Da quel inizio in poi

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Il preside fece una ramanzina a Celine e a quel bambino, ma non ci furono conseguenze significative. Nemmeno un tema di pentimento venne assegnato loro. Se la cavarono con poco, grazie all'influenza delle loro famiglie, entrambe molto ricche e influenti nella città. Il preside, temendo ripercussioni, preferì non spingersi oltre.

Cari lettori, credete che senza punizioni i due avrebbero compreso l'errore?

Ovviamente no.

Da quel giorno, la vita di Annette divenne un vero inferno. L'unico lato positivo era che non le fecero più del male fisico, ma la distrussero psicologicamente e verbalmente.

Celine e quel bambino, animati da una rabbia crudele per essere stati smascherati, decisero di farla pagare ad Annette. Nonostante avessero solo dieci anni, architettarono un piano diabolico, perfido nella sua semplicità. Decisero che ogni giorno dell'anno scolastico, Annette avrebbe trovato sul suo banco un biglietto con un insulto diverso, firmato da uno dei compagni. In questo modo, Annette avrebbe creduto di essere odiata da tutti.

Convincere gli altri non fu difficile. Celine, con la sua posizione di leader, e quel bambino, grazie alla sua popolarità e al suo talento sportivo, riuscirono a manipolare facilmente i compagni. Annette iniziò a trovare bigliettini come:

"Occhiali da deficiente" – con odio, Andrew

"Sei una cretina" – con odio, Rachel

"Sei grassa" – con odio, Lucy

Questo andò avanti per mesi. Ventidue compagni su ventitré parteciparono. Solo uno, Derek, si rifiutò di unirsi, ma non intervenne nemmeno per fermare gli altri. Derek era un bambino solitario, un prodigio in ogni ambito, ma preferiva restare in disparte.

Ogni giorno, il maestro Austero obbligava Annette a leggere ad alta voce una favola davanti alla classe. Ogni volta che tentava di leggere, balbettava, e i compagni iniziavano a deriderla in coro. Il maestro rincarava la dose, minacciandola di non promuoverla se non imparava a leggere correttamente. Annette, che in realtà leggeva già libri ben al di sopra della sua età, si trovava intrappolata in un incubo quotidiano.

La mattina trovava il solito biglietto d'odio sul banco e si chiedeva se avesse sbagliato a confidarsi con la madre, se non avrebbe dovuto tacere. Ma il tempo era passato, e non poteva tornare indietro per cambiare le cose. Nonostante tutto, Annette continuava a vivere quell'anno scolastico come un disastro, sapendo che per lei sarebbe stato solo l'inizio.

Verso la fine dell'anno, il maestro Austero decise di non promuoverla. Attese fino a maggio per comunicarlo ai genitori di Annette, convinto che avrebbero smesso di mandarla a scuola, ritenendola ormai un caso perso. Il maestro non provava alcun piacere nell'umiliare Annette, ma si divertiva a metterla in difficoltà, sfogando su di lei la sua rabbia repressa.

Un giorno, il maestro propose un gioco: ogni alunno doveva scrivere un desiderio su un bigliettino anonimo. Il desiderio di uno dei compagni rimase impresso nella mente di Annette:

"Girare il mondo a piedi, meravigliandomi delle sue bellezze con un quaderno di fogli bianchi e dei colori."

Un desiderio che Annette avrebbe voluto fare suo. Ma il suo biglietto, riconoscibile da tutti, esprimeva un desiderio più oscuro:

"Vorrei che le rappresaglie nei miei confronti finissero."

I compagni risero di quel desiderio, e Annette non tornò più a scuola. Quando il maestro Austero convocò i genitori per informarli della bocciatura, questi reagirono con indifferenza, avendo già deciso di ritirarla per mandarla in una scuola migliore.

Ma erano davvero sempre stati comprensivi?

Ovviamente no. A giugno, le ruppero il telescopio che lo zio le aveva regalato da bambina, e a settembre la mandarono in un collegio per balbuzienti, consigliato dallo stesso maestro Austero, forse mosso da un tardivo senso di colpa per aver contribuito a tormentarla.

l'amore ignotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora