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12 | Erasmus Diaries: parte uno

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Sono viva! Strano ma vero!!

Sono scomparsa per quasi due mesi e non ho detto più niente della mia vita o delle mie storie, quindi credo sia un buon momento per raccontare un pochino di cose. Per chiunque sia nuovo, ripeto che mi trovo in Erasmus questo semestre. Vi scrivo dalla piovosa Irlanda, precisamente da Limerick!!

Visto che questo libro non solo è un modo per comunicare con voi, ma anche una specie di Diario per me, credo possa essere interessante soffermarmi e raccontare un pochino la mia esperienza dopo ormai un mese che sono qui. E' un modo per me di poter rivedere e rivivere quei piccoli dettagli che magari mi dimenticherò nel corso dei mesi.

L'arrivo a Limerick è stato leggermente traumatizzante, per diverse ragioni. La prima tra le quali, il fatto che non sono partita dall'aeroporto di Bologna (il più vicino a casa), ma da Treviso, perché i voli da Bologna costavano fin troppo di base, e quindi ho pensato di allontanarmi per rendere l'esperienza meno costosa.

In eroporto ovviamente ci sono state le lacrime dei miei genitori che mi hanno accompagnato, e mia mamma mi ha accompagnato fino ai controlli prima di lasciarmi. Il viaggio dopo i controlli è stato molto normale. Non avevo realizzato fino a quando non stavo aspettando di salire sull'aereo di essere circondata da persone che parlano solo inglese, perché mi sono girata per chiedere una cosa al signore accanto a me e ovviamente ho parlato in Italiano. Lui mi ha guardato stranito e lì ho leggermente realizzato che sto per andare all'estero per quattro mesi.

Una volta arrivata a Cork, a circa due ore da Limerick, la mia più grande preoccupazione era che l'ora di tempo che mi ero data per ritirare la valigia non sarebbe stata abbastanza, ancora traumatizzata dalla volta in cui a Bologna aspettai due ore prima che il nastro iniziasse a girare con le valigie. Questo non è però stato il caso, e ho ritirato la mia valigia immediatamente, e quindi avevo tempo per capire da dove dovessi prendere l'autobus per andare a Limerick.

Il resto del viaggio è stato molto semplice, e quando sono scesa a Limerick ho fatto amicizia con un'altra ragazza che era in autobus con me, e che aveva preso il mio stesso aereo, e abbiamo deciso di dividere un taxi per arrivare ai nostri studentati. Così è volato il primo giorno.

Il secondo giorno credo sia stato uno dei più traumatizzanti fino ad adesso. Ovviamente sono dovuta andare a comprare le prime necessità per la casa e la colazione, e quando sono uscita dal supermercato (che tra parentesi è a quasi 1km dal mio studentato, il solo camminare fino a lì è un allenamento) ha iniziato a diluviare. Io non mi sono portata dietro un ombrello, e non ne ho ancora comprato uno nemmeno adesso.

Sono tornata in appartamento con i miei beni essenziali e bagnata dalla testa ai piedi, solo per incontrare i primi due coinquilini dei cinque con cui vivo. Immaginatevi la scena.

Parlando dei miei coinquilini, non mi posso lamentare perché, dopo aver sentito le storie di altri appartamenti e delle altre persone, so che i miei non sono il peggio possibile, anzi. Come ho detto, sono cinque (più io, in totale 6) e sono tre ragazzi e altre due ragazze: una francese, una svedese, un americano, uno svedese e un tedesco. So che mia madre è super felice della coinquilina francese perché mi ha detto fin da subito di parlare con lei in francese "in modo che tu possa ricordarti un'altra lingua". Non serve dire che non lo faccio perché la mia pronuncia è terribile, ma sono felice di poter dire che la capisco al 90% quando parla. 8 anni di francese non sono scomparsi del tutto.

La prima settimana a Limerick era completamente organizzata per l'orientamento, quindi fatta affinché conoscessimo altre persone e capissimo com'è il Campus. Nulla a dire che il Campus è bellissimo e la biblioteca pure (vi scrivo questo capitolo proprio dalla biblioteca). Ho avuto modo di conoscere altre persone, di cui altri tre italiani, e in generale crearmi un gruppo di amici che non mi dispiace.