Capitolo 3

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Il giorno seguente Isabelle fece visita a casa Bridgerton, voleva scambiare delle chiacchiere con Eloise riguardo l'ultimo articolo di Lady Whistledown.
Il pensiero di una notizia sconveniente aveva tenuto la giovane donna sveglia tutta la notte.
La mattina successiva quando aveva trovato sul tavolo a fianco all'abbondante colazione il giornale, aveva letto con attenzione ogni singola riga, il cuore le si fermó per un istante quando lesse: "Lady Isadora era stata vista allontanarsi sul terrazzo in compagnia di un uomo, forse un possibile spasimante? Solo il tempo lo dirà".
Nella fretta aveva scambiato le iniziali del nome della povera malcapitata con quelle del suo.
Per sua fortuna non trovó alcun pettegolezzo che riguadasse lei, Benedict e una bottiglia di spumante.
"Isabelle, sei arrivata finalmente! Vieni, siediti a fianco a me. Sono forse riuscita a decifrare i caratteri che usano per stampare questi articoli"
La ragazza si avviò verso Eloise attraversando l'ampio salone luminoso.

"Ieri al ballo di Lady Danbury non ho visto alcun personaggio sospetto

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"Ieri al ballo di Lady Danbury non ho visto alcun personaggio sospetto. Ho osservato con attenzione tutti gli ospiti che si trovavano maggiormente in disparte, ma nessuno ha suscitato il mio interesse"
Sul tavolino davanti al divanetto erano posizionate due tazze di te e dei biscotti. Isabelle sollevo la tazza in ceramica adornata con dei ghirigori azzurri che ricordavano le onde del mare e la avvicinò alla bocca per berne un sorso.
"Eri troppo persa a guardare gli occhi di mio fratello?" disse ridendo Eloise
Lady Isabelle che non aveva ancora ingoiato l'infuso fu sorpresa da tale domanda e si strozzó, iniziando a tossire con veemenza.
La tosse era talmente rumorosa che fece allertare anche il più grande dei Bridgerton, Anthony. Uscì dal suo studio, con passo deciso ed entrò trionfante nel salotto.
"Cos'è tutto questo baccano?" Domandò stizzito.
Isabelle che era riuscita a mandare giù il restante the e aveva smesso di tossire, rispose, rossa in volto per la vergogna.
"Perdonatemi, mi è andato di traverso il the"
"Siete voi!"
"Anthony, non provi nemmeno un po' di umanità verso chi sta male" lo rimproverò Eloise
" Una signorina non dovrebbe tossire in questo modo" rispose glaciale
"Ho chiesto scusa, ma di certo non mi inchinerò di fronte a voi per implorare il vostro perdono" rispose a tono Isabelle; che si era avvicinata al visconte.
Anthony fece due passi verso di lei, lo sguardo alto e il volto serio in segno di sfida.
I due si fissarono negli occhi per un interminabile minuto, nell'aria si respirava tensione, erano sempre più vicini, ma mai così tanto da potersi toccare. Gli occhi di Isabelle fissavano intensamente quelli color nocciola del visconte che rispecchiavano una rabbia repressa. L'odio che provavano era reciproco e si stava propagandando per tutta la stanza. Eppure nessuno dei due si azzardava a distogliere lo sguardo.
A stemperare la situazione fu Daphne che entrò nella stanza accompagnata da Colin.
"Che succede qui?" Domandò con tono dolce, avvicinandosi ai due sfidanti
"Assolutamente niente! Torno nel mio studio a rivedere le carte. Cercate di non fare troppo baccano se desiderate continuare ad avere un tetto sulla testa e un pasto caldo ogni sera" disse Anthony dopo aver lanciato un ultimo sguardo minaccioso ad Isabelle che ricambiò senza mai abbassare gli occhi.
Il maggiore si allontanò visibilmente irritato rintanandosi nel vecchio studio del padre sbattendo la porta dietro di sé.
Isabelle rimase in piedi a fissare la porta fino a quando non vide la schiena di Anthony sparire oltre la soglia, a quel punto tornò a sedersi accanto ad Eloise.
"M'lady volete ascoltare dei miei viaggi?" Domandò entusiasta Colin che si era accomodato in precedenza sul divano di fronte a quello dove erano sedute le due ragazze.
"Certamente, gradirei molto!"
"Siamo invitate anche noi all'ascolto?" Chiese Daphne, con una lieve nota di gelosia nella voce
"Siete sempre la benvenuta cara sorella, sedetevi accanto a me" la invitó Colin
Trascorse più di un'ora nel salotto di casa bridgerton dove la maggior parte delle ascoltatrici aveva perso interesse quando Colin aveva iniziato a parlare di tutte le architetture romane che aveva studiato durante il suo soggiorno in Italia. Tutte tranne Isabelle che era sempre stata affascinata dalla storia e soprattutto dall'arte. L'unico modo che aveva di compiere un viaggio era attraverso le parole degli uomini che avevano visitato quei luoghi incantevoli. Per questo motivo adorava ascoltare i racconti di Colin che non si lasciava sfuggire nemmeno un dettaglio.
La piacevole conversazione o per meglio dire monologo dato che a parlare era esclusivamente il giovane Bridgerton fu interrotta da uno sbadiglio poco graziato di Eloise accompagnato da uno stiramento dei muscoli delle braccia.
"Tutto molto interessante, ma credo che andrò a prepararmi per la cena" disse in seguito
"Vi accompagno" la seguì Daphne
"Si è fatto molto tardi, non me ne ero reso conto. Isabelle, restate per la cena, ci fareste molto piacere"
"Non saprei, avrei dovuto avvisare per tempo Lady Danbury"
"Non vi è alcun problema, manderemo un servitore ad avvisarla, manca più di un'ora; in questo modo potrei raccontarvi dei prossimi viaggi che ho in programma"
La proposta sembrava allettante, ma Isabelle non aveva tenuto in considerazione che a tavola avrebbe dovuto dialogare o per lo meno tollerare il visconte, l'uomo che detestava maggiormente.
"Rimarrò ma ad una condizione"
"Tutto ciò che volete"
"Avviserete subito Lady Danbury e a tavola non siederò vicino ad Anthony"
La risposta che arrivò non era di Colin...
"Con quale coraggio venite a casa mia a imporre regole" dal tono di voce sembrava molto adirato
"Colin uscite dalla stanza, voglio restare solo con la signorina"
"Anthony stava scherzando, ho iniziato io" cercò di tranquillizzarlo Colin
"Perché mentire, non ho paura di ripetere ciò che ho chiesto di mia spontanea volontà" disse Isabelle con sguardo provocatorio
"Chiudete la porta quando uscite" ordinò Anthony al fratello.
Colin per non peggiorare la situazione uscì dal salotto senza aggiungere una parola di più e chiuse la porta come da ordine.
"Perché mi odiate tanto?" Domandò Anthony
"Potrei chiedervi lo stesso, ma non lo farò. Perchè vi interessa piuttosto?"
Isabelle amava stuzzicare il visconte, sapeva dove colpirlo e soprattutto sapeva come farlo adirare.
"Perché non tollero un atteggiamento del genere in casa mia. Ora rispondete alla mia domanda" disse mentre si avvicinava alla ragazza
" Perché siete glaciale, in tutti questi anni che conosco la vostra famiglia non vi ho mai visto sorridere"
"Perché vi infastidisce tanto?, non lo comprendo" ora il tono sembrava frustrato.
"Non ve ne accorgete nemmeno che non trattate male solo voi stesso ma anche le persone che vi circondano. Se solo riusciste a vedere più in là del vostro naso" rispose Isabelle, con tono che poco si addice a una giovane rispettabile.
Il corpo di lei era teso, ma non aveva arretrato di un passo; l'aria tra i loro corpi era sempre meno, poiché entrambi si erano avvicinati molto durante la discussione. I loro nasi quasi si sfioravano, nonostante ciò nessuno dei due sembrava volersi allontanare.
"Vi siederete al vertice opposto del tavolo! Discussione terminata"
"Scappate perché la verità vi ferisce!" Disse Isabelle ma il visconte se ne era già andato.
La ragazza cercò dì ricomporsi, afferrò un ventaglio appoggiato su un tavolino di legno e lo aprì per spostare un po' di aria sul viso paonazzo.
Nessuno era in grado di provocarle una simile emozione tranne Anthony Bridgerton.
Fin dall'infanzia i due non si erano mai riusciti a comprendere.
Per diversi anni Isabelle venne ospitata dalla famiglia Bridgerton più precisamente da quando i suoi genitori morirono in un viaggio. La bambina aveva solo 9 anni, due anni in più rispetto alla piccola Eloise. Anthony all'epoca aveva  19 anni era ancora un ragazzo scapestrato e poco responsabile.
In assenza di altri parenti in vita, Isabelle sarebbe stata costretta a lasciare Londra per andare in un orfanotrofio ma diverse famiglie si offrirono di ospitarla fino a quando non avesse raggiunto l'età per maritarsi.
Benedict e Colin la trattavano come una sorella.
Benedict le aveva insegnato a dipingere e la portava sempre con se su un alta collina che permetteva di vedere tutta Londra dall'alto.
Colin che era praticamente suo coetaneo la trascinava nelle sue fughe dagli istitutori che andavano a lamentarsi da Lady Violet poiché non riuscivano a trovare i due bambini.
Scappavano in giardino rifugiandosi nella casetta sull'albero, che avevano costruito Anthony e il padre qualche anno addietro, facendo ritorno solamente per l'orario di cena.
Con il tempo Anthony si era sempre più convinto che l'arrivo della giovane avesse plasmato i fratelli, inducendoli a comportamenti indecorosi.

