𝖢𝖧𝖠𝖯𝖳𝖤𝖱 𝖳𝖶𝖤𝖫𝖵𝖤

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Joseph

"Worrying is like
paying a debt
you don't have."

ᴍ.ᴛᴡᴀɪɴ.

ᴍᴇʀᴅᴀ

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ᴇʀᴅᴀ.

Non si muoveva, no non poteva essere morta, maledizione!

"Lucy..." Sussurrai, non ci feci caso che era la prima volta che la chiamavo con il suo soprannome, mi stavo preoccupando.

"Lucy, svegliati cazzo!" La scossi appena ma niente, le presi il polso e controllai il battito, era lento, dovevo darmi una mossa a portarla da Lisa Lisa e suo fratello.

La presi in braccio come una sposa e un gran mal di schiena mi fece gemere di dolore, ma vaffanculo al mal di schiena;

Lo ammetto, a me di Lucy importa, maledizione se mi importa, quando Esidisi la pugnalava morivo dalla voglia di sfracassargli la faccia, la osservai, aveva gli occhi chiusi e la canotta bianca era diventata rossa a causa del sangue dalla parte dell'addome, i jeans scuri erano umidi appunto dal sangue e il viso, il viso era stanco con alcuni graffi e appena sporco di terriccio.

"Per la prima volta, Lucy, vorrei poterti sentire insultarmi con "idiota con quella maglietta sembri un coglione" o con un "fottiti stronzo"." Ammisi, non che a me piacesse Lucy ma mi ero reso conto che di lei mi importa ma non lo avrei mai ammesso, altrimenti avrebbe iniziato a prendermi per il culo.

Arrivai finalmente da Lisa Lisa, Caesar e Meshina.

"Che diavolo è successo a mia sorella?!" Sbraitò Caesar venendo verso di noi.

"Ti spiegherò tutto più tardi adesso dobbiamo fare qualcosa per lei!" Esclamai;

"Bene.
Mantenete tutti la calma, mi occuperò io di lei." Disse Lisa Lisa, Meshina prese Lucy tra le braccia e insieme a Lisa Lisa e Suzie Q, ragazza molto carina oserei dire sì diressero nella stanza di Lucy.

Quando se ne andarono rimanemmo io e Caesar da soli, il biondo si sedette su una sedia prendendosi la testa tra le mani.

"Caesar." Lo chiamai io;
"Caesar, tu non hai colpe, non c'entri un cazzo amico!
È colpa mia, avrei dovuto impedirlo!" Ammisi le mie colpe, dovevo stare più attento a Lucy e mandarla via ancor prima che Esidisi avesse attaccato ma non l'ho fatto.

"No, JoJo.
Non è colpa tua, solo...mi è rimasta soltanto mia sorella, e a lei sono rimasto soltanto io, ci siamo sempre sostenuti, ci siamo presi cura l'uno dell'altro e ci siamo supportati in momenti difficili." Mi spiegò passandosi nervosamente una mano tra i capelli.

 𝐄𝐈𝐆𝐇𝐓 𝐋𝐄𝐓𝐓𝐄𝐑𝐒//Joseph Joestar//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora