Capitolo 39

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Yuri

«Ehi, buongiorno.» Mi saluta Alex dall'isola della cucina, vedendomi scendere le scale di casa sua.
«Ehilà» ricambio il saluto.
«Vuoi un matcha?»
«Preferisco un caffè.» Gli strappo un sorrisetto e finisco per ammirare la sua bellezza, incantato dai suoi capelli scompigliati e la sua maglietta aderente bianca, che mette in mostra i suoi addominali scolpiti.
«Ehi, grazie per ieri sera...per avermi lasciato dormire qui.»
«Figurati, l'importante è che stai meglio.»
Ieri pomeriggio, dopo il nostro appuntamento davanti alla caffetteria, sono inciampato sulla strada di casa, ma fortunatamente Alex mi ha visto, mentre tornava anche lui in auto, dalla mia stessa strada. Poi mi ha ospitato a casa sua, costringendomi a passare la notte lì, visto che non riuscivo neanche a camminare in modo eretto.
Grazie a lui e alla sua medicazione, stamattina sto meglio.
«Si, si. Grazie a te.»
Ormai non capisco più cosa siamo. Dopo quella sera, non ci siamo più baciati, eppure abbiamo trascorso molto tempo insieme.
«Ora devo andare da Justin, abbiamo un progetto da finire per il corso di basket. Ti va di venire con noi?»
Justin? È quel biondino del cazzo che era attaccato a lui quella sera, quando era con mia sorella?
«Justin...?»
«Il mio migliore amico.»
«Ah»
«Che c'è?!» mormora divertito. Che idiota che sono.
«No, niente, tutto okay.»
«Geloso, Yuri?»
EH? COSA? Io, geloso? Assolutamente no. Ma penso sia ovvio, vero? Cioè, perché dovrei esserlo?
«Io? E perché dovrei? Certo che no!»
«Non ne hai motivo. Noi siamo amici da quando eravamo piccoli, ma lui non sa ancora di noi.»
...noi? Esiste un noi?
«Di...noi?»
«Di noi, si. Stiamo insieme, no?»
O-mio-dio. Sta scherzando? Non ci posso credere!
«S-si, cioè, non lo so...»
«Sta' tranquillo, se per te è stato solo un bacio, allora va bene...»
COSA? Solo un bacio? È impazzito?! Lo sa che mi ha appena spedito sulla luna dicendomi una cosa del genere?!
«Sei impazzito?! Certo che no!»
«E allora?» Bisbiglia poggiando il mestolo nella padella piena di bacon, avvicinando il viso pieno di lentiggini a me, «cos'è che ti agita?»
«Niente.»
«Niente?»
«Esatto, niente...ho solo paura di star affrettando troppo le cose. Insomma, capito cosa intendo?»
«Affrettando le cose? Yuri...» mi prende il viso coi palmi, facendomi tornare in quella sensazione di subbuglio e confusione, «non mi è mai capitato con nessuno di sentirmi così.»
«Così...così come?»
«Così preso, e così speciale come riesci a farmi sentire soltanto tu.»
«D-davvero lo pensi?»
«Mhmh.» Mi bacia la guancia con le sue labbra rosee, morbide e carnose. «Quindi ora...sono il tuo ragazzo?»
«Tu vuoi esserlo?»
Lo guardo, penso con gli occhi più brillanti che mai, con le guance che pizzicano sotto il suo tocco, e col sorriso stampato in faccia.
«Si».

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