Vergogna.

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Ho visto il rosso, ho visto il blu.
Prendi tutto di me.
Nel profondo, dove si nascondono i tuoi segreti,
Dove siamo stati mille volte.
Ingoia ogni singola bugia,
Prendi tutto di me.

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<<Dovresti iniziare a metterti gli occhiali, o forse, l'alcool ti ha dato alla testa.>>

<<Sapessi cosa passa per la mia testa, Max, te ne andresti sul posto.>>
Gli dico, alzando leggermente la voce per farmi sentire dall'olandese, la musica alta stava diventando un tormentone quasi insopportabile alle nostre orecchie.

Max mi guarda, affonda la cannuccia tra le labbra e sembra studiare ogni mio movimento, mentre mi appoggio al muro a cui lui si sta tenendo da quando è apparso nel mio campo visivo.
Il suo sguardo mi lacera, e per un attimo mi sento spogliato, specialmente, quando i suoi cristalli di ghiaccio si soffermano sulla mia vita, accentuata dalla camicia stretta.
Mi fa ingoiare un magone, e arrossisco mentre mi giro dal guardarlo.

<<Non penso, cosa ti gira per la testa?>>

<<Non vuoi saperlo.>>

<<Non stupirti se poi io non rispondo alle tue curiosità, se tu non mi dici nulla di te.>>
Max sputa acido, e fa per andarsene, ma io lo fermo.
La mia mano attorno al suo polso lo fa girare all'istante, non è contento del contatto, ma mi provoca scariche inconfondibili.
Se solo avessi la possibilità di toccarlo in questo modo sempre.

<<Va bene Max, te lo dico, te lo dico..ma ad una condizione.>>

<<Sarebbe?>>

<<Mi concedi una domanda.>>
Il pilota Redbull annuisce con un po' di riluttanza, e io non posso fare a meno che sorridere alla mia piccola vittoria, mentre me lo trascino fuori.
Camminiamo tenendoci per non perderci tra la folla, e io mi continuo a domandare perché tutto mi porti sempre a rimanere da solo con lui, forse, le scuse ad una certa me le cerco anche io.

Ci fermiamo in un muretto, la strada è caratterizzata da elementi architettonici tipici dell'Arabia Saudita, l'oro è quello che salta subito ai nostri occhi, dato che, ci troviamo perlomeno in una delle località più ricche.
Mi guarda, con le braccia conserte, una di esse però tiene già in mano una sigaretta accesa.

<<Me ne passi una? Penso di aver dimenticato le mie..>>
Non mi risponde, inizialmente, si appoggia soltanto al muretto e guarda il cielo, ispirando il fumo come se fosse ossigeno dei suoi polmoni.

<<Ne ho solo una.>>
E senza dire altro, me la passa.
Era troppo sdolcinato dire che voleva smezzarla? Pensai, mentre mi prendevo un tiro senza prenderla direttamente tra le dita.
Lascio che lo faccia lui per me.

<<Allora?>>
Il suo tono impaziente mi fa mettere dritto sul posto, le mie mani tremano.
E penso, come mi sono cacciato in questo guaio?
E soprattutto, come ne esco adesso.

Sto in silenzio davanti a lui, e i nostri occhi si incatenano per un po'.
Ogni volta che ci ritroviamo soli, insieme, è come se quel piccolo mondo nella quale siamo i pieni protagonisti, si attivi ed elimini ogni qualsiasi tipo di luogo, spazio e tempo attorno a noi.
E non so se per lui è sempre stato lo stesso, ma per me, nel nostro periodo di adolescenza non c'era una bella giornata, o uscita, o festa, se lui non si presentava.
Non che lui amasse la mia compagnia, sapevamo tutti che accettava di stare con noi perché, al karting team, insistevano molto sul fairplay e sull'amicizia tra piloti, ma non avrebbe voluto essere lì, oh no, la solitudine era la sua migliore amica.

<<Senti, Charles, non devi dirlo per forza se non->>

<<Sono confuso.>>
Una mezza verità, mezza, come la sigaretta che stavamo condividendo, e catturai la sua attenzione per un attimo fuggente.
Mi schiarisco la gola, siamo spalla contro spalla, e dio solo sa cosa farei per non spostarmi mai più da qui.
E continuo.

<<Ultimamente..sono confuso su cosa mi piace, se sai cosa intendo.>>
Bugia.
Forse solo una strategia per smorzare l'imbarazzo già abbastanza visibile della situazione.
Perché di fatto, la confusione non faceva parte di me in quel momento.
in quel momento, ero abbastanza sicuro su cosa mi piacesse, e su chi, chi mi piacesse.
Ma non lo avrei mai mostrato, o detto ad alta voce, nonostante l'alcool non aiutasse con quest'ultimo possibile scenario della serata.

<<Pensi che ti piacciano i ragazzi Charles?>>
Ingoio il groppo in gola, l'alcool lo rende più diretto.

<<Io..non ho mai provato nulla con un ragazzo, onestamente.
Ma ultimamente il pensiero mi attanaglia.>>
Abbasso lo sguardo, sospirando, pensando di aver notato una nota di giudizio nel suo tono di voce.
Faccio per andarmene, la situazione sta già degenerando di suo.

<<Fermati.>>
L'intensità della sua voce mi fa congelare sul posto, mi giro verso di lui, scoprendolo a guardarmi di nuovo.
La smetterà mai di farmi questo effetto quando le sue pupille di ghiaccio mi scrutano dal cappellino blu navy?

<<È questo che non sopporto di te.>>
Mi tiene la spalla, come a volermi tenere sul posto e impedirmi di andare via, affrontare la situazione come forse avrei dovuto sempre fare.

<<Ti nascondi, sei insicuro di te stesso, dei tuoi interessi e dei tuoi piaceri.
Tieni sempre la testa bassa, quando dovrebbe essere il contrario.>>
Spalanco gli occhi e batto le ciglia per qualche secondo, mi sta per caso consolando? E lo sta facendo nel modo più autoritario che ho conosciuto fino ad adesso.
Forse, è il suo unico e indicibile modo di affrontare le cose.

<<Max, io->>

<<Sta' zitto, e inizia a camminare con la testa più alta. Chi se ne frega se ti piacciono i maschi, non è un problema di nessuno.>>
La sua mano raggiunge il pacchetto di sigarette vuoto nella tasca del suo giubbotto e fa per buttarlo, nella tasca riesco ad intravedere il rosso del mio accendino.

<<Non lo hai ancora buttato nel cesso, sono stupito.>>
Cambio argomento, stringendomi nelle spalle, evitando di ammettere che avesse ragione su tutto.

<<Posso restituirtelo adesso?>>

<<No, prima la domanda.>>

<<Mantengo sempre le promesse, quindi, fa pure.>>
L'olandese alza le mani in segno di resa, giuro di sentire una piccola risata partire dalle sue labbra.
E lo guardo.
Non avevo pensato a come potevo sfruttare questa occasione, cosa avrei potuto domandargli?
Eppure avevo così tante cose da chiedergli.

Potevo chiedergli perché avessimo perso i rapporti col tempo, perché non era intenzionato a fare un passo in più verso di me da quando ci siamo ritrovati in formula 1, perché odiasse tutti, cosa si nascondesse dentro quei pozzi blu su cui avrei voluto affogare volentieri.

Ma l'arroganza vinse su tutte queste opzioni.

<<Tu hai mai avuto dubbi su questo?>>

ti amo.

Fuoco e benzina || Lestappen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora