Capitolo 8

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Guardiamo in silenzio mentre mia mamma e mia sorella se ne vanno.

Harry sta per urlare qualcosa ma me ne accorgo e gli metto una mano sulla bocca. Lecca la mia mano e la tolgo velocemente.

"Ew, Harry! Era necessario?" Grido in un bisbiglio quando mia mamma e mia sorella ci hanno ormai sorpassato.

"Si, non voglio la tua mano sudicia sulla mia bocca," dice alzandosi da terra.

"Oh quindi leccare é più pulito," dico sarcasticamente, alzandomi.

"Okay, mi hai beccato." Harry sbuffa e io rido.

"Come ci faremo aiutare dalla gente per la legge?" Dico quando entrambi cominciamo a camminare verso la panchina.

"Dimmelo tu."

"No, tu."

"Tu Jo." Dice Harry e il mio cuore perde un battito.

Amo il modo in cui pronuncia il mio nome. Così profondo, accentato e mi fa svolazzare le farfalle nello stomaco.

"Come facevi già a conoscermi senza...conoscermi? O meglio, come facevi a sapere come fossi fatta?" Dico e lui impallidisce.

"Effettivamente ti avevo vista al governo un po' di tempo fa e so che sei quel che sei. Come già ho detto, é abbastanza difficile non conoscere una come te, Jo."

"Um," comincio ad essere totalmente distratta dalla sua voce e dalla sua risposta, "Forse dovremmo pensare ad una strategia segreta per far sì che le persone si uniscano a noi."

"Non era quello che stavamo dicendo prima?" Dice Harry mentre cambia completamente argomento con me.

"No, intendo ingannarli. Prendere un gruppo di persone e fargli credere che stiano facendo qualcos'altro, ma in realtà li forziamo a lavorare con noi."

Harry sogghigna. "Mi piace. Posso essere convincente."

"Posso esserlo anch'io." Dico incrociando le braccia e lui ruota gli occhi.

"In realtà sono un poliziotto che vuole cacciarti nei casini in modo tale da poterti arrestare." Dice e rido.

"É abbastanza convincente, idiota."

Ride. "Idiota?"

"Si, non hai mai sentito questa parola prima?"

"Certo che si però pensavo che solo i bambini di sette anni chiamassero in questo modo le persone che gli piacciono."

Rido a stento cosicché Harry sogghigni insieme a me.

"Idiota." Ripeto.

"Si? Quindi ti piaccio?"

Apro la mia bocca a formare una o. "No! Sei solo un idiota!" Dico sulla difensiva.

"Anche te sei abbastanza idiota, se posso ammetterlo."

Quando lo dice, sento le farfalle che svolazzano nello stomaco. Le ignoro.

"Non credo. Non sono quella con i capelli ricci," dice e ruota gli occhi con un sorrisetto furbo.

"Okay, non ho più niente per contraddire."

"Perché porti sempre qualcosa tra i capelli?" Domando.

"Per non averli in faccia, ovviamente."

"Li voglio vedere senza niente." Propongo ma lui scuote la testa.

"Forse nei tuoi sogni."

"Non faccio sogni." Dico e Harry mi guarda con le sopracciglia corrugate.

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