipnotizzante con la sua oscurità.

"Ti sei seduto vicino a me, ricordi? Non puoi aspettarti di sederti affianco a me e non dire niente di te, specialmente visto che stiamo andando allo stesso posto."

"Solo perché non c'erano altri dannati posti. Solo lascia perdere, va bene?" Dice piuttosto duramente ma per alcuni motivi faccio di nuovo spallucce.

Sono sorpresa perché solitamente non sono così. Parlare con un ragazzo, specialmente ad uno sconosciuto e non esserne disgustata.

Non so perché. Probabilmente solo perché sono affascinata dal fatto che questo ragazzo non parli molto e si senta nello stesso modo in cui mi sento io.

"Qual è il tuo vero nome?" Chiedo e ruota gli occhi, se ho visto bene.

"Perché sei così fastidiosa?" Dice e gira effettivamente la testa per guardarmi.

"Vieni dall' Inghilterra? Perché sei qui?" Faccio le domande che mi girano per la testa proprio in quel momento.

"Fanculo," Lo sento borbottare e non posso non ridere. Una risata patetica.

"Perché tutti i ragazzi si arrabbiano e si infastidiscono così facilmente? Dio, siete tutti degli stronzi. Tutti uguali." Dico non guardandolo e scuotendo la testa.

"Perché dobbiamo avere a che fare con ragazze come te." Sbuffa e improvvisamente mi arrabbio.

Invece di cominciare una discussione, decido di essere una persona migliore e mi allontano da lui prima che qualcosa di peggiore possa accadere. Così vado via da Styles il più velocemente possibile.

Abbastanza presto, sto bussando alla porta di una stanza e sento uno di loro che dice di entrare. Così giro la maniglia e proseguo avanti, chiudendo la porta dietro di me.

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