Due ore prima del rapimento-Matteo

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Il palazzo di Matteo era in centro, vicino a un bar che chiamava ogni sera una band per suonare delle cover di canzoni famose. Quella sera c'erano un signore che suonava l'ukulele e un altro che suonava il sintetizzatore. Stavano suonando una strana cover di "Gente di mare che se ne va".
Matteo uscì dal portone del palazzo e si coprì le orecchie: odiava quella canzone.
Si allontanò rubando velocemente una rivista di Vanity Fair. Cominciò a sfogliarla mentre rubava una ciambella avvicinandosi a un tavolino del bar. La signora a cui l'aveva rubata si limitò a mandarlo a quel paese e ne ordinò un altra.
Matteo era alto, con i capelli biondi e gli occhi grigi. Aveva una barbetta rasata e dei pantaloni a zampa di elefante. Indossava un felpa larga, bordeaux di "Scream".
Sfogliò la rivista velocemente soffermandosi molto a guardare una modella bionda con la pelle bruna in prima pagina e quasi non si fece mettere giù da un tir.
Continuò a sfogliare la rivista e a grattarsi il mento.
Quando ebbe finito di leggere gli articoli più interessanti lanciò la rivista dietro di sé, colpendo la faccia di una donna con i capelli castani che stava portando in giro il suo bambino. Matteo ridacchio e finì con un grande morso la ciambella.
Ad un tratto il telefono che teneva nella tasca laterale dei jeans cominciò a suonare. Sospirò e prese il telefono.
Numero Privato.
Inarcò le sopracciglia: probabilmente era uno dei suoi amici che voleva fargli uno scherzo telefonico, era sabato sera, ci poteva stare. Eppure era curioso di scoprire di che genere di scherzo si trattasse. La sola idea che qualcuno gli dicesse: "Ehi, hai ordinato dei pannolini Pampers?" lo faceva morire dalle risate.
-Pronto? - disse rispondendo al telefono e trattenendo le risa.
Nessuno rispose.
-Pronto? -
-Guardati le spalle. -
Matteo sobbalzò: la voce che aveva pronunciato quelle lugubri parole era ritoccata con un qualche programma, si sentiva.
-No, guardo avanti, sennò vado a sbattere. - disse scherzando lui pensando ancora che si trattasse di uno scherzo.
-Sta per arrivare... -
-Chi? Babbo Natale? O forse l'uomo nero? -
-Sta per arrivare la Morte... -
-Vai a quel paese. - dicendo questo Matteo attaccò il telefono e continuò per la sua strada.
-La morte... - disse fra sé e sé - quale psicopatico farebbe uno scherzo del genere? -

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