Regulus si stringeva nella giacca. Tremava per il freddo e per la paura di rimanere da solo troppo a lungo.
Guardava insistentemente l'ora, contando ogni secondo di troppo che ci stava mettendo Remus ad arrivare. Il marciapiede era un andirivieni di persone e la sua ansia non faceva che aumentare. Gli erano arrivati persino dei messaggi da parte di Noah, il quale era in pensiero per lui, perché era sparito.
Voleva scomparire, in effetti. Senza lasciare alcuna traccia, cancellandosi nella memoria delle persone, come succedeva in Eternal Sunshine of Spotless Mind. Sarebbe stato tutto più facile, cancellare la memoria dei suoi affetti e la sua. Avrebbe ricominciato da zero in solitaria.
Finalmente un messaggio richiamò la sua attenzione, allontanandolo da quei pensieri immondi. Era Remus e lo avvisò che aveva appena parcheggiato nella via a destra adiacente al locale.
Regulus iniziò a incamminarsi in quella direzione, ma non era arrivato ancora all'angolo dell'incrocio che, invece di vedere Remus sbucare da lì, avvistò suo fratello.
Si arrestò nell'esatto momento in cui lo riconobbe e la paura iniziò a implodere dentro di lui.
«No, no, no, no.»
Indietreggiò e notò Remus arrivare di corsa dietro Sirius.
«Non doveva esserci lui!» gridò Regulus in preda al panico.
Sirius si avvicinò. «Reggie, ehi, calmati, calmati.»
Lo strinse in un abbraccio a cui Regulus cercò di divincolarsi. Poi si abbandonò al calore di quella stretta e le lacrime scivolarono lungo le guance. Si aggrappò alla sua giacca di pelle, inspirando a fondo il suo profumo.
Sirius passò le dita tra i suoi capelli e lo trascinò via da quel posto.
«Io rimango dietro con lui.»
«Sì, certo» rispose Remus prendendo le chiavi della macchina.
Regulus si sentì un bambino in quel momento. Chiuse gli occhi non appena si accucciò al fianco di Sirius, col respiro corto. Il rumore dell'accensione della macchina gli sembrò un'esplosione e si coprì le orecchie. Attorno a lui il mondo aveva iniziato a girare e l'aria gli mancò di nuovo nei polmoni.
Sirius provò a sussurrargli che andava tutto bene e che era al sicuro. Gli accarezzò anche la nuca e dopo qualche minuto l'aria cominciò a entrare meglio e il battito del suo cuore rallentò man mano che riprendeva fiato. Quella carezza dietro la nuca non si fermò mai, neanche quando la macchina si arrestò in un parcheggio davanti a un food truck.
Fu lì che Regulus alzò la testa per la prima volta e guardò fuori. Erano in un quartiere che Regulus conosceva e questo lo confortò. Si appoggiò sulla spalla di suo fratello e attese con gli occhi chiusi che l'ansia se ne andasse.
Remus tornò in macchina e si girò per passare a Sirius un sacchetto.
«Reg, bevi un pochino.»
Regulus annuì e prese la bottiglietta d'acqua. La mano gli tremava e Sirius dovette aiutarlo a tenerla, altrimenti se la sarebbe versata addosso.
«Andiamo a casa...?» disse dopo qualche istante. Era a pezzi e aveva un mal di testa lancinante.
«Dai nostri genitori?» chiese Sirius, passandogli una mano tra i capelli. Doveva sembrare sconvolto, ma suo fratello sapeva sempre prendersi cura di lui senza mai giudicarlo.
«No, no» rispose scuotendo forte il capo. «Da voi.»
«Sei sicuro? Magari possiamo chiamare Evan o Barty...»
STAI LEGGENDO
Imperfect | Regulus Black
Fiksi PenggemarRegulus non è un ragazzo perfetto. Lo fa credere davanti alla sua famiglia, perché è quello che vogliono. Ciò che lui vuole però gli fa paura e vuole celarlo per non finire come suo fratello. Solo chi gli vuole bene veramente, lo spingerà ad essere...