rieccolo

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Aubrey aveva il viso pallido, era stesa per terra "che è successo?" chiesi "è difficile da spiegare Gigi.." disse mio fratello abbracciandomi "dimmelo" insistetti fermamente "Gigi.." probabilmente lo sapevo. La leggera polverina bianca che aveva fra il naso e la bocca faceva capire che era in overdose. Feci finta di non essere interessata e andai in camera mia, mi stesi sul letto guardando il soffitto. Il mio telefono iniziò a squillare e la mia canzone preferita iniziò

In the day, in the night
Say it right, say it all
You either got it or you don't
You either stand or you fall
When your will is broken
When it slips from your hand
When there's no time for joking
There's a hole in the plan
Oh, you don't mean nothing at all to me (Hey, oh, oh, hey)
No, you don't mean nothing at all to me (Hey, oh, oh, hey)
But you got what it takes to set me free (Hey, oh, oh, hey)
Oh, you could mean everything to me (Hey, oh, oh, hey)
I can't say (say) that I'm not (not) at a loss (loss) and at fault (fault)
I can't say (say) that I don't (don't) love the light (light) and the dark
I can't say that I don't (don't) know that I am alive
And I love what I feel (feel)
I could show (show you) you tonight, you tonight
Oh, you don't mean nothing at all to me (Hey, oh, oh, hey)
No, you don't mean nothing at all to me (Hey, oh, oh, hey)
But you got what it takes to set me free (Hey, oh, oh, hey)
Oh, you could mean everything to me (Hey, oh, oh, hey)
From my hands I could give you something that I made
From my mouth I could sing you another brick that I laid
From my body (from my body) I could show you (I could show you)
A place (a place) God knows (that only God knows)
You should know, this space is holy (Oh oh oh oh)
Do you really wanna go? (Three, four)
Hey, hey, hey
You don't mean nothin' at all to me
Hey, hey
Hey, hey, hey
You don't mean nothin' at all to me
Hey, hey

(Nelly Furtado, Say It Right)

allungai la mano e presi il telefono, c'era segnato un numero sconosciuto

G: pronto?
X: ei Georgia..sono Nate, quello del parco
G: oh ciao..uhm come hai il mio numero? Non ricordo di avertelo dato
N: è una lunga storia
G: ho molto tempo
N: non di meglio da fare che ascoltarmi?
G: dovrei finire di preparare la valigia..domani vado
N: oh si..anche mia sorella.. comunque che fai?
G: niente. Sono in camera mia, mia sorella è appena svenuta per overdose... probabilmente crack o metanfetamina..
N: lo racconti come se fosse normale
G: non è normale
N: ti tiro su il morale?
G: no grazie, ma puoi raccontarmi di come hai il mio numero mentre preparo le valigie
N: se proprio insisti

parlammo circa un'ora e riuscì a strapparmi qualche risata, forse stavo già iniziando a stare meglio..


IL GIORNO DOPO

mi svegliò mio fratello bussando alla porta ripetutamente "Gigi alzati e preparati che fra poco parti" ripeté 2 o 3 volte. Finalmente mi alzai e andiamo a vestirmi. Misi una maglia a maniche corte bianca e una felpa violacea e poi dei jeans normalissimi.

Legai i capelli nella mia solita treccia disfatta e portai giù le borse con l'aiuto di mio fratello

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Legai i capelli nella mia solita treccia disfatta e portai giù le borse con l'aiuto di mio fratello. Mia sorella non c'era e nemmeno mio padre "è all'ospedale con Abs cara, andremo a visitarla dopo" disse mia madre "puoi provare a mangiare qualcosina? chessó.. un po' di frutta o dei biscotti" io scossi la testa "Gigi dai" insistette mio fratello "un tè caldo e basta" Cole e mia madre si guardarono senza speranza e mi portarono la tazza bollente che bevetti svogliatamente. Erano le 9.15 e fra poco mi saremmo andati a prendere il treno "alle 9.45 partiamo, andremo in treno perché la macchina c'è l'ha papà" disse Cole finendo di prepararsi. La stazione era dietro casa, distava circa 4 minuti a piedi.

Arrivammo in stazione e poco dopo il treno arrivò e allora ci sedemmo, avevamo una cabina spaziosa e stranamente eravamo solo noi. La mia preoccupazione era trovare qualcuno con una storia più triste della mia, probabilmente succederà, ma non voglio accettarlo. Mi hanno sempre aiutata e non lo nego, ma sto letteralmente andando in un ospedale psichiatrico..forse non hanno fatto abbastanza loro? O forse io non mi sono fatta aiutare del tutto.

Mancava ancora un'ora di treno, per muovermi un po' decisi di andare in bagno, "Cole puoi accompagnarla per favore?" chiese mia madre a lui, annuì e mi seguì. Arrivai davanti al bagno che era però occupato, bussai e mi rispose una voce familiare "occupato". Aspettai e poco dopo uscì dal bagno lui, Nate. Non capivo perché era qui finché non mi ricordai di sua sorella "Ei Georgia, come stai?" chiese, come potevo stare? Come può stare una ragazzina in treno diretta verso un ospedale psichiatrico? Sorrisi e dissi che stavo bene, lo sorpassati ed entrai in bagno. Rimasi sorpresa nel trovare della polverina bianca sul lavandino, non rimasi sorpresa però del fatto che non dovevo fidarmi, nuovamente.

TEARS-Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora