eyes to eyes

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CAPITOLO - 2

LUCIFERO

Mentre preparavo la cena sentivo i bisbigli curiosi dello staff, quel Angel continuava a fare battutine e ribadire quanta tensione ci fosse nell'aria.

"Basta Angel, potrebbe sentirti!".."ma insomma, li usate gli occhi? Si vede lontano un miglio che alastor e il re hanno un intesa! Scommetto che il cervo appena ha visto il sole se l'è svignata dopo una luuunga notte di passione~".

A quella frase la mia mano si paralizzò, mi cadde la padella per terra con tutto il condimento che stavo cucinando.

Sentì il demone ragno accompagnato dal suo amichetto dalle sembianze feline bloccarsi dal loro discorso.."t-te l'avevo detto di stare zitto cazzo!".."per favore..potreste smettere di dire cose così fastidiose?!".."S-SI ALTEZZA!", risposero in coro.

Improvvisamente vidi arrivare proprio chi non volevo vedere.."a-alastor!", esclamò il ragazzo dalle sembianze di ragno con fare preoccupato.

Lo stronzo dai capelli rossi guardava tutto con un sorriso stampato in volto spostando la testa di poco.."che cosa vuoi anche tu?", domandai voltandomi dandogli le spalle per raccogliere ciò che mi era caduto.

"Mi era sembrato di sentire dei pettegolezzi e per questo sono venuto a curiosare", disse con la sua solita voce come se fosse una radio.

I due demoni che parlavano continuamente della mia presunta 'relazione' con alastor si alzarono e se ne andarono.."forse è il caso di lasciarvi soli!", disse Angel mentre afferrò il compagno per un braccio e correre via.

(Perfetto, ora mi trovo da solo con questo essere), feci un sospiro seccato e una volta raccolto tutto il condimento che mi era caduto lo buttai.."che spreco..", sussurrai con fare un po' amareggiato.

Anche se gli davo le spalle sentivo perfettamente i suoi occhi puntati su di me con fare pungente, era una sensazione spinosa e non potei nascondere un brivido lungo la schiena.

"Ha bisogno di aiuto mio signore?", domandò avvicinandosi a me e guardare cosa stessi facendo, voltai lo sguardo dall'altra parte pur di non vederlo.."no grazie".."che maleducato, le conosce le buone maniere maestà?".."vaffanculo".

Presi un'altra padella ed improvvisai qualcosa, iniziai a friggere della carne, ma quella sensazione di quello sguardo ossessivo su di me non voleva andarsene.

"Non te ne andrai finché non avrò finito..vero?", domandai guardandolo male e mettermi con le braccia conserte, il cervo mi fece un sorriso più ampio e al tempo stesso sadico.

"Che cosa vuoi?", gli chiesi.."niente di importante, mi diverte infastidirla".."stronzo che non sei altro", mi voltai un'altra volta dandogli le spalle.

Lo sentì avvicinarsi a me per poi sentire la sua voce molto vicino al mio orecchio.."mi tolga una curiosità vostra altezza..sta aiutando Charlie perché è così tanto disperato?", quando pronuciò quelle parole afferrai un coltello e con passo svelto glielo puntai al collo.

I nostri occhi si scontrarono, aveva uno sguardo deciso e divertito mentre io stavo bruciando dalla rabbia.."che cosa vuoi da me alastor?".."oh niente vostra altezza..mi piace divertirmi un po' coi sentimenti degli altri", rispose per poi allontanarsi da me e darmi le spalle.

"Siete molto divertente altezza..quello sguardo..le dona proprio", disse quelle ultime parole per poi scomparire in una nube nera e lasciarmi in quella situazione da solo.

Tenevo ben saldo il coltello e con la mano che mi tremava lo posai, mi sentivo il respiro affannato, il sangue che mi ribolliva.."quel..maledetto!".

Ore dopo eravamo a tavola, quasi tutti parlavano della loro giornata e di quanto avessero lavorato, vidi Charlie che parlava allegra con la sua ragazza.

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