La matita tracciò una lunga e irregolare striscia grigia sul foglio bianco andando a delineare il contorno della ruota panoramica che troneggiava a Pacific Park, il parco divertimenti sul molo di Santa Monica, già in movimento mentre qualche ora prima splendeva sull'oceano.Quella era una bella mattinata a Santa Monica; la spiaggia cominciava a popolarsi di famiglie, gruppi di amici e surfisti in cerca di qualche buona onda da cavalcare. Qua e là comparivano ombrelloni di ogni colore possibile e teli mare con fantasiose stampe, da quelle dei cartoni animati, tipici dei più piccoli, a quelle con fiori o trame etniche, più usate da madri e nonne.
Il chiacchiericcio si faceva sempre più vivace, cosa che fece storcere il naso di Kennedy Doyle che lo trovava fastidioso. Alzò lo sguardo dalla sua opera qualche secondo per puntarlo su un gruppetto di bambini che giocava a palla poco lontano; scosse la testa e lo riabbassò. Poco dopo qualcuno lasciò cadere il proprio telo con l'immagine della sirenetta Ariel sopra, e si sedette accanto all'artista di cui aveva attirato l'attenzione.
«Mi hai buttato la sabbia addosso.» disse Kennedy fissando la sua migliore amica con sguardo truce.
«Mi dispiace.» parlò sinceramente nella sua direzione. «Da quanto sei qui?»
«Un paio di ore. Ho preso il pullman perché se aspettavo mia madre...» rispose. «La visita dal podologo?» chiese poi.
Nyx guardò verso l'oceano e annuì con la testa senza perdere il sorriso.
«È soddisfatto. Dice che li sto curando bene, il che mi rende molto orgogliosa.» Allungò una mano dietro di sé e, quando la riportò in avanti, porse un sacchetto di carta a Kennedy. «L'ho preso prima di raggiungerti.» disse.
Kennedy lo prese posando la matita sull'album da disegno e lo aprì, socchiudendo la bocca dalla sorpresa.
«Mi hai preso uno shake al cioccolato?» chiese retoricamente afferrando il bicchiere trasparente e ripassando il sacchetto all'amica, la quale lo accartocciò e lo infilò nello zainetto che si era portata dietro. «Grazie, sei la migliore.» le disse per poi darle un bacio sulla guancia.
«Lo so.» ridacchiò Nyx alzando gli occhi al cielo. «Hai visto la puntata di Ellen?» Kennedy si limitò ad annuire con la testa succhiando la bibita dalla cannuccia e guardando la ragazza. «Come ti siamo sembrate? Io, come ti sono sembrata?» domandò con una punta di aspettativa nella voce e nell'espressione.
La persona al suo fianco inghiottì il liquido al cioccolato e si passò la lingua tra le labbra, prendendo tempo per pensare. Voltò lo sguardo ai surfisti seduti sulle proprie tavole.
«Siete sembrate voi. Quelle che io conosco bene: allegre, unite, divertenti... stupide.» disse accennando un sorriso; Nyx rispose con una leggera spinta all'ultima parola. «E tu sei sembrata quella che conosco da una vita: dolce e tenera con quella nota di sarcasmo. Ho notato che hai trattenuto una frecciatina per Dylan: hai fatto bene; e poi Robbie è stata adorabile quando ti ha preso la mano. Aspetto che compaia l'hashtag "Nyxbbie".»
Nyx scoppiò a ridere piegando le gambe e circondandole con le braccia. Scosse la testa e si girò per guardare la prima persona con cui aveva legato una volta giunta negli Stati Uniti, la prima con cui aveva fatto amicizia e quella che la conosceva meglio di tutti. La sua risata scemò lentamente mentre Kennedy continuava a bere il suo milkshake; la cantante abbassò gli occhi sull'album da disegno e tornò immediatamente seria.
«È questo il lavoro che devi consegnare lunedì?» chiese scettica.
«Sì.» disse solamente.
«E immagino debba essere più... non so... disegnato?»
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Universe
Teen FictionCantare, ballare e calcare palcoscenici è sempre stato il sogno di Nyx, l'unico obiettivo che si è posta. Già a tre anni frequentava corsi di danza classica e di canto, e una volta trasferitasi in California, la terra natia di suo padre, è entrata n...