Febbraio 1679
1. Finalmente m'è concesso parlarne.
È arrivato il momento che più l'anima mia, desiderava.
Il bruco, di cui tu parli sorella, non era altro che il mio corpo prima di essere qui* e la farfalla che poi libera vola in cielo, rappresenta invece la me di adesso, la quale dopo aver incontrato Dio è pronta a perire per vivere in Lui.
2. So, che dall'ultimo inchiostro n'è passato di tempo e difatti la mia memoria non è del tutto in grado di ricordare ciò di cui ha già trattato, ma son certa che lo Spirito Santo mi aiuterà, come sempre ha fatto, dato che per il Signore io sono solo un mezzo per far arrivare la Sua parola a tutti coloro che un giorno leggeranno questo breve ma intenso scritto.
3. Perciò, tralasciando chiacchiere inutili, per meglio comprendere l'orazione di unione**, che tu Teresa hai perfettamente descritto e collocato in questa quinta dimora attraverso la metamorfosi del bruco; se il Signore me lo concede, vorrei provare anch'io a parlarne, servendomi però d'un altro esempio: la crescita dell'edera.
Secondo conoscenze personali, questa pianta dopo aver avuto un primo decorso iniziale inizia a circondare e stringere qualsiasi cosa sia a lei vicina e se da un lato essa, quando incontra un qualcosa di stabile e forte (Dio) l'avvolge sino a divenire un tutt'uno con esso; quando invece trova un qualcosa di apparentemente attraente ma in realtà debole (demonio), succhia la linfa dell'ospite in modo da farlo perire e distruggere la sua vera essenza.
Questo paragone, certamente meno inerente del tuo sorella, potrebbe sembrare non ben centrato con l'argomento (orazione di unione), ma se noi individuassimo in esso il soggetto principale, cioè Dio, senza curarci di ciò che magari accade per davvero in natura, ma pensando solamente al piegarsi dello stelo e delle foglie che l'edera compie per conformarsi e somigliare maggiormente alla forma dell'ospite vicino; allora, anche chi non ha mai vissuto tale tipo d'orazione potrebbe completamente immergersi col pensiero in essa.
4. Che il Signore m'abbia ben aiutata a scrivere ciò che ho scritto e che io sia stata degna di farlo, dato che nessuna parola è in grado di descrivere tutto questo, se non quelle che Dio stesso sceglie di porre nel cuore degli eletti.Marzo 1679
1. "L'intera nostra vita è nascosta in Cristo" o meglio "la nostra vita è Cristo" [Col 3,3-4].
Questo è quanto tu poni nella quinta dimora, per far arrivare alle tue consorelle e non solo, il messaggio che tale stanza del castello deve contenere.
Il perno, cioè, della vita di ciascun amante di Cristo (e non mi riferisco solamente a tutti coloro i quali, spogliati delle loro miserie, ormai nudi si sono mostrati al Salvatore per farsi vestire di nuova forma; ma anche di tutti quelli che pur non facendo ciò, nel loro cuore inizia a germogliare il seme piantato da Lui...) deve essere quello di prendersi cura della propria vita, poiché questa deve esser vissuta come se fosse quella del Creatore, una vita dunque gelosamente curata e custodita.
Ed è proprio su tale argomento, che un passo del Vangelo di Luca (che proprio stamani ho ascoltato assieme alle consorelle, nel tempo della messa mattutina) esplica nel miglior modo possibile la questione:
"Or come si riuniva una gran folla e la gente di ogni città accorreva a lui, egli disse in parabola: «Il seminatore uscì a seminare la sua semenza; e, mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada: fu calpestato e gli uccelli del cielo lo mangiarono. Un'altra cadde sulla roccia: appena fu germogliato seccò, perché non aveva umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine: le spine, crescendo insieme con esso, lo soffocarono. Un'altra parte cadde in un buon terreno: quando fu germogliato, produsse il cento per uno». Dicendo queste cose, esclamava: «Chi ha orecchi per udire oda!» I suoi discepoli gli domandarono che cosa volesse dire questa parabola. Ed egli disse: «A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio; ma agli altri se ne parla in parabole, affinché vedendo non vedano, e udendo non comprendano."2. ...anche questa volta, credo di aver vagato in questioni ben del tutto diverse da quelle di cui stavo parlando, ma è più forte della mia stessa volontà, dato che per me quando si parla di Gesù non esiste un unico argomento ma molti...
e mi scuso ancora una volta con Lui e con la carta che sto sciupando se quanto scritto è sbagliato o di troppo, ma tutte queste parole mi vengono semplicemente dal profondo e non riesco in alcun modo a placare questo fiume che impetuoso scorre nel mio animo...
