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Venerdì

Dopo aver affrontato un'altra giornata in quella scuola, Elliott non vede l'ora di godersi il weekend che sta per arrivare.
Mentre sale in macchina con la madre in posizione di guida, si ricorda che quel pomeriggio deve andare in quel posto di cui Marco gli ha dato la via.
«Ciao tesoro, com'è andata oggi a scuola?» dice Nancy, mettendo in moto la macchina e immettendosi nella careggiata.
«Il solito» risponde lui, brevemente, guardando fuori dal finestrino.
«Elliott piccolo, sai che con me puoi confidarti se c'è qualcosa che non va...» chiede Nancy, quasi come a pregarlo di parlare con lei.
«Va tutto alla grande» risponde lui di getto.
C'è una breve pausa tra i due.
«Manca anche a me... manca a tutti...» riprende Nancy. Elliott gira il capo guardandola, ma non dice nulla.
«... E a volte la sento ancora... sento la sua voce, oppure quella canzone che metteva sempre alla radio che le ho regalato...» dice lei, commuovendosi.
«La sento anche io...» sussurra quasi impercettibile Elliott, dandole corda.
Nancy prende la mano di Elliott portandosela a sé e lasciandole un bacio sul dorso.
«Hai fame? Possiamo andare in un fast food se vuoi»

Elliott si fa lasciare nel centro della città di Crystal Valley da sua madre Nancy, sparendo così sulla strada.
Elliott prende il cellulare, andando su Maps e scrivendo l'indirizzo lasciato da Marco qualche giorno fa.
L'indirizzo segna un negozio dietro l'angolo, iniziando così ad incamminarsi.

Trova il negozio, dove sulla porta c'è proprio un adesivo di un pesce palla giallo. L'insegna del negozio recita "Pesci Tropicali".
Elliott entra, spingendo la porta.
Al suono della campanella la proprietaria la saluta con un sonoro "buongiorno!".
«Ehm salve, sto cercando Marco sono un suo...» inizia balbettando Elliott, quando viene interrotto proprio da Marco, sentendolo arrivare.
«Elliott! Ce l'hai fatta amico» dice Marco entusiasta mentre stringe Elliott in un abbraccio amichevole.
«Hai un negozio di pesci?» domanda Elliott, guardandosi attorno. Il negozio è pieno di acquari con dentro pesci di ogni specie. Le luci a led blu sono abbassate sulle vasche.
«Vendiamo pesci tropicali e normali. Lei è mia madre la proprietaria, io la aiuto dopo la scuola» dice Marco presentando la madre ad Elliott.
«Piacere, Elliott Lefevre...» si presenta lui, stringendole la mano.
«Lefevre? Oh Dio sei il fratello di quella povera ragazza?...» domanda sconvolta la donna.
«Mamma, dai...» la ferma Marco.
«No, è ok. Sì sono io signora...» risponde Elliott pacatamente, senza farsi prendere dall'emozione.
«Mi dispiace tanto, posso abbracciarti?»
Alla domanda Elliott rimane un po' scosso, ma accetta l'abbraccio da una sconosciuta per la perdita della sorella.
«Mi fa piacere e che tu e il mio pequeño Marco siate amici» dice la madre di Marco.
«La ringrazio signora, anche a me fa piacere» risponde Elliott, non convinto se quello che dice è vero o no.
«Vieni Elliott, ti faccio fare un giro per il negozio.» dice Marco, mettendo un braccio attorno alle spalle di Elliott e portandolo tra i corridoi pieni di pesci.
«Mi farebbe piacere sapere la traduzione di "MVP"» chiede Elliott, palesemente prendendo in giro Marco.
«Marco Valentin Peña, cabrón» dice Marco sogghignando.
«Guarda che l'ho studiato lo spagnolo, so che significa "cabrón", amico» dice alla fine Elliott, dando una spinta alla spalla di Marco in amicizia, i due si mettono a ridere.

«Guarda questo, è un pesce combattente, detto anche pesce siamese, ma gli americani preferiscono chiamarlo pesce "Betta"... è bellissimo» dice Marco, mentre dà il mangime al pesce in questione.
Elliott si abbassa per osservarlo meglio mentre nuota.
«Ha dei bei colori...» commenta Elliott.
«Come la tua aura» risponde Marco.
Elliott rimane perplesso e meravigliato da quella riposta, alza lo sguardo verso Marco, contemplandolo mentre finisce di dare il mangime. Si abbassa poi alla sua altezza per osservare meglio il pesce.
«La mia aura?» domanda Elliott all'altro. Ora sono faccia a faccia, e non guardarsi negli occhi è veramente difficile.
«Si, vedo dei colori attorno a te, la luce che emani... Elliott tu pensi di essere una persona orribile... ma sei completamente l'opposto, sei una brava persona e dovresti andarne fiero» dice Marco, ammirando il nuoto elegante del pesce, poi gira lo sguardo verso Elliott «Te lo regalo»
«Cosa?» domanda confuso Elliott.
«Il pesce Elliott, te lo regalo» dice convinto, mentre si alza con le ginocchia e prende una busta di plastica.
«Oh no non devi... cioè non so prendermi neanche cura di me stesso figurati di un pesce» spiega Elliott sentendosi un po' a disagio.
«Non devi fare niente, dagli da mangiare 3 volte al giorno: la mattina, il pomeriggio e la sera. Poi se vedi che la boccia sta diventando verde mi chiami che vengo a pulirtela io va bene? Ce la puoi fare Ellie» dice infine Marco, mentre prende il pesce mettendolo con un po' d'acqua nella busta di plastica, accompagnato dal mangime e una boccetta di vetro.
«Ellie?» guarda Marco stranito.
«Non ti piace? È un bel soprannome» dice lui facendo quel sorriso a cui è difficile dire di no.
«Oh no, però nessuno mi ha mai chiamato così ed è nuovo per me» ammette Elliott, prendendo la busta col pesce dentro e tutto il necessario, dentro un'altra busta.
«Oh beh sono onorato di essere il primo» dice quest'ultimo, mettendosi una mano sul petto, inchinandosi leggermente «Mamma! Elliott ha adottato un pesce!» dice Marco alzando la voce, per farsi sentire sopra il rumore della corrente che tiene accese le ventole degli acquari.
«Ah ma è fantastico!» risponde la madre subito dopo.
«Grazie Marco... Per... per questo» dice Elliott timidamente, alzando il sacchetto contenente dentro il pesce.
«Non ringraziare Ellie» conclude Marco, facendogli un mezzo sorriso e ammiccandogli.

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