CAPITOLO 15

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"Lucy"

Mi voltai di scatto e vidi un uomo che mi guardava con occhi grandi di sorpresa. Si teneva una mano al petto e sembrava gli fosse venuto meno il respiro una volta incrociati i suoi occhi con i miei. Una stretta allo stomaco si fece spazio nel mio addome nel sentir pronunciare quel nome. Era quello di mia madre e, dalle foto che mi erano rimaste di lei, avevo notato una certa somiglianza tra di noi. Il problema era solo uno. Nessuno sapeva il nome di mia madre, quindi doveva per forza conoscerla. Staccai le spalle dal muro e abbassai le labbra verso il filtro della sigaretta per esalare un ultimo fiato prima di rientrare nel locale. Tenni lo sguardo verso il terreno. 

"Non sono chi sia Lucy. Credo abbia sbagliato persona" dissi, mentre lasciavo cadere dalle dita il cadavere di quella povera sigaretta. Alzai di poco gli occhi e notai che lui mi stava ancora osservando e quell'espressione sorpresa, quasi sollevata, non abbandonò il suo viso nemmeno per un secondo. Lo vidi fare un passo verso di me, ma quando io ne feci istintivamente uno indietro, lui si bloccò di colpo, alzando le mani in segno di resa. Abbassò lo sguardo e un grosso sospiro abbandonò le sue labbra. Scosse leggermente la testa e poi rialzò il volto nuovamente. 

"Sei diventata bellissima." sospirò, inclinando leggermente le labbra verso l'alto. Provò nuovamente a fare un passo e io indietreggiai di nuovo. 

"Non avvicinarti" sentenziai cercando di tenere la voce ferma.  Essere in un vicolo, vestita in quel modo, con un uomo molto più grande di me, da soli, non era sicuramente la cosa più sicura e divertente di questo mondo. Probabilmente era anche ubriaco, visto le cose senza senso che aveva detto poco prima. 

"Che clichè questa situazione. La ragazza ha detto di non avvicinarti" 

Alzai gli occhi verso la voce fuori campo, dimenticandomi per qualche secondo di dove mi trovassi. Non ci posso credere. Il ragazzo da cui ero scappata la stessa sera, causando quasi una frattura al naso ad un altro era li, appoggiato al muro con fare disinvolto, mentre fumava una sigaretta, tenendo la testa appoggiata al muro. L'uomo davanti a me si voltò e anche in quel caso alzò le mani. 

"Non volevo farle del male" 

Lo vidi staccarsi dal muro e avvicinarsi con fare minaccioso verso di lui, finchè non ci si trovò a pochi centimetri. La sua altezza, sovrastava l'uomo in modo non indifferente. Fece un ultimo tiro prima di lanciare lontano il mozzicone, tornando a guardarlo.

"Allora vattene" la sua voce roca, mi fece vibrare la colonna vertebrale. In quelle due parole si celava un lieve minaccia e subito mi resi conto che non l'avevo notato solo io, perchè l'uomo si dileguò quasi subito. Rimanemmo soli in quel vicolo e l'adrenalina che scorreva veloce come un treno nel mio corpo, prese il sopravvento. Aprì la bocca per parlare ma lui mi bloccò subito.

"Non ci provare Bambi" ghignò, mentre tirava fuori dalla tasca del jeans un pacchetto di sigarette, estraendone una per portarla sulle labbra. Rimasi incantata, quando la fiamma dell'accendino gli illuminò il viso. Non sapevo chi fosse e odiavo il fatto che mi chiamasse in quel modo o che mi seguisse ovunque. Ma dovevo ammettere che poteva essere tutto, fuorché un brutto ragazzo. Alzò gli occhi e i miei accolsero il suo sguardo. Mi dimenticai di respirare per due secondi e quando la mia parte razionale, fece capolinea, tornai in me. 

"Punto primo, non chiamarmi Bambi. Punto secondo, ce l'avrei fatta benissimo da sola a salvarmi" sputai, incrociando la braccia. 

Sorrise divertito da quelle parole, continuando a guardarmi con fare beffardo.

"Quindi stai ammettendo che ti ho salvata?" si riportò la sigaretta alla bocca e io mi dimenticai nuovamente come si respirasse. Non mi era mai successo prima, eppure avevo fumato con tanti ragazzi prima di lui.. eppure il modo in cui lo faceva, mi attanagliava lo stomaco. Era estremamente attraente. Distolsi lo sguardo, ricercando di nuovo la mia razionalità. Che diavolo Madison, datti una regolata. Non sai nemmeno chi sia e l'hai visto due volte. Presi un lungo respiro e ricominciai a parlare.

Il mio demone custodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora