Capitolo Nove: "Happy birthday"

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<< Quindi Vivi, chi sei tu? >> Lucia mi punta una carota, interrompendo la conversazione tra Gaia e Sarah sul fidanzato della prima e facendo ridacchiare me.

Laguardo confusa, non capendo cosa voglia sapere e alzo le spalle.

<< Non sappiamo niente di te, nel senso: le foto al muro le abbiamo viste ma niente riguardo qualcosa di più profondo >> la mora si interrompe e la più piccola continua la frase << Non sappiammo niente sulla questione "amore" >>

Alzo gli occhi al cielo a quelle parole, dentro di me sento come una morsa nello stomaco mista d'angoscia e dolore. Velocemente prendo il block-notes e scrivo "nessun amore passato o in vista.".
Il punto ben evidente alla fine della frase.

Sentendo già il respiro mancare e gli occhi inumidirsi, mi alzo senza lasciare il tempo di replicare e mi avvio fuori dalla cucina, mentre cammino però mi ricordo di che giorno sia e faccio retrofront per scrivere in un altro bigliettino un aito per loro.

°°°
La casa è decorata con i festoni sulle sfumature del Verde e sorrido avendo la certezza che le ragazze mi abbiamo ascoltato. È presente un po' di pizzo sui vassoi e su un altro tavolo è presente la torta con il numero esatto dei suoi anni: 24 anni. Io non penso proprio di riuscire a vivere fino a quegli anni, la paura che è uscita da qui un'auto mi posso investire e che io finisca al cimitero senza passare dall'ospedale mi fa salire l'ansia, quasi smetto di respirare a non sapere cosa succederà domani.

Sarah mi abbraccia da dietro, la riconosco dalle unghie sempre colorate che ha e da suoi capelli che mi solleticano il viso.
<< Tutto a posto? >> mi ritrovo ad annuire a quella domanda e poi le porto la mano sul suo braccio << Anch'io tesoro>>.

Giovanni e Nicholas ci iniziano a dire di nasconderci per ricreare l'effetto sorpresa e così i, io e sara ci ritroviamo a inginocchiarci dietro il bancone della cucina e mentre aspettiamo che il giovane arrivi, le luci si spengono.

Quando arriva in casetta e noi spuntiamo fuori come funghi, ride.
<< Di chi è la festa?>> chiede ridendo e applaudendo. La canzoncina di rito riecheggia nella casetta mentre lui con lo sguardo perlustra la cucina alla ricerca di qualcuno. Sorride quando incrocia i miei occhi, e io applaudo ancor di più quando la canzoncina finisce.

<< Grazie raga, davvero grazie >> con il piatto di pasta in mano si allontana dal tavolo ed io sono tanto concentrata a distogliere lo sguardo da lui che non mi rendo conto che lui sia al mio fianco.

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