13 - To leave those times behind

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RAVI'S POV

Le parole della dottoressa mi rimbombano nelle orecchie, me l'aspettavo ma al tempo stesso speravo di sbagliarmi
<< Ravi, il tumore è tornato ma è benigno, quindi sta crescendo molto lentamente e possiamo rimuoverlo >>
un lato di me si rilassò sentendo le ultime parole, d'altra parte l'ansia di dover ricominciare con la terapia e dovermi sottoporre all'operazione mi sta divorando;
<< i-in che senso? Di nuovo? >> mi giro verso la ragazza affianco a me, sta tremando e il suo colorito si è fatto più chiaro, la dottoressa se ne accorge e le va in contro
<< siediti e respira, vi lascio dieci minuti da soli, se avete bisogno chiamatemi >> dice queste ultime parole guardandomi, capisco che ha paura della reazione psico-fisica di Alya, faccio un cenno col capo e la Milk ci lascia soli;
mi posiziono davanti alla mia amica e mi inginocchio davanti a lei, mi guarda terrorizzata, non l'avevo mai vista così
<< Ravi? C-cosa..>> non le faccio finire la frase, mi alzo e la avvolgo in un abbraccio
<< prima calmati e cerca di respirare regolarmente >> mi ascolta e cerca di fare dei lunghi respiri, prendo una sedia e mi piazzo davanti a lei

<< avevo 6 anni quando mi fu diagnosticato un cancro al cervello, passai anni della mia infanzia tra ospedali e dottori, poi finalmente quando compì 8 anni mi dissero che avevo vinto la battaglia ma che avrei dovuto fare controlli periodici >>
mi fermo e prendo fiato, lei è sconvolta ma allo stesso tempo in volto ha un espressione preoccupata e.. triste?
<< la dottoressa mi aveva avvisato dei sintomi del suo ritorno e qualche giorno fa sono apparsi >> mi fissa e la sua espressione non cambia
<< guarirai? >> le sorrido e le afferro le mani delicatamente << certo, l'hai sentita, è benigno >> tenta di abbozzare un sorriso << ora però andiamo, se avrai domande me le potrai fare in qualsiasi momento >>
lei annuisce, si alza e accompagnata dalle stampelle si dirige verso l'uscita, io la seguo standole accanto assicurandomi che non cada.

Ci incamminiamo verso la mia moto << e i tuoi genitori? >> bella domanda
<< vuoi la cruda verità
o la bella bugia? >>
Sul mio volto appare un sorriso acido
<< quella vera, non mi piacciono le bugie.. >> dice queste ultime parole con un leggero tono di amarezza, respiro e mi immergo nei ricordi
<< mi pagavano le cure e me le pagheranno anche adesso però non ci sono mai stati, andavo a fare le visite da solo, mi mettevano in un taxi e mi affidavano al tassista fino all'ospedale dove poi venivo affidato alla dottoressa, ho tanta confidenza con lei perché era l'unica a farmi veramente da genitore, mi accolse subito con calore, i miei erano troppo occupati a partecipare alle recite di mia sorella, ai suoi saggi, a tutto ciò che riguardasse la sua vita..>>
mi rattristo pensando al passato..

se mi odiano perché mi hanno voluto?

<< mi dispiace.. >> si ferma e mi guarda dritta negli occhi

<< però adesso dimenticati del passato, ci sono io, quando ti darà gli appuntamenti dimmelo che ti accompagnerò e se soffrirai potrai stringermi la mano quanto vorrai,
ora non sei più solo >>

Rimango a guardarla senza parole, le lacrime minacciano di uscire ma non lo fanno, abbozzo un sorriso, mi avvicino a lei e l'abbraccio delicatamente appoggiando la mia testa sulla sua spalla destra
<< Grazie.. >>

Dopo qualche secondo ci stacchiamo e riprendiamo a camminare fino ad arrivare davanti alla mia moto,

stare vicino a lei è come camminare tra le stelle

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