Capitolo 26

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Aaron

Corre verso la mia camera, richiudendosi lì dentro.
Non so cosa abbia in mente, ma non ho intenzione di rovinarle i piani, perciò esco fuori, prendendo una sigaretta.
Ciò che è successo stanotte, mi ha completamente fottuto la testa. Sono più confuso di quanto non lo sia mai stato in vita mia.
Ma non me ne pento; entrambi lo abbiamo voluto, ed è stata la notte più bella della mia vita.
Non pensavo succedesse, in realtà, ma con lei perdo il controllo e mi lascio andare, senza paura di sbagliare.
Non so se merito una come lei, però. Hazel è tutto un'altro universo. È un misto tra la luna e il sole, due opposti uniti da un fascio di luce.
Non so cosa cazzo sto provando, è incredibile il modo in cui mi abbia fatto perdere la testa.
Di sicuro, non posso permettermi di innamorarmi. E se la ferissi?
Non appena ci penso sento il telefono squillare. James.
«Ehi, coglione, si può sapere dove sei finito?»
«Che cazzo vuoi?» taglio corto.
«Mi serve aiuto in libreria, ma non riesco a contattare Hazel!» Una boccata di fumo mi riempie i polmoni. «Chi è Hazel?» Devo fingere non sia successo niente, per evitare l'apocalisse. Anche se suppongo sarà più difficile di quanto pensi.
«Una mia dipendente.»
«E che cazzo vuoi che faccia io?»
«Devi aiutarmi!»
«Non posso, ho da fare»
«Si, certo! Signora, aspetti un secondo, arrivo subito. Aaron, cazzo, sono solo ed è pieno di gente qui, per favore!»
sussurra impacciato.
Non ci penso proprio.
«Tadaaan!» Hazel.
«Ti piace?!» Mi volto, e mi incateno nei suoi occhi.
E in tutti quei mille fiori.
«Aaron?! Chi è?» Oh cazzo.
«James, ehm, devo andare, non rompere il cazzo.» riattacco.
Sorrido. «Sei...bellissima» sorride anche lei.
È bellissima.
«...grazie» si guarda il vestito, invaso di fiori, e arrossisce immediatamente.
Mi avvicino a lei, le prendo una mano e la faccio girare su se stessa, non staccandole gli occhi di dosso.
Lei continua a ridere.
«Ora si che sono pronta. Andiamo?»
«Andiamo» sorrido, e la bacio.
Una volta in auto, accendo la radio, perché so quanto ama viaggiare con la musica. Lei mi guarda.
Parte "fictional", e Hazel sorride.
«Ti piace? Ti rappresenta, no?»
«Come fai a saperlo?»
«Non sono io il tuo ragazzo dei sogni?»
«Che?» ridacchia.
«Lo vedo da come mi guardi, che se non esistessi avresti voluto inventarmi!» dico, strappandole una risata sincera.
È così bello vederla col vestito di mia madre, con dei fiori addosso, sorridere.
«E tu?»
«Mh? Cosa?»
«Niente» distoglie lo sguardo.
«Cosa? Dillo dai!»
«Nah» confuso, le prendo la mano.
«Una canzone di Tay!» alza il volume, e comincia a canticchiare.
«Non l'ho mai sentita questa»
«Non conosci Crazier?» continua a cantarla.
«Ora si»
Il vento le scompiglia i capelli quando lei poggia la testa sulle sue braccia, piegata sul finestrino. È baciata dal sole.
«Anche quell'anello, ti rende ancora più te stessa, sai.»
«Che?»
«Si, sembri un sole»
«Non mi conosci, Aaron Robertson»
«Ma ho già capito che mi vuoi» scuote la testa, divertita, «ho già capito che non sei come le altre, Hazel.»
Lei poggia nuovamente la sua mano sulla mia.
«Chi te lo ha regalato?»
...merda.
Non avrei dovuto chiederglielo.
«Ehi...»
«Sto bene...mia nonna.» ammette con gli occhi lucidi.
«Oh...» Ho capito. Che coglione.
«È morta anni fa, portando con sé l'altra parte dell'anello.»
«Che? C'era anche un'altra parte?»
«La luna.»
Una lacrima le riga il viso.
«Sei la luce che la illumina ogni notte.»
Si volta, e poggia la testa sulla mia. Io l'abbraccio.
«Grazie.» Gioca coi miei capelli.
«Perché?»
«Per ascoltarmi, per tutto...»
«Il semaforo è rosso.»
«Quindi?»
«Posso baciarti.»
Mi abbasso, le prendo il viso dolcemente e premo le mie labbra sulle sue.
«Non devi ringraziarmi.» le sussurro, asciugandole quella lacrima.
«Tu sei anche il mio di sole.»

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