La cena si tenne nell'ampia sala da pranzo, un lungo tavolo rettangolare era posizionato al centro dell'ambiente.
Isabelle venne accompagnata da Eloise e le due si sedettero una di fronte all'altra, proprio al vertice opposto del tavolo come aveva ordinato Anthony, che stava seduto invece a capotavola. I due fratelli maggiori Benedict e Colin sedevano al suo fianco, mentre Lady Violet si trovava al centro affiancata dai figli più piccoli, Dhapne per l'occasione si era accomodata accanto all'ospite abbandonando il posto accanto al visconte.
Fu una cena tranquilla, senza alcun tipo di battibecco in stile Bridgerton, Isabelle non parlò molto, solamente quando Violet le poneva domande riguardanti le sue giornate. Non vi furono molte interazioni nemmeno da parte di Anthony che rimase chino sul piatto ad eccezione delle poche volte che alzò il volto per riprendere Gregory che tirava i capelli alla sorella, capitava però che lo sguardo passasse oltre la figura del fratellino, guardandolo Isabelle e quando lei, che si sentiva osservata ricambiava, il visconte abbassava lo sguardo per evitare di incrociare i suoi occhi.
A cena terminata Lady Bridgerton fu la prima a congedarsi insieme ai figli minori, lasciando nella stanza solo i Bridgerton più grandi, Daphne poco dopo seguì l'esempio della madre ritirandosi, seguita da Colin che si scusò, sostenendo che l'indomani si sarebbe dovuto svegliare presto. Anthony che non aveva nient'altro da dire abbandonò la stanza augurando la buonanotte a tutti.
"Siamo dunque rimasti in tre " disse Eloise un pò imbarazzata dalla situazione
"Non vorrei disturbare oltre, credo che farò rientro a casa" si scusò Isabelle
"Non create alcun tipo di fastidio, non volete fermarvi per fare una passeggiata in giardino insieme a noi?"
Eloise che sospettava di una possibile intesa amorosa tra i due decise che era ora di farsi da parte, oltre al fatto che amava trascorrere del tempo con la sua cara amica, ma nessuno poteva privarla della lettura serale prima di addormentarsi.
"Caro fratello, sono molto stanca, credo che andrò a stendermi, ma tranquilli, il vostro segreto è al sicuro con me" disse strizzando l'occhio
"Eloise, non so proprio a cosa stiate alludendo! Si è fatto molto tardi, preferirei fare rientro a casa"
"Perfetto, allora vi accompagnerò fino alla carrozza" disse Benedict porgendole il braccio
I due salutarono Eloise e si diressero vero l'uscita della grande magione, dove una carrozza attendeva Lady Isabelle
"Volete che vi accompagni? Non è molto sicuro viaggiare di notte"
"Non stiate in pensiero per me, sono solo pochi chilometri"
"Fatevi aiutare" disse Benedict allungando il braccio affinché fungesse da appoggio per salire sulla carrozza.
Isabelle lo afferrò; rendendosi conto che non indossava i guanti solo quando la sua mano entrò in contatto con la pelle nuda del giovane.
Subito la ritrasse, tale movimento la portò a perdere l'equilibrio cadendo così all'indietro, la giovane si stava preparando al contatto con il terreno quando due braccia robuste la afferrarono impedendone l'impatto.
Un insieme di emozioni mai provate fino a quel momento esplosero dentro di lei, lo stomaco le si restrinse, le gote si tinsero di un rosso intenso per via della vergogna che provava in quel momento.
Benedict si accorse subito che il corpo della giovane si era irrigidito sotto la sua presa.
Da bambini giocavano spesso a rincorrersi e più di una volta Benedict l'aveva sollevata in aria, ma ora era consapevole che la Isabelle che teneva tra le braccia non era più la bambina di un tempo, era diventata una donna.
"Perdonatemi, non volevo in alcun modo violare i vostri spazi" si affrettò a scusarsi
"State tranquillo, vi ringrazio per avermi evitato una rovinosa caduta" disse Isabelle salendo sulla carrozza.
"Prima che mi dimentichi, questo è vostro" continuò la giovane porgendogli l'orologio che Benedict le aveva prestato la sera prima.
La carrozza partì lasciandolo solo sul vialetto di casa a ripensare a quello che era accaduto in quei pochi minuti.

Una Lady da contendere| Bridgerton ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora