Capitolo 5

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Mi sveglio la mattina seguente non sapendo quello che avrei fatto. Ma l'unica cosa che so è che devo andare da Liam, visto che mi ha detto di andare a fare colazione con lui.

Faccio scivolare le mie gambe fuori dal letto mentre mi alzo lentamente. Mi stropiccio gli occhi e cammino verso il mio armadio per prendere una felpa e un paio di leggins. Vado in bagno per farmi una coda di cavallo e metto uno strato leggero di mascara. Non mi piace truccarmi molto, ma normalmente mi metto ogni giorno solo un filo di mascara. Non aiuta molto ma mi  serve sempre per sembrare più sveglia.

Esco dal bagno e vado in cucina trovando mia madre e mia sorella che mangiano.

"Come ti senti Josie?" Mi chiede mia mamma quando vede arrivarmi.

"Sto bene. L'aspirina ha aiutato," dico avvicinandomi a lei per un piccolo abbraccio, "Vado da Liam adesso."

Abbraccio velocemente Sam e lei mi allontana giocosamente. "Ci vediamo dopo, ragazze." Dico mentre vado alla porta principale.

Apro la porta mentre l'aria gelida colpisce il mio corpo. Il vento soffia i miei capelli sul lato della faccia ma non importa. Comincio a camminare lungo il marciapiede verso casa di Liam. Abita circa a cinque minuti di distanza da me.

Oggi guardo tutti quelli che mi passano davanti e mi accorgo di tutte le persone che non si danno nemmeno l'obbligo di guardarmi. Nemmeno i ragazzi, agiscono come se io non sia lì.

Non me ne frega.

La camminata sembra durare per sempre visto che sto andando in un luogo in cui non mi sento davvero di andare. Ma arrivo lì abbastanza presto e busso alla sua porta dato che appena sarei arrivata mi avrebbe portata a fare colazione.

Apre la porta e immediatamente ha un sorriso stampato sulla faccia. Si avvicina per baciarmi. Io ricambio.

"Andiamo a fare colazione," dice troppo allegramente per i miei gusti.

Mi prende la mano e io la sua mentre pigramente cammino verso la sua macchina. Apre la portiera per me ed entro senza dire grazie. Lui, va dall'altra parte ed entra con un cipiglio sul volto.

"Joey c'è qualcosa che ti disturba?" Chiede.

Odio quando le persone mi chiamano Joey.

"Per cortesia, quante volte ti dico di chiamarmi Jo?" Dico e lui borbotta una scusa.

"Ma seriamente, c'è qualcosa di sbagliato? Sembri essere sulle nuvole."

Mio padre mi chiamava Joey quando cominciò a cambiare. Mi avrebbe chiamata e torturata con quel nome. Ogni giorno sarebbe tornato a casa e mi avrebbe semplicemente criticato per l'ennesima volta.

E odio il nome in generale.

Ai miei genitori erano sempre piaciuti i nomi da ragazza con i soprannomi da ragazzo. Mi chiamarono Josephine in modo tale che potessero chiamarmi Joey o Jo. Chiamarono mia sorella Samantha in modo che potessero chiamarla Sam.

"Josie?" Chiese Liam interrompendo i miei pensieri.

"Si, sto bene."

"No, non lo sei. So quando qualcosa ti innervosisce, sei tranquilla e ti perdi nei tuoi pensieri. Oh, e non sei così fastidiosa." Aggiunge alla fine cercando di fare una battuta ma non credo che sia divertente.

"Non c'è niente di male Liam. Per favore lascia perdere e guida," dico mentre appoggio il gomito sullo sportello della macchina e appoggio la testa alla mano.

"Comunque. Ne parleremo dopo," dice Liam quando comincia ad uscire dal vialetto.

"Ho solo visto una ragazzina essere scelta da un uomo molto più grande di lei e ho provato a portarla via da lui." Borbotto così non ne avremmo parlato dopo dato che sapevo che non mi avrebbe lasciato da sola.

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