Capitolo Dieci: "You're like me"

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HOLDEN'S POV

La festa che hanno fatto i miei compagni d'avventura mi ha scaldato il cuore, soprattutto a vederli stare insieme senza ammazzarsi.

Dopo aver spento le candeline, spezzate e aver nuovamente ringrazio tutti, la serata la passo nel giardino del retro, un mio posto abituale per rilassarmi e fumare.

<< Hol, guarda qua >> mi giro verso Kumo, che mi porge una busta aranciata.

Il regalo che mi ha fatto è spettacolare, racchiude appieno la nostra amicizia basata sull'ammirazione che proviamo per entrambi. La targhetta con il mio inedito mi augura, come detto da Tiziano, il disco d'oro.

L'abbraccio fraterno che ci diamo è la cornice del nostro rapporto e non potrei essere così tanto felice di aver conosciuto una persona come lui. Una leggera tosse ci fa sciogliere da quella stretta fraterna e ci fa, entrambi, girare verso Lavinia che stretta nella coperta è seduta nella panchina.

I colpi di tosse continuano, come lo stermuto successivo e le braccia che tirano di più verso di se la coperta.
<< Lav >> Tiziano le si avvicina, ma lei non risponde e rimane con gli occhi chiusi. Il riccio la guarda confuso per poi girarsi verso di me.
<< Ci sto io >>non so perché quelle parole siano uscite dalla mia bocca ma un senso di protezione mi sovviene quando penso a lei.

Tiziano annuisce e se ne va, mentre io mi siedo accanto a lei. Solo ora noto la pelle lucida, come se fosse reduce da un pianto, e le labbra screpolate.

<< Ehi >> non si gira, mantiene ancora gli occhi chiusi come se non mi sentisse.
<< Lav? >>le tocco la spalla scuotendola leggermente e i suoi occhi vispi si aprono e mi fulminano in un istante, per poi diventare più gentili forse riconoscendo che fossi solo io. Mi sorride e mi saluta con la mano come una bambina piccola.
<< Tutto ok? >>il suo sguardo è puntato sulle mie labbra e quando finisco di parlare lei annuisce.

L'imbarazzo si fa palpabile ma le lo rompe indicandomi il suo orecchio destro.
<< Non hai l'apparecchio >> mi accerto che sia questo quello che voglia dire e lei mi da la conferma.
<< Te lo vado a prendere se vuoi >> subito scuote la testa e fa finta di scrivere.
<< Ti prendo il block-notes? >> annuisce contenta che io l'abbia capita e vado subito nella sua camera a prendere il quaderno.

Quando torno glielo do lei inizia subito a scrivere. Mentre è concentrata l'ammiro: le sopracciglia corruciate, la lingua in mezzo ai denti e la gamba sollevata per farsi da base. I capelli scendono pigri sulle spalle e il colore sembra più spento come suoi occhi che sono contornati da leggere occhiaie.

La mano corre veloce sul foglio mentre continua a scrivere e spero solo di poter capire facilmente la sua scrittura. Mi perdo a contemplarla e non so nemmeno quanto tempo sia passato quando mi da il blocco note. Inizio a leggerlo con gli occhi, ma la sua mano corre verso di me e mi fa segno di leggere ad alta voce. Lo faccio anche se non capisco cosa cambia a lei.

"Buon compleanno, Jo. Sei diventato vecchio e io ti ho fatto un pensiero, non è niente di materiale ma sono varie parole messe una dopo l'altra".

Rido a quella frase e lancio un'occhiata a lei, concentrata ad osservare le mie labbra e le mie espressioni. "Fin dalla tua entrata sui social si è detto che fossi raccomandato perché figlio d'arte" stringo i denti pronto a leggere altre critiche nei miei confronti "e che la vittoria fosse già destinata a te, so quanto la gente può essere cattiva con frasi anche gesti ma voglio che tu non senta mai queste persone perché loro non sanno che anche se abbiamo i genitori famosi noi ci possiamo creare da soli."

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