Capitolo 3 - Ogni Cosa Al Suo Posto

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La sveglia non suonò quel mattino che segnava l'inizio del weekend, ma a svegliare Davide furono i rumori dalla cucina. I movimenti bruschi di Serena gli fecero capire che era arrabbiata e in quel momento ricordò l'episodio della sera prima, la stessa scena, non era riuscito ad avere rapporti con la sua ragazza. Non sapeva se restare lì o andare in cucina ed affrontare la situazione, poi decise di alzarsi ed andare a preparare un caffè. Diede il buongiorno alla sua ragazza che lo ignorò, rimase in silenzio per gran parte della mattinata. Era ora di pranzo ma Serena non aveva preparato nulla, così lo fece lui, apparecchiò la tavola e chiamò la ragazza ma non venne, rimase chiusa in camera. Non mangiò nemmeno lui, sistemò tutto in un tegame e lo portò in frigo, poi si diresse nella stanza, Serena era accovacciata con gli occhi bagnati ed in quel momento Davide si sentì l'ultimo uomo sulla Terra, si schiarì la voce:

- Hey...non possiamo andare avanti così per tutto il giorno, parliamone...

- Cosa c'è da parlare?

- Credo che tu stia facendo un problema più grande di quello che è....

- Non avevamo mai avuto questi problemi e da giorni sei strano...Credo che mi stai nascondendo qualcosa.

- Ti prego...ancora con questa storia? Ne abbiamo già parlato e credevo di aver chiarito.

- Si e mi avevi anche detto che non sarebbe successo di nuovo e che avremo risolto, invece è successo.

- Sono stanco, fisicamente e mentalmente.

- Quindi ipoteticamente stasera non saresti stanco...

- Esatto e visto che abbiamo saltato il pranzo faremo anche una cena fuori casa, quindi lavati il viso e fatti bella.

- Ok...

- Vien qui, abbracciami.

I due si strinsero e in quell'abbraccio Davide capì i suoi errori e quanto male stesse facendo a Serena e non lo meritava, doveva cominciare un lavoro su sé stesso e lasciar andare quel
" capriccio" che lo tormentava e, forse, quei giorni senza vedere Marco lo avrebbero aiutato.

Dopo una doccia calda si sdraiò sul letto, ancora in accappatoio, per lasciare il bagno libero a Serena. Chiuse gli occhi per non pensare a niente ma il ricordo di Marco arrivò come un fulmine a cielo aperto, pensava a com'era potuto succedere tutto questo, di come la sua mente, inconsciamente, aveva rapito l'immagine di quel ragazzo a tal punto da sognarlo e forse era vera la filosofia che quando sogniamo qualcuno è perché ci sta pensando e se Marco lo pensava così spesso allora significava che nella conversazione del giorno prima parlava proprio di lui. Mise insieme i tasselli e le risposte, quasi non aveva più dubbi, Marco ci stava provando e l'unico modo per farlo dichiarare era andare avanti in quella frequentazione, poi riaprì gli occhi all'improvviso e si disse " NO! "
Si alzò, aprì il guardaroba e prese una camicia bianca che indossò con un pantalone di cotone leggero blu elettrico. Rimase incantato quando si voltò e vide Serena indossare dei grandi orecchini dorati, intonati con la collana e i bracciali che si sposavano perfettamente con il tubino rosa antico che risaltava i suoi lunghi ricci biondi e gli occhi azzurri.

- Sei bellissima.

- Non lo dici per abbindolarmi?

- Ma smettila, sei bellissima veramente.

- Anche tu.

Per quanto scontata la scelta, optarono per un ristorantino intimo per una cena a lume di candela, forse era quello di cui avevano bisogno per staccarsi dalla monotonia dei soliti giorni e per tutta la serata Davide riuscì a viversi il momento senza pensare a Marco, nemmeno per un momento. Quella stessa leggerezza lo accompagnò fino a casa, riuscendo ad avere un rapporto sessuale con la sua ragazza, intenso e bellissimo.

Il mattino seguente, al risveglio, rifecero l'amore per poi riaddormentarsi e svegliarsi tardi, trascorrendo la domenica in perfetta armonia e relax.

                                          

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Percepì dal suono della sveglia che annunciava il primo giorno della settimana lavorativa che quegli equilibri sarebbero potuti crollare se non fosse stato attento. Sistemò i capelli, indossò la camicia e raggiunse la sua Lancia Y color ghiaccio. Scese in anticipo per non incontrare Marco al semaforo e ci riuscì, ma è quando entrò in ufficio, ancora silenzioso, che si sentì vuoto, come un peso sul petto, lo stesso vuoto che lo accompagnò durante la mattinata. In pausa pranzo si riunì con i colleghi e dopo mangiato uscì fuori per chiamare Serena. Rimasero al telefono per tutto il resto della pausa e al rientro si accorse che quell'armonia era forzata, stava fingendo per scacciare un pensiero compulsivo, allo stesso tempo, sapeva che se non lo avesse fatto si sarebbe messo nei guai e non poteva, quella era una situazione molto più grande di lui.
Quel senso di vuoto si alimentò quando guardò l'ora e si accorse che mancavano solo dieci minuti per rientrare a casa. Perché non era felice di rientrare e trascorrere la serata con Serena?
Stavano cambiando i suoi sentimenti? Marco c'entrava qualcosa? Il senso di vuoto era per Serena o perché gli mancava Marco? Sospirò, spense il computer, prese la sua borsa, salutò i colleghi e, lentamente, raggiunse l'uscita rimanendo pietrificato quando vide Marco fermo sul suo motorino ad aspettarlo.

                                                                   - FINE TERZO CAPITOLO -


Cosa vi aspettate che accada adesso? Cosa avreste fatto nei panni di Davide, si sta muovendo bene?  Secondo voi, Marco perchè si è fatto trovare fuori al posto di lavoro di Davide?

Il Rumore dei tuoi Battiti ( Gay Love Story )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora