" siamo una stella binaria, ovvero due stelle che appaiono vicine se osservate dalla Terra, ma che non hanno alcun legame gravitazionale fra loro "
ACHILLE'S POV
Perché devo fare scappare anche l'unica persona che...
<< oddio scusami non volevo >> una ragazza alta e dai capelli castano chiaro mi urta facendomi cadere il lecca lecca che poco fa, appena uscito dalla mensa, mi ero preso
<< non fa niente tranquilla >> la rassicuro e torno sui miei passi, attraverso il lungo corridoio che separa la mia meta, mi dispiace aver lasciato mia sorella e Ravi "da soli" però ho fatto un errore e devo rimediare.vado negli spogliatoi maschili della pista di pattinaggio, era da un po' che non entravo qua dentro, c'è ancora quell'aroma nauseante di sudore maschile, mi appoggio all'armadietto del ragazzo dai capelli castani, mi accendo una sigaretta e ne prendo un tiro
<<cosa ci fai qua?>> domanda Eracle entrando negli spogliatoi <<volevo vedere il figlio di Giove com'era cambiato dopo un anno>> commento mentre prendo un altro tiro dalla sigaretta, lui mi si avvicina, tanto, i nostri volti sono ad un palmo di distanza, le sue iridi sono incastrate nelle mie, mi sono perso nei suoi occhi dal primo momento che l'ho visto <<non si fuma qua dentro semidio>> dice mentre sfila dalle mie dita la sigaretta e la butta nel cestino dopo averla spenta
<<cosa è successo?>> domando, è più freddo rispetto a prima, cosa gli è successo? Lui si siede sulle panche e io rimango appoggiato agli armadietti con le braccia conserte <<di tutto, sono stanco fisicamente e mentalmente.. in oltre..>> non rimango troppo sorpreso dalle sue parole, gli sono sempre stato vicino e so che ha passato un brutto periodo in passato che lo insegue tutt'ora, non mi ha mai detto realmente cosa era successo e finché non si sentirà pronto non lo obbligo, mi avvicino a lui e mi abbasso alla sua altezza
<<e..?>> domando <<tu non eri qua, si avevo Luke ma tu.. sei andato via così, senza spiegare il perché, pensavo che..>> non lo faccio finire di parlare e faccio una cosa che solo con lui faccio, e che nessuno sa, gli lascio un bacio sulla punta del naso, tempo fa questo lo aiutava a "calmarsi", per camuffare la cosa lo chiamiamo..
<<un ki?>>
dice lui, è l'abbreviazione di kiss, mi alzo e gli porgo la mano <<esatto, ora usciamo prima che ci chiudano qua dentro>> annuisce, afferra la mia mano e usciamo dall'edificio, ormai non c'è più nessuno, le nostre mani rimangono legate l'un l'altra e nessuno dei due ha intenzione di staccarsi;
<<hai da fare?>> chiedo mentre iniziamo a camminare verso i parcheggi <<no oggi no, perché?>> domanda incuriosito mentre arriviamo alla mia Cadillac nera <<allora sali>> apro la macchina e salgo, lui rimane un attimo perplesso ma subito dopo mi segue
<<dove vuoi andare semidio?>> dice mentre si mette comodo e appoggia la testa al finestrino
<<vedrai>> rispondo in modo vago mentre parto, in realtà voglio portarlo a divertirsi, per una volta ha bisogno di svagarsi, di pensare a se stesso.🎡🎡🎡
Parcheggio in un'ampio spiazzo, sotto un'albero. Un rumore assordante di canzoni sparate al massimo volume e delle urla di divertimento, ci sovrastano << Il Luna Park >> Bofonchia Er sovrappensiero con un filo di voce, mi giro verso di lui sorridendo << Si, figlio di Giove, ti ho portato al Luna Park >> lui ricambia il sorriso << Perché? >> Domanda un po' confuso mentre scendiamo dall'auto << Avevi bisogno di svagarti >> rispondo mentre lo affianco chiudendo l'auto e lasciandola alle nostre spalle. Il suo volto si illumina, si ferma per un attimo e d'improvviso mi abbraccia mi sovrasta di qualche centimetro e appoggia il mento sui miei capelli, passa un secondo e ricambio l'abbraccio, rimaniamo così per qualche istante, che sembra infinito.
