Epilogo: Forse è meglio così

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"Io penso ancora che ci prendono per un ristorante spagnolo, amò." Commenta Mimmo entrando in ristorante, dopo che ha dato l'ultima occhiata alla nuova insegna. "Però meglio di Carpe Diem è."

Simone sorride. Gli stanno crescendo i primi peli grigi nella barba. Ogni giorno che passa, comunque, migliora come il vino. Mimmo non credeva fosse possibile. "Vabbè, casomai un taco lo possiamo reinventare."

Sorride anche Mimmo. "Come dici tu, capo."

"È spagnolo, il taco? O tipo latino?"

"Messicano." Mimmo va dietro la cassa e gli dà un bacio sulla guancia. "Però sei troppo bello, mi viene difficile correggerti."

Simone gli mette le braccia intorno al collo. Riflette. "Pensaci, però. L'avocado — un germoglietto di soia tattico —"

Mimmo gli cinge la vita con le braccia e si perde a guardarlo. "Mmh."

"E se lo chiamiamo proprio la cuenta?"

Non ha senso. "La cuenta special." Lo prende per il culo Mimmo.

Simone ride. "Che poi — fa ride, no? Che magari è un antipasto e lo chiami il conto." Il concetto sembra proprio divertirlo, e continua, "tipo, ci fanno, la cuenta, per favore, e noi, ma siete appena arrivati!"

Mimmo ride appresso a lui. Gli aggiusta i capelli sulla fronte. "Ti posso dì 'na cosa, amò?"

"Eh."

"Si' pop scem."

"Non ti piaccio?"

"Mi piaci sempre. Da sempre."

"Mi hai pure sposato."

Mimmo annuisce. "Sì, appena ho potuto."

Simone si picchietta la tempia. "Quindi chi è il vero scemo?"

"Non lo so. Io?"

"Mmh." Simone si passa una mano sulla barba. È tipo una settimana che se la fa crescere, e sembra turbarlo molto. "Amò, secondo me me la devo togliere," dice per la seconda volta solo quel giorno.

Mimmo schiocca la lingua. "Amò, no. Stai troppo bene. Fa uomo vissuto."

"Sembro mio padre."

"Non sembri tuo padre. Tuo padre ce l'ha bianca."

"Sembro mio padre a quarant'anni."

Non sono così uguali, ma è troppo divertente. "Vabbè, c'hai quarant'anni e vi somigliate."

"E questo è male!"

Mimmo lo tira verso di lui e lo bacia per farlo stare zitto. "Sei un bono assurdo. Guarda che mi sto trattenendo." Anche le cose sconce hanno lo stesso effetto, quindi le prova tutte e due. "Anzi, possiamo testa' i nuovi tavoli."

Ma Simone si fa una risata. "Con quello che li abbiamo pagati? Ritenta."

"Secondo te li rompiamo?"

"Rompiamo, sporchiamo, graffiamo — non corro rischi." Simone gli dà un bacio anche lui. "E poi c'ho una cervicale assurda."

A Mimmo passa tutta l'emozione. Anche se stava scherzando, ma lui in fondo su queste cose non scherza mai ed è sempre pronto. "Ma ancora?"

"Sì."

"Simò, ti devi ricompra' i cerotti. Non mi frega che è da vecchi."

"Volevo vede' se mi passava," borbotta.

"E non t'è passato."

"So' andato in palestra, ma ho fatto peggio."

"Ma che ci vai a fa' in palestra, dico io. Poi co' un marito cuoco è n'oltraggio, lo dovevi mette' nei voti."

La Cuenta - Mimmo & SimoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora