Tornò a casa che erano le sette di sera. Grimmauld Place non era mai stata tanto cupa come quel giorno. Forse perché il cielo aveva deciso di annuvolarsi e piovere mentre era sulla via di casa.
Un forte profumo di arrosto invadeva l'atrio, la cucina in fondo al corridoio aveva la porta socchiusa e si poteva sentire Kreacher imprecare e andare avanti e indietro tra i fornelli.
Chiuse piano la porta e si tolse le scarpe con la suola bagnata e a passo felpato salì le scale fino al primo piano, dove si trovava la sua camera.
Si chiuse dentro e sospirò, rilassandosi dentro il suo ambiente familiare. Si cambiò mettendosi dei vestiti più comodi, si sedette sulla scrivania e accese il suo tablet. Il suo mondo.
Là, dove la sua mente si divertiva a creare. Tra disegni e piccoli racconti, aveva un esiguo seguito su instagram. Era arrivato a duemila followers, ma non era nulla in confronto a tanti altri abilissimi artisti e scrittori.
Aveva iniziato da pochi anni, comunque. Non che gli interessasse avere tanto seguito, ma adorava quando le persone, anche se sconosciute, apprezzavano una sua opera.
E lui migliorava nel disegno anno dopo anno, finché non aveva deciso di seguire l'esempio di artisti che ammirava molto.
Controllò le notifiche del suo profilo in cui postava i disegni, rispose ad alcuni commenti e poi entrò sul suo profilo privato, giusto per dare un'occhiata.
La prima foto che apparì nella home fu quella di Sirius, che si faceva un selfie insieme a Remus.
Sorrise, anche se con un leggero rammarico e gli mise il cuore. Poi si ricordò di avere delle foto con Alexa.
Una, in realtà.
La guardò per un po', indeciso o meno se tenerla oppure toglierla. Aveva scritto nella descrizione pure la data di quando si erano messi insieme ufficialmente.
Controllò il profilo di lei.
Aveva cancellato tutte le foto con lui.
Fece lo stesso, provando una fitta al cuore. Anche se non l'amava, ci teneva a lei, ma aveva preferito non avere più alcun contatto.
Non poteva darle torto. La capiva troppo bene.
Ci fu un rumore fuori in corridoio che lo fece rizzare sulla sedia e poi qualcuno bussò alla porta.
Sua madre non gli diede neanche il tempo di dire "avanti" che lei la aprì, come se non stesse invadendo la sua privacy.
«Sei tornato» disse lampante. «La cena è quasi pronta, affrettati, che abbiamo come ospiti le tue cugine.»
«Okay.»
«Tutto bene? Perché stai al buio?»
Walburga accese la luce, e Regulus dovette mordersi la lingua. Spegnila, cazzo, chi ti ha chiesto di accenderla?!
Non avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo.
«Sto bene.»
«Bene, mettiti qualcosa di un po' più elegante.»
«Per-» Walburga uscì e chiuse la porta, «ché... Fanculo» borbottò, dicendo addio alla sua sessione di disegno.
Si cambiò di nuovo, ma non si vestì eccessivamente elegante. Solo una camicia nera e dei pantaloni abbinati. E le scarpe. Odiava dover indossare le scarpe in casa, perché suo padre, quando avevano ospiti, diceva sempre che bisognava essere sempre perfettamente impeccabili.
Regulus sospirò e scese giù in sala da pranzo. Ad aspettarlo, c'erano i suoi genitori, i suoi zii e la figlia di mezzo, nonché la cugina che più detestava: Bellatrix.
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Imperfect | Regulus Black
ФанфикRegulus non è un ragazzo perfetto. Lo fa credere davanti alla sua famiglia, perché è quello che vogliono. Ciò che lui vuole però gli fa paura e vuole celarlo per non finire come suo fratello. Solo chi gli vuole bene veramente, lo spingerà ad essere...