14 Febbraio
Mimmo adora San Valentino. Ok, è una festa capitalista fatta apposta per farti spendere un sacco di soldi, e a lavoro c'è più casino e gente del solito. Però da fidanzati è troppo bello. È vero pure che dovresti dimostrarti l'amore tutti i giorni e non solo a San Valentino — ma se hai un'occasione in più è una bella cosa, secondo Mimmo. E poi gli piace essere circondato dai cuoricini di carta appesi al ristorante, e gli sguardi che ruba a Simone, prima che uno dei due abbassi gli occhi, sono più intensi del solito.
Lui è più bello del solito.
Mimmo pensa che è da quando sta con lui che è così. Più bello, anche se lo era già da prima. È perché è più rilassato e, Mimmo osa pensare, più felice. Di certo sorride molto di più.
Non vede l'ora che finisca il suo turno per andarsene con Simone. È un po' triste che non possono andare a cena da nessuna parte, visto che la maggior parte delle cucine di altri ristoranti chiude al loro stesso orario, così Mimmo ha cucinato prima — e un po' durante — del turno le porzioni del menu di San Valentino: il risotto alle cime di rapa, l'arrosto di seitan, le patate e la cheesecake al pistacchio con la coulis di lamponi. Se l'è messe da parte solo per loro, così se le possono riscaldare — forse non è lo stesso del ristorante, se stanno a casa di Mimmo, però nel dubbio ha comprato anche le candele. Non sa quanto può spingere Simone a essere sdolcinato e accenderle, ma sicuramente glielo vuole proporre.
"Non si ruba dal ristorante," lo prende per il culo Arturo mentre Mimmo sta prendendo le cose dal frigo a fine serata. Non l'ha detto a Simone, che probabilmente si immagina che prenderanno l'ennesima cosa da asporto o passeranno da Francesco, praticamente l'unica persona con cui è out.
"Non sto rubando," gli fa Mimmo con un sorriso che non riesce a contenere. "È tutto per il proprietario."
Infila le cose nella busta di carta che tengono quando i clienti chiedono gli avanzi. Arturo lo studia. "Sei sicuro che ti va bene così?"
Mimmo alza le spalle. "Sì. Per ora sì."
"Per ora?"
Comunque pensava che suo fratello fosse dalla sua parte, per quanto ha rotto sia a lui sia — ha poi saputo Mimmo — a Simone. Ma è preoccupato e basta, lo dice per lui, e Mimmo non se la sente di rispondergli male. "Sto bene, Artù."
Lui alza le sopracciglia. "Sicuro?"
Sì, gli segna Mimmo. Non ti preoccupare.
Arturo annuisce, ancora un po' perplesso, ma si sforza di fargli un sorriso incoraggiante.
Mimmo esce dalla cucina e va dritto all'ufficio per sfoderare la sua sorpresa. Bussa.
"Sì," cinguetta Simone.
Mimmo entra e si chiude la porta alle spalle. Simone è già in piedi, e Mimmo alza vittorioso la busta. "Ti ho fatto un regalo."
Simone la guarda. E forse sente l'odore, perché chiede, "hai cucinato?"
Mimmo gli passa la busta con un sorriso smagliante. "Guarda!" Esclama, con la voce da scemo.
Simone apre. Apre anche le scatoline, e il suo sorriso si allarga. "Dai," dice, con la stessa intonazione di Mimmo.
"Non ti piace?"
"No, sì. Ancora non li avevo assaggiati bene."
"Ho preso pure — le candele."
Simone aggrotta le sopracciglia, ma non smette di sorridere, e forse è pure un po' imbarazzato. "Ah. No, sì — le accendiamo."
"Se pensi che è stupido — non lo so, volevo fa' tipo ristorante."
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La Cuenta - Mimmo & Simone
Novela Juvenil"Senti - chi è Mimmo?" Lei si gira a guardarlo, e la sua espressione è indecifrabile. "Perché, come lo conosci?" "Non lo conosco. Papà mi ha detto di chiamarlo. Per il ristorante." "Ah." Lei guarda la padella e annuisce tra sé e sé. "Non sapevo fos...