Nota Autore
Non potevo non creare un finale alternativo per questa storia. L'MV è pazzesco e la voce di IU é fantastica. 😩
Avvertenze: menzione di morte.
La luna brillava sulla cittá, o meglio, ció che ne restava. Gli edifici erano distrutti, c'erano rovine ovunque. Ma il satellite e le stelle continuarono a fluttuare nel cielo, imperturbabili e non curanti di ciò che stava accadendo sotto di loro.
Ero sdraiata a terra, contro il freddo e duro cemento di una strada, tanto non sarebbero passate macchine, la paura di essere investita era l'ultimo dei miei pensieri. Realizzai che scappare era inutile, non c'era un posto sicuro.
Erano ovunque, apparivano quando meno te lo aspettavi, eppure erano cosí grandi, così imponenti quando volteggiavano nell'aria, pronti a sterminare chiunque. Dannazione. Quei demoni di metallo, quelle macchine portatrici solo di paura, terrore e morte. Erano senz'anima, senza sentimenti. Tutto ciò che sapevano era che gli umani dovevano sparire, sparire in cumuli di cenere e vestiti...
I flashbacks di ciò che accadde quel giorno, in quell'edificio, si schiantavano contro la mia vista.
Io ero lí. Avrei potuto aiutarli entrambi, quella coppia, ma ci misi tanto a combattere contro la mia codardia.Flashback
Lei indossava un vestito da sposa, era sporco di polvere e cenere ma le stava comunque perfettamente, sembrava una principessa. Lui era di fronte a lei, la sua schiena poggiata al petto di lei. Indossava un completo nero, anch'esso da sposo.
Prima di quella terribile scena, stavo camminando in giro in cerca di un riparo, quando sentii ridere. Presa dalla curiosità e dalla speranza di scoprire di non essere l'ultima della mia specie, mi decisi ad investigare. Sembravano cosí felici.Ma poi, eccoli lí. Uno dei cubi era di fronte a loro, pronto a ridurre la loro esistenza in...beh..niente.
Sentii dei brividi lungo la schiena appena i miei occhi incontrarono quelli di lei.
Stava piangendo, tenendo stretto a sé il suo amato, nella speranza di confortarlo e rendere la loro fine il piú dolce possibile. Una mano erw posata proprio sull'unico occhio funzionante di lui, l'altro l'aveva perso, notando la ferita che aveva proprio intorno a questo. Ero nascosta dietro un pezzo di cemento, i resti di una parete, ero introvabile eppure lei riuscì nell'intento, come fosse stato destino o sesto senso. Mi stava pregando di salvarli, almeno uno di loro.
Ci pensai per interminabili secondi, secondi che sembrarono ore, giorni, anni. Il mio stomaco si contorceva, la mia testa girava, l'adrenalina nelle vene scorreva così velocemente che temetti che avrebbe potuto far esplodere i miei vasi sanguigni, altrimenti, ci avrebbe pensato il mio cuore ad esplodere, battendo un ritmo che ricordava i tamburi di guerra.Mi decisi a muovermi. Corsi verso il cubo e il resto accadde in un secondo.
Lei spinse il ragazzo addosso a me, mentre il cubo aveva cominciato a bruciarla viva...Non emetteva neanche un lamento. Riuscii a capire cosa cercava di mimare con le sue labbra.
'내 사랑을 살려줘" ("salvalo")
Feci sollevare il ragazzo e gli coprii entrambi gli occhi, non volevo correre il rischio di fargli assistere alla macabra e triste scena.
La ragazza morì davanti ai miei occhi e non potevo lasciare che lei si fosse sacrificata invano.Presi il braccio del ragazzo e lo trascinai via. Lui era troppo confuso, in shock e distrutto per parlare, e fu meglio cosí.
Corremmo. Continuammo a correre fin quando non sentii piú la circolazione nelle gambe. Corremmo per ore, almeno cosí sembró a me.
Ci fermammo trovando un riparo temporaneeo in una fermata della metro.Il ragazzo dai capelli castani rimase in silenzio per tutto il tempo. Non potevo biasimarlo affatto. Provai a chiedergli se avesse bisogno di cibo, acqua, anche solo di piangere o sfogarsi. Inutile dire che non mi rispose, cosí decisi di cingergli un braccio intorno alle spalle e portarlo delicatamente a me, lasciando che posasse la testa sul mio petto. Lui non oppose alcuna resistenza e sospiro una volta che trovó un certo conforto nel sentire il battito del mio cuore, che ormai si era stabilizzato. Non lo conoscevo affatto, non sapevo neanche il suo nome, ma era l'ultimo rimasto, insieme a me. Ciò fece nascere in me un certo affetto per quel ragazzo.
"괜찮아" ("va tutto bene"). Sussurrai, accarezzandogli delicatamente i capelli. Lo guardai, ne studiai ogni tratto. Nonostante le ferite era un ragazzo bellissimo. Una lacrima scappó dal suo occhio sinistro. Alla vista, piansi anche io, in silenzio, guardando altrove, e incontrato l'atmosfera cupa di quel luogo che non molto tempo prima odiavo per la presenza di troppe persone e per il rumore eccessivo dei treni.
Realizzai che In realtá non era odio. Che avrei dato di tutto purché quella folla indaffarata, il fisichio delle ruote contro le rotaie e la musichetta agli autoparlanti prima degli annunci potessero ritornare.
Mi resi conto che non ero mai stata capace di godere la vita davvero, di capirne la sua essenza. O meglio, lo capii, ma era troppo tardi.Ormai eravamo da soli, senza via di uscita. Niente poteva salvarci.
Quella notte pregai, mentre il ragazzo tentó di dormire, sotterrando il viso nel mio maglione bianco, ormai sporco di fuliggine, terra e polvere.
Dopo aver pregato, cominciai a bestemmiare, bestemmiai in silenzio, imprecando contro tutto: il moneo, quegli esseri, me stessa, l'umanità, il destino... Dio in persona e, una volta che finii, notai un raggio di sole irrompere lievemente da una crepa del soffitto.
Non so cosa piantó il seme della speranza in me, ma mi promisi che avrei lottato, che non mi sarei arresa. Non aveva più senso scappare e non avevo intenzione di farlo.Guardai nuovamente il ragazzo, gli diedi un leggero bacio sulla testa, e promisi silenziosamente che lo avrei protetto, lo promisi alla sua defunta amata, lo promisi a me stessa e a lui.
Fine del Flashback
Successe qualche settimana fa, eppure quei momenti erano cosí chiari quando apparivano nella mia mente appena serravo le palpebre anche solo per riposare gli occhi.
"Y/n씨, 가야 돼" ("Y/n, dobbiamo andare"). Una voce mi ributtó fuori dalla mia mente. Mi alzai, guardandomi indietro.
Eccolo lí. Mi resi conto che i suoi capelli erano cresciuti. Lo rendevano ancora piú bello.
"응" ("si"). annuii, sorridendogli.
Taehyung si avvicinó a me e protese una mano. La presi e lui mi tirò a sè.
Era un sollievo, che ritornó a parlare, anche se spesso preferiva stare in silenzio. Ogni tanto comunicavamo a gesti, una strana lingua che mi insegnó lui, dicendo che la usava con la sua amata. Altre volte ci bastava comunicare con qualche occhiata, cosí avremmo ridotto il rischio di farci scoprire.
Ci guardammo per qualche secondo quando lui tirò fuori la sua cara telecamera dalla tasca della giacca. Inizió a riprendermi. Lo faceva spesso. Diceva che era magico, quell'affare. Che attraverso quello c'era la possibilitá di vedere ció che piú si desiderava. Compresi, quindi, che quando puntava quell'obbiettivo verso di me, vedeva lei, non me.
Alzai la mano, spingendo in giú la telecamera. Scossi la testa. Ormai lei non c'era piú e io non ero lei, per quanto lo desiderasse. Gli spostai una ciocca di capelli dagli occhi. La luce della luna incorniciava quel volto cosí delicato perfettamente.
Mi protesi, dandogli un bacio sul naso, mentre il mio pollice accarezzava delicatamente la sua guancia.
Era okay. Ci tenevo a lui. Lo amavo ed ero certa lui amasse me, in un certo senso. Lo capii vedendo il sorriso che mi mostró. Era la prima volta che lo vedevo sorridere, senza che usasse quella telecamera.
Posò la fronte contro la mia."살아남을 거야" ("sopravviveremo"). Mi sussurró dolcemente. Si, sopravviveremo.
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|BTSxReader|𝗢𝗻𝗲-𝗦𝗵𝗼𝘁𝘀 {𝗗𝗶𝘀𝗻𝗲𝘆 & CO} ITA
FanfictionCome sarebbe se i Bts fossero personaggi del mondo dei film di animazione (e non solo) ?🙃💜 •Ovviamente si possono fare richieste Sempre però legate a film, serie TV, anime e film di animazione • prenderó spunto anche dai loro MV ♡ •presenza di am...