Evan era rimasto di sasso quando lo trovò davanti casa sua. Conosceva troppo bene Regulus: era una persona organizzata e puntigliosa, odiava cambiare piani all'ultimo minuto. Quel giorno era diverso dagli altri, ed Evan glielo aveva letto negli occhi.
Regulus non ci aveva pensato due volte a scegliere di rifugiarsi a casa di Evan. Sapeva che l'avrebbe accolto nel caso fosse successo. Ed era successo.
Evan aveva mollato il suo skateboard e gli era corso incontro per abbracciarlo.
Non c'era neanche bisogno di parlare.
Lo accolse in casa, gli diede a disposizione la stanza per gli ospiti e poi chiamarono Barty.
Avevano passato due ore sul letto. Regulus aveva raccontato tutto quello che era successo dalla notte prima.
In mezzo ai suoi due migliori amici, si sentiva al sicuro. Non aveva bisogno di consolazioni, ma solo di essere ascoltato.
Non aveva versato neanche una lacrima. Sapeva che piangere per sua madre, per quello che avevano deciso di fare a lui e Sirius era sbagliato. Provava soltanto un grosso sollievo. Il peso che aveva sul petto non c'era più.
«Adesso cosa farai?» chiese Barty mentre gli accarezzava i capelli. Un gesto dolce che non era neanche da lui.
«Se Evan ha pazienza, resterò qui fino alla laurea.»
«Ne abbiamo già parlato prima. Resterai per tutto il tempo che vuoi.»
«Grazie... e poi, con i soldi che ho messo da parte, riuscirò un apprendistato di belle arti.»
«Cosa?»
Barty era scioccato e si era seduto a fissarlo come se gli fosse spuntata una seconda testa.
«Sì, sapete che mi piace disegnare. Per tutti questi anni la mia passione è aumentata e vorrei continuare su quella strada, anziché fermarmi su una laurea che hanno scelto i miei genitori.»
«Fai solo bene, Reggie.»
«E non ce l'hai mai detto?» chiese Barty. Tirò fuori il suo tabacco e le cartine.
«Pensavo che fosse un sogno stupido, ma vorrei poter pubblicare dei funetti.»
«Dio, non ti ci vedo proprio» scherzò Barty, girandosi la sigaretta. «Se è quello che vuoi vai avanti per la tua strada.»
Il telefono di Regulus squillò. Lesse il nome sullo schermo e sospirò cercando di prepararsi mentalmente un discorso che non avrebbe agitato Sirius.
«È mio fratello» avvisò solerte.
Evan e Barty lo lasciarono solo in camera e lui rispose al telefono.
Spiegò a Sirius quello che era successo e si sentì inondare da una bella sensazione. Un benessere quasi innaturale.
Se ce l'aveva fatta Sirius a costruirsi una vita senza l'aiuto dei suoi genitori, allora poteva farcela anche Regulus.
***
Non aveva pensato a quanti schiamazzi ci sarebbero stati alla sua festa di compleanno e di laurea. I due eventi combaciarono nella stessa settimana e il sabato aveva deciso che festeggiarli insieme sarebbe stato più che logico.
Regulus aveva chiesto a Remus di usare casa sua, dato che era provvista di un piccolo giardino. Avrebbero grigliato e ci sarebbe stato abbastanza spazio per gli invitati.
Evan e Barty erano arrivati per primi. Abbracciarono velocemente Regulus e andarono a salutare prima Remus e Teddy, infine Sirius. Barty gli fu più avvinghiato di quanto Regulus si aspettasse, e pensare che mesi fa non gli stava molto a genio per come si era comportato con lui.
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Imperfect | Regulus Black
FanficRegulus non è un ragazzo perfetto. Lo fa credere davanti alla sua famiglia, perché è quello che vogliono. Ciò che lui vuole però gli fa paura e vuole celarlo per non finire come suo fratello. Solo chi gli vuole bene veramente, lo spingerà ad essere...