...difatti quando sono qui, in questa umile cella a scrivere, prima di farlo porto sempre tutta me stessa dinnanzi a Gesù sacramentato, chiudo gli occhi e rimango ad ascoltare nella quiete del luogo, la Sua voce.
Dopo averlo fatto, il sereno torna in me ed un caldo e dolce profumo pervade la stanza.
Se questa non è la grazia di Dio, chiunque legga venga a prendermi, mi rinchiuda in un posto al di fuori del mondo e getti la chiave.
Pur di vivere con tale tormento preferirei morire!Aprile 1679
3. Chi, se non Lui, si è immolato per noi ingrati peccatori per donarci il perdono dai peccati?
E Chi, se non Lui, è risorto per mostrarci la misericordia di una vita eterna nella salvezza dello Spirito?
Solo Lui, il Signore, l'Altissimo, Colui che è con ciascuno di noi sempre;
il Solo che "Sta alla porta e bussa" [Ap 3,20] poiché l'unica cosa che desidera è aprire il cuore di ogni figlio, per farlo simile al Suo.
Come l'edera e la bianca farfalla (che tu scrivi) riescono finalmente a trovare la pace e la quiete in Cristo e con Cristo, così anche noi con umiltà dinnanzi a Lui, possiamo e dobbiamo quotidianamente disporci per accoglierlo e farLo abitare nelle nostre vite poiché mai al mondo, ci dimenticassimo del Suo Volto e della Sua Santa presenza.
Sia Egli sempre lodato e benedetto!4. Teresa, amando nostro Signore e facendo nostra la Sua vita, ci è dunque possibile riconoscere le debolezze che c'appartengono e non esprimere avventati giudizi circa le sottili mancanze dei fratelli a noi più vicini.
E dinnanzi, perciò, ad un cuore ormai puro e ad una fede giovane, gioiosa, missionaria e combattiva, come quella della Vergine Maria, nostra tenera madre, ognuno è libero di amare incondizionatamente, senza alcuna riserva il proprio prossimo.
5. Questo concetto, se la mente non m'inganna, credo di averlo già trattato nella prima dimora e non me ne vogliate se ciò è successo, ma questo vuol semplicemente dire che se nella prima stanza abbiamo messo solide basi per far si che questo avvenisse, in tale dimora (sempre più vicina al Signore) siamo riusciti a concretizzarlo.
Piaccia sempre a Sua Maestà che riusciamo a renderGli qualche servizio, senza tutte le manchevolezze che sempre commettiamo anche nelle opere buone.-------------------------
*nel monastero di San Giuseppe
**"Con l'orazione di unione, l'anima vede aprirsi le porte di un mondo nuovo dagli orizzonti divini, in cui va sempre più inoltrandosi sino a perdervisi tutta, in una fiamma di amore e di dolore. L'unione, infatti, si realizza in tanta profondità e con tanto vigore che, concentrando in Dio le potenze spirituali, ne risulta una specie di attenuazione della vita sensitiva, per cui l'anima si trova incapace di qualsiasi iniziativa personale e quasi del tutto separata dal mondo. È questo il fenomeno chiamato estasi, che è la conseguenza di una attività spirituale ad altissimo livello e di un intenso assorbimento in Dio, per cui i sensi esterni paiono come inchiodati su Lui o sull'oggetto che manifesta."
[tratto da uno scritto teresiano]

STAI LEGGENDO
Il Dolce Supplizio
SpiritualUna giovane donna, forte della propria vocazione religiosa, entra nel monastero carmelitano di San Giuseppe, a Toledo (Spagna) nel 1677: un secolo esatto dalla pubblicazione della celebre opera: "Il Castello Interiore" di suor Teresa d'Avila, fonda...