Ci stacchiamo e mi fissa << Ho fatto arrossire il Semidio >> si gongola, tirandomi una pacca sulla schiena, sorridendo. Gli do una piccola spinta ma dopo poco scoppiamo a ridere, e quando iniziamo a camminare le nostre mani si sfiorano. Ci troviamo a pochi passi dall'entrata del Luna Park e un'arco luminoso é sopra il cancello con su scritto "Il Luna Park dei desideri", dietro di esso si estendono una serie infinita di giostre colorate, tutte illuminate con colori diversi, ammetto che mi sta salendo l'ansia solo a vedere quanto sono alte << Er, entriamo? >> domando e lui annuisce; ho bisogno di staccare anche io e dimenticare gli occhi della gente, gli circondo le spalle con il braccio destro facendola sembrare una stretta amichevole ma la verità è un'altra.. Appena entriamo nel parco noto che è più grande di come sembra da fuori << Allora, da dove vuoi iniziare? >> domando mentre osservo le numerose giostre intorno a noi sperando che non mi chieda di andare su giostre troppo alte, tipo il bruco mela per bambini sarebbe fattibile << Ti prego, andiamo lì >> Dice entusiasta, indicando le montagne russe alla sua destra, ecco la mia fine, il panico si irradia nelle mie vene, vedo il ragazzo accanto a me fare un piccolo sorrisetto, sento che sta per arrivare qualcosa che non mi piacerà per niente << Per caso hai paura, Semidio? >> mi dice in tono provocatorio per poi scompigliarmi i capelli con un gesto, lo guardo fulmineo e allungo un braccio cercando di replicare il suo gesto per prenderlo in giro ma lui è più alto e più veloce, mi afferra il braccio a mezz'aria, sbuffo e lui ridacchia, alla fine mi arrendo e scoppiamo a ridere entrambi di gusto, mi piace questa "spensieratezza" << Ti odio >> dico sorridendo per far capire che sono ironico, non potrei mai odiarlo << Non é vero, in realtà mi ami >> risponde scherzosamente ma è la verità, lui lo sa bene ma cerchiamo di non pensarci perché ne conosciamo le conseguenze, scuoto il capo arrendendomi ma ci accompagno un leggero sorrisetto. << Comunque non ho paura, figlio di Giove >> rispondo, no, non ho paura, sono proprio terrorizzato << Umm >> Borbotta. Saliti sulla giostra nei posti davanti, la mia gamba inizia a muoversi per un tic nervoso, le sicure si chiudono, in un gesto Er poggia la sua mano sinistra sulla mia coscia, i miei occhi si spostano su essa e la mia mano raggiunge la sua. Appena la giostra parte, stringo di più la mano finché, arrivati in cima alla prima salita a momenti non glie la stacco << Semidio, mi vuoi staccare la mano? >> so che scherza ma l'imbarazzo è enorme, mentre sto per rispondergli la giostra scende a tutta velocità facendo il giro della morte, probabilmente è destino che devo morire in un modo o nell'altro, entrambi urliamo come dei bambini e scoppiamo a ridere appena ci troviamo in piano << Menomale che ero io quello ad avere paura >> lo sbeffeggiò e lui mi guarda male << Io?... No! >> Dice assumendo un'aria indifferente, e mi scappa una leggera risata << Ma se fino a cinque secondi fa stavi gridando come un bambino >> ribatto cercando di provocarlo << Ti ricordo che quello che stava per staccare la mano a qualcuno, non ero io >> contraccambia le provocazioni << Non hai le prove >> mi difendo, non lo lascio vincere così facilmente << Um non ne sarei sicuro, perché anche ora me la stai stringendo >> Dice portando i nostri sguardi sulle nostre mani ancora unite, sgamato in pieno << Un punto per te, figlio di Giove >> rispondo incurvando in su un lato del labbro e lui ricambia con un occhiolino, fino alla fine della montagna russa, le nostre mani rimangono intrecciate. Abbiamo appena finito di fare la casa degli specchi, dove sia io che Eracle abbiamo preso un sacco di testate << Semidio, andiamo a prendere lo zucchero filato? Ti prego >> Dice con voce da bambino, mentre mi strattona il braccio nella direzione in cui si trova il carretto dello zucchero filato che ha appena adocchiato << E va bene, figliuolo >> gli rispondo ridendo << Grazie, grazie, grazie >> Dice mentre saltella e non posso che ridere a questa sua figura esilarante. << Dai, andiamo >> dico afferrandogli la mano. Il ragazzo dietro al carretto sembra molto giovane, è anche molto carino, ha delle lentiggini sparse sul viso e due occhi azzurri come il cielo, ha i capelli sul rossiccio e mossi; Ci accoglie con un sorriso gentile e poco dopo affianco a lui spunta una ragazza bassina dai capelli spettinati e corvini, che gli ruba un bacio veloce sulle labbra, per poi sorriderci a sua volta. << Ciao ragazzi, come posso aiutarvi? >> Ci domanda cordialmente la ragazza. << Vorremo due zuccheri filati >> risponde Er sfoggiando uno dei suoi sorrisi caldi << Certo, li volete classici o colorati? >> Ci chiede il ragazzo, mentre accende la macchina per lo zucchero e afferra il bastoncino di legno su cui metterà lo zucchero filato << Per me allora colorota di rosso, se si può >> Risponde Er << Il mio classico, grazie >> dico, non che ne abbia molta voglia, principalmente lo faccio per lui << Noiso >> mi sbeffeggia il ragazzo affianco a me, scuoto la testa e un piccolo sorriso spunta sulle mie labbra, mentre il ragazzo e la ragazza dietro al caretto ci preparano lo zucchero filato e si scambiano qualche sorriso, scommetto che stanno insieme, sono troppo carini << Ecco a voi ragazzi >> Ci dicono in coro, porgendoci i nostri zuccheri filati. << Grazie mille >> Diciamo, er allunga una mano per pagare ma lo blocco << Pago io >> dico con tono fermo << Te lo scordi, Semidio, tu mi hai portato qua e io ti pago lo zucchero filato >> mi risponde e anche il suo tono è molto fermo e deciso, allora lo accontento; I due ragazzi ci osservano confusi e divertiti allo stesso tempo, mentre il mio amico paga mi scappa un piccolo sbuffo, volvo pagare io, è qua per divertirsi.. << Tenete il resto >> dice accompagnando con un sorriso << Sicuro? >> chiede sorpreso il ragazzo dai capelli rossi ed er annuisce << Certo >> I due ragazzi dietro al carretto sorridono ringraziando << Buon lavoro e grazie per lo zucchero filato >> dice il mio amico salutandoli e io li saluto con la mano, rivolgendomi subito al ragazzo affianco a me << Non dovevi pagarmelo >> Dico mentre camminiamo in cerca di una panchina su cui sederci. Lui sta assaporando tranquillamente il suo dolce, io mi avvicino al suo viso, ho lo sguardo un po' imbronciato, però lui tossisce per l'imbarazzo, lo noto dalle sue guance che si stanno tingendo di rosso, e ciò mi fa scattare un sorriso << Invece volevo pagartelo io >> mi risponde, abbassando il suo sguardo verso le sue converse, ho capito che sta cercando di evitarmi.. << Er ?>> lo richiamo, cerco di tagliare corto << Grazie >> Bofonchio con un filo di voce, mentre mi siedo affianco a lui. Mentre camminiamo mi sfogo un po' con lui, gli racconto a grandi linee ciò che è successo a New York e anche di Aly... << Ehy, é mia! Voglio usarla io >> Sentiamo urlare poco distanti da noi, un bambino che avrà otto anni, dai capelli biondi, e una bambina della stessa età, uguale a lui, sembrerebbero due gemelli. << Non é vero, é mia! >> Gli urla lei, facendogli la pernacchia, mentre sventola la corda per saltare rossa, come se fosse un trofeo. << Non é vero >> Le risponde lui prendendo l'altra estremità della corda, iniziando a correre trascinando la gemella che cerca di tirare nella direzione opposta, finché non si scontrano con me ed Er legandoci come due salami. << Nilde ed Elia! >> Sentiamo tuonare da una voce materna alle nostre spalle, mentre i due bambinetti si nascondono dietro di noi, aggrovigliandoci ancora di più. << Scusate >> Ci dicono in coro. << Scusateli, vi prego >> Ci dice la loro mamma, mente li riprende per mano. << Stia tranquilla, signora >> Le rispondo << Si, tranquilla. Sono bambini, non é successo nulla >> Dice il mio amico mentre consegna la corda alla madre << Non mi sono neanche presentata, sono Niobe, la madre di queste due pesti >> Io ed Er le sorridiamo, prima di rivolgerci ai bambini. << È davvero molto bella questa corda >> dice il ragazzo affianco a me sorridendo alla bambina, e non appena lo sente, le si illuminano gli occhi. << Me l'ha regalata il mio papà, ma sfortunatamente si è perso nel labirinto >> Sussurra lei, rattristandosi. << Nilde, Elia, perché non andate a giocare vicino al carretto dello zucchero filato? Rimanete dove posso vedervi e non litigate >> Dice Niobe, la voce dolce, ma incrinata dalla tristezza. I due bambini corrono via felici, ed iniziano a ridere e giocare. << Scusi se mi intrometto, il labirinto? >> Chiede Er, rivolgendosi alla madre << Il loro papà è venuto a mancare meno di un anno fa, e mi sono inventata questa storiella del labirinto, dato che uno degli ultimi regali che gli ha fatto stata quella corda rossa, come il filo di Arianna. Credono si sia perso nel labirinto del Minotauro, e che gliela abbia lasciata così che loro non facciano lo stesso errore. È stupido, lo so. Ma come fai a dire una cosa del genere a dei bambini così piccoli? Non ce l'ho fatta >> Sussurra Niobe, asciugandosi le lacrime, sorridendo dolcemente. << È una cosa molto premurosa, e sono sicuro stia facendo il possibile, e questo la rende una madre fantastica >> risponde il mio amico, io mi limito a sorridere compassionevole, onestamente non saprei come reagire davanti ad una situazione del genere, deve essere difficile per lei e per i due gemellini.. Lei ci sorride e ci ringrazia, prima di tornare dai suoi figli.
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COME LE STELLE
RandomAlya ha 18 anni, vive a New York con i nonni materni, frequenta la Juilliard e si è classificata per le regionali di pattinaggio sul ghiaccio ma non tutto ciò che vediamo è reale spesso l'ombra di una persona cela più di quello che vediamo ad occhio...