Capitolo 14

258 23 0
                                        

.14.

TRISTAN

TRISTAN

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La luna celava la faccia più luminosa, svelandosi oscura e dominante in un cielo di tenebra spolverato di stelle

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La luna celava la faccia più luminosa, svelandosi oscura e dominante in un cielo di tenebra spolverato di stelle. La notte ideale, per me.

Strisciai sul tronco di un albero, evitando i primi germogli intimiditi dall'ultimo freddo di stagione. Fiorivano dalle crepe della corteccia, mascherando un triste epilogo con un nuovo inizio. Ogni primavera era una rinascita. Invidiavo la natura che perversava dalla cruda terra. Qualsiasi gambo spezzato, anche il più misero, tornava a germogliare, alla fine. Persino il fuoco non fermava la crescita della foresta.

Confondendomi fra i cespugli, e nascosto tra le fronde, attendevo l'arrivo – e le novità che portava – della mia prigioniera.

I giardini del nemico si dimostravano troppo facili da sconfinare, alle volte. Quasi mi divertivo a entrarvi – e uscirvi – a mio piacimento nelle rare occasioni richieste; ma non c'era tempo da perdere. La faida tra i clan era peggiorata in una manciata di mesi, e adesso, era solo questioni di quante vittime sacrificabili avrebbero colorato l'asfalto. I civili erano all'oscuro del complotto fra il senato diurno e il presidente notturno. La vera domanda era sapere il perché; conoscerne la risposta sarebbe stato un primo passo per fermare tutto ciò. Nonostante sarebbe stato divertente vedere il come, Seth aveva ben altre intenzioni. Le previsioni funeree vedevano un massacro di innocenti – da parte di ambedue le fazioni – perversare nella città Di Mezzo. E noi, i ribelli, impedire tutto questo.

Una figura circospetta sfarfallò fra la fauna oscura, celata dal buio della notte e i gli alti arbusti. Avanzò una giovane dal passo leggero e un buffo vestito rosato. I lunghi boccoli rossi danzavano nella brezza di primavera, incuranti del gelo e del tremolio delle fragili spalle diafane.

Era lei.

Puntai la scoiattolina rossa, seguendone le movenze con lo sguardo. Comparve nella sua versione bipede, soffermandosi a ispezionare la zona. «Tristan, sei qui?», bisbigliò infreddolita. Si portò le mani alle labbra, alitando sulle dita per donare del calore corporeo: «Maledizione, rispondi...», sussurrò ancora al vuoto, guardandosi attorno come un'ossesso impaurita.

Savage // Vol. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora