Mi precipitai giù dalle scale e vidi la mia amica, con una scatolina in mano, pietrificata. Mi avvicinai velocemente e appena notai il contenuto, mi portai una mano alla bocca, strozzando un urlo. Era un dito mozzato. Hope era in stato di shock e come biasimarla, non era cosa da tutti i giorni. In quel momento la porta d'entrata si aprì, mostrando Dylan. "Che diavolo avete da urlare?" sbottò subito lui. Hope allungò subito la scatolina verso di lui, con la mano che tremava come fosse una foglia e Dylan l'afferrò, strappandogliela dalle mani. La sua fronte si corrugò, facendoci subito intuire che qualcosa non andava. "Andate subito nelle vostre camere." A quelle parole presi subito sottobraccio la mia amica e la aiutai a salire le scale. Arrivammo alla nostra stanza, e lei rimase seduta immobile, chiaramente ancora sconvolta per quello che era appena successo. Mi avvicinai a lei e appena le misi il mio braccio intorno al collo, si lasciò andare in un pianto liberatorio. Avrei voluto tante volte anche io piangere per poter far uscire da dentro me almeno un quarto di tutto il male, l'umiliazione che provavo ogni giorno, soprattutto quando Dylan posava le sue mani su di me e mi faceva sentire a tutti gli effetti un oggetto; ma d'altronde quello ero, quindi piangere o lamentarsi non sarebbe servito assolutamente a niente. Quale razza di madre abbandona la propria figlia, lasciandola sola in un maledetto vicolo, solo perchè le costavo troppo e preferiva usare quei cazzo di soldi per prendersi l'eroina. Non sapevo nemmeno se fosse ancora viva ma non mi importava.
Dopo quell'inconveniente mattutino, la giornata passò esattamente come tutte le altre, anzi fu più strana del solito dovuto al silenzio assordante che percorreva tutta la villa. Ero sdraiata sul letto quando il mio cellulare vibrò. Lo presi dal mio comodino e trovai il solito messaggio di Dylan. " Scendi bimba". Riposai il telefono. Non avevo voglia di andare da lui, ma neanche il tempo di pensare a questa cosa, che mi arrivò un secondo messaggio. "Non te lo sto chiedendo. Scendi o salgo io e lo sai cosa succede.". Sbuffai, mi alzai dal letto per raggiungerlo nella sua suite. "Dove stai andando Mad"- " Da Dylan, mi vuole"- " Stai attenta ti prego" annuì con il capo e andai. Arrivata davanti all'enorme porta ,come al solito bussai e lui mi invitò ad entrare, ma una volta dentro notai che fosse solo e che delle sue guardie non ce n'era traccia. Chiusi la porta alle mie spalle e mi diressi verso di lui, seduto come ogni volta sul divano di pelle, con una sigaretta in bocca e con accanto un posacenere pieno di mozziconi. Il suono rauco della sua voce, mi fece tornare alla realtà "Mad siediti diamine." feci come mi aveva detto senza nemmeno fiatare. Si avvicinò a me e iniziò ad accarezzarmi la coscia, salendo sempre di più verso la mia intimità, fino a che non iniziò a lasciarmi dei baci umidi sul collo. Si staccò di botto e iniziò a guardarmi con aria delusa "Che succede bambolina. Non hai voglia di stare con me mmh?" Una lacrime mi solcò la guancia proprio in quel momento e lui in risposta ,mi obbligò a guardarlo negli occhi. Quello sguardo così freddo con quegli occhi così cristallini mi facevano paura, perché l'unica cosa che riuscivano a far traspirare, era tanta cattiveria. "RISPONDIMI PUTTANA." Subito dopo il suo urlo, nella stanza risuonò il rumore di uno schiaffo. Quello schiaffo non era arrivato a me. Rimasi immobile, con il sangue che poco a poco mi si gelava nelle vene sempre di più e con gli occhi spalancati dallo stupore. Me ne pentii nel momento in cui Dylan girò lentamente il viso, continuando a massaggiarsi la guancia, che mano a mano prendeva sempre di più un colorito rosso. "Dyl...Dylan..Mi dispiace scusa" chiesi in preda al panico, ma quelle parole servirono a ben poco perchè subito dopo, il fatidico schiaffo, mi fu restituito in pieno viso e giurai di aver sentito pure il freddo dei suoi anelli sulla mia guancia. L'avevo combinata davvero grossa.
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Il mio demone custode
Novela JuvenilDue bande rivali,nel quartiere più malfamato di New York. Una ragazza prigioniera che ruba due cuori.. Due cuori sbagliati.