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Sono iniziate le vacanze di Natale da qualche giorno ed Elliott è in giro per negozi, cercando disperatamente il regalo perfetto da fare a Marco.
Capita di fronte ad una vetrina e lì capisce di aver trovato un qualcosa che potrebbe piacergli. Elliott non esita un secondo ad entrare nel negozio per fare il suo acquisto.

«Hey Lefevre, cosa farai in queste vacanze di Natale?» chiede la voce robotica di Marco, che risuona dal telefono di Elliott.
«Oh niente di che vado in Europa» dice quest'ultimo, sentendo la sua reazione.
«In Europa? Non me l'avevi detto!» la voce di Marco è sorpresa e incupita dalla notizia. All'improvviso Elliott si mette a ridere.
«Sto scherzando scemo non vado in Europa» commenta subito Elliott facendosi una risata.
«Ah no? Menomale, eri troppo lontano da me...» risponde Marco sollevato.
«Infatti vado in Giappone, partiamo domani» continua a scherzarci su Elliott, tappandosi la bocca per sentire la reazione dell'altro.
«Okay ciao chiudo qua» dice Marco offeso. Elliott cerca di trattenerlo nella conversazione, ma la sua risata lo tradisce.
«No fermo aspetta! Non vado da nessuna parte Mallie, i miei volevano andare a sciare ad Aspen, ma questo dopo Natale... vi va di venire insieme alla tua famiglia?» chiede Elliott, con timidezza al ragazzo.
«È un invito galante?» chiede Marco, cambiando il tono della sua voce, addolcendosi un po'.
«È un invito a passare qualche giorno con me e la mia famigli in baita, ma non è galante perché ci sono i miei» chiarisce subito Elliott.
«Stasera chiedo a mia mamma poi ti aggiornerò Ellie, grazie dell'invito» dice Marco con tono dolce.
«Solo con chi merita tesoro» risponde Elliott sorridendo allo schermo del suo telefono.
«Ellie... ho una voglia matta di vederti e di darti il mio regalo di Natale» dice Marco, quasi sussurrando nel microfono del telefono.
In quel momento le farfalle nello stomaco di Elliott si agitano all'impazzata.
«Anche io Mallie, da morire.... E hai ragione scusami, ma in questi giorni sono stra pieno tra gli incontri del centro e i servizi sociali... non ce la faccio più...» dice Elliott, con fare esausto, sdraiandosi sul letto, tenendo il telefono affianco a lui, come se Marco stesse davvero lì fisicamente ad ascoltarlo.
«Ellie non mollare, stai andando benissimo. Vedrai che finirai il percorso e sarai fiero di te stesso, perché io lo sono» dice Marco rassicurandolo. Elliott ascolta le sue parole, girandosi verso il telefono, come se avesse il viso di Marco davanti a sé.
«Davvero?» domanda Elliott, come a non credere a quelle parole.
«È la realtà dei fatti baby, lo vedo che vuoi essere una persona migliore, ma già lo sei... non te ne convinci perché hai una bassa autostima e questo si deve migliorare» conclude lui, con le sue magiche parole.
«Sai, il fatto è che io l'ho provata solo una volta, ma c'erano anche i miei amici che si facevano o che fumavano droghe. Eppure sono stato l'unico ad essere beccato e mandato in un centro di disintossicazione. Solo a me hanno sospeso la patente. Sono stato l'unico ad aver sviluppato una dipendenza. Mentre gli altri, tra cui anche Ravi, se la sono cavata senza avere ripercussioni. Io sono stato l'unico stronzo ad avere la vita rovinata» mentre Elliott racconta tutto ciò a Marco, dentro di sé sale una rabbia, la quale vorrebbe spaccare ogni cosa che si ritrova davanti, torna anche la vocina incazzata dentro di sé.
«Tesoro... non potrò mai immaginare ciò che hai passato, ma capisco quanto tu stia soffrendo, e vederti o sentirti così mi si spezza il cuore» la voce di Marco sembra straziata e vera dalle confessioni di Elliott. Vorrebbe tanto dirgli quelle parole, ma non trova mai il momento giusto per farlo.
«Ti ringrazio di essermi accanto Mallie» sussurra Elliott, stando il più vicino possibile al telefono, per sentire meglio la voce di Marco.
«Ti ho promesso che ci sarei stato sempre e la manterrò, se non dovessi farlo uccidimi pure» scherza su Marco, per tirarlo su di morale.
«Ah, il dramma shakespeariano, mi piace» ridacchia Elliott.
«Noi come Romeo e Giulietta baby» ammette Marco.
«Io non faccio Giulietta» commenta subito Elliott.
«Ma tu sei Giulietta» dice Marco mentre se la ride.
«Marco Peña in questo momento ti sto odiando tanto sappilo» ribatte subito Elliott, cedendo alla fine anche lui alla risata.
«Ora devo andare, devo chiudere il negozio e poi torno a casa» informa lui.
«Sono già le sette? Accidenti» Elliott controlla l'ora il telefono, ammirando poi la foto dello sfondo con lui e Marco tra effusioni amorose.
«Eh si caro mio, il tempo vola quando ci si diverte...» commenta Marco.
«Ci si deve divertire un mondo a vendere pesci» risponde Elliott al suo commento.
«Beh, se vieni a trovarmi potremmo divertirci di più io e te» dice Marco con tono sensuale. La testa di Elliott parte subito con vari film mentali.
«Okay ora basta chiudo la chiamata» scatta subito Elliott, imbarazzato ma anche eccitato dalla proposta di quest'ultimo. Marco non può vederlo ma in questo momento Elliott ha il viso arrossato.
«Okay baby ci sentiamo dai, fai il bravo» conclude Marco ancora ridendo per l'uscita dell'altro.
«E tu chiudi il negozio, porco. Ciao» mettono giù la chiamata salutandosi. Elliott fa una smorfia divertita e si lascia cadere sul letto, pensando a quanto gli stia fottendo il cervello questo ragazzo.

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