8

56 3 0
                                    


Avevamo lasciato Brooklyn da un paio di giorni, avevo deciso di tenere i contatti con i miei fratelli e gli altri ma senza dare troppo nell'occhio, Trevor lo sapeva ma l'accordo era chiaro, non li voleva tra i piedi.

Peter si era quasi del tutto ripreso ma non avevo ancora rintracciato chi lo aveva sparato, era una sorta di vicolo cieco, in quei due giorni ogni volta che credevo di essere vicina al nome si rivelava un buco nell'acqua.

Avevo sentito solo i miei fratelli e gli innumerevoli messaggi di Peter e Melody, con Blake invece silenzio radar.

A Boston mi aveva calmato, e la sua presenza era stata, come quando eravamo bambini, la mia zona silenziosa, ma adesso a Las Vegas tutto mi sembrava tornato come prima, anche se erano passati solo due giorni, non ero riuscita a chiamarlo e lui aveva fatto lo stesso con me, la bolla si era rotta e ora eravamo tornati alla realtà.

"Cassandra"

Ero in palestra, stavo fissando il sacco da box senza nemmeno sfiorarlo e Trevor non veniva mai lì, per questo mi irrigidì

"Trevor, quale onore averti qui"

Saccente ecco cosa sei Cass

Oh lo sono eccome, e con lui mi diverte da impazzire

"Dobbiamo parlare"

Si sedette su una delle panche e io restai al centro della palestra a debita distanza

"Di cosa?"

Il sorriso sadico che gli si dipinse in viso doveva farmelo capire che da lì a poco avrebbe gettato una delle sue bombe, e molto probabilmente io non sarei potuta scappare in nessun modo

"Sai Cassandra io e te avevamo un accordo, tu tornavi a casa, io ti davo un tetto sopra la testa, andiamo tesoro, ti ho fatto diventare qualcuno"

La mia risata lo interruppe per un paio di secondi ma non si scoraggio

Non mi aveva fatto diventare qualcuno

Mi aveva resa un mostro

"Ma io e te eravamo d'accordo, i tuoi fratelli dovevano smettere di esistere, tu dovevi essere senza speranza era questo che ti rendeva spietata, tesoro"

Si era avvicinato pericolosamente a me, mi strinse le guance con la mano e mi costrinse a guardarlo

"Oh andiamo Trevor, ho fatto tutto quello che mi hai detto e sto continuando a farlo, quello che faccio nella mia vita privata non è affar tuo"

La voce mi uscì strozzata a causa della pressione che esercitava sulle mie guance ma non distolsi lo sguardo, mi aveva tolto tutto e alcune cose non avrei mai potuto recuperarle, ma sarebbe stata una mia scelta da quel momento in poi, soprattutto se c'era qualcuno che mi dava la caccia, dovevo proteggerli e per farlo avevo bisogno di averli vicino.

Il ghigno con cui mi guardava, quasi come se fossi una stupida bambina mi irritò e strinsi le mani in due pungi per trattenere la rabbia

"Tu mi appartieni Cassandra, e se ti dico di tagliare i ponti con loro tu lo fai"

Mi lasciò di scatto le guance e io lo guardai storto

"Non amo ripetermi lo sai"

Se ne andò senza darmi modo di rispondere e io spinsi con tutta la rabbia che avevo in circolo il sacco da box.

Lo odiavo, mi aveva tolto tuto, qualsiasi cosa e adesso continuava a togliermi, e c'era qualcosa di sottile ma potente che mi teneva legata lì, la mia era vigliaccheria lo sapevo, eppure, non riuscivo a fermarla

Fu il suono del mio telefono a riportarmi alla realtà, quando lessi il nome sullo schermo un sorriso spontaneo mi si dipinse sul volto

"Peter che vuoi?"

"Oh fragolina, vedo che ho sempre un trattamento speciale"

Rise e io con lui, adoravo quel ragazzo la sua eterna leggerezza riusciva in qualche modo ad alleggerire anche la realtà che lo circondava

"Andiamo cretino che succede?"

"Ho una proposta per te e non puoi dire di no"

Alzai gli occhi al cielo per la sua convinzione ma lo lasciai finire

"Stasera io e te andremo a cena"

"Peter non so se riesco stasera"

"Fragolina non puoi dirmi di no, mi spezzi il cuore"

Mi morsi il labbro per non ridere, lo adoravo e non lo sopportavo allo stesso tempo, perché nonostante tutto dirgli di no era ancora impossibile

"E va bene, ma verrò con la mia macchina"

"Alle 8 al Gordon, sai dov'è?"

"Si a dopo"

Ci salutammo e poi attaccai

***

Per uscire senza dare nell'occhio ci avevo messo un bel po' ma alla fine ci ero riuscita, essere una delle poche ragazze all'interno del club di Trevor aveva i suoi pro, se sapevi usare a tuo favore l'essere viscidi della maggior parte dei suoi uomini, avevi un sorta di potere e io quella sera avevo deciso di usarlo per uscire indisturbata.

Ero arrivata al Gordon con dieci minuti di ritardo a causa del traffico, una volta parcheggiata la macchina corsi verso il locale e all'entrata notai Peter intento a fumare una sigaretta

"Hey"

"Fragolina"

Buttò la sigaretta a terra e schiacciandola con la scarpa si avvicinò a me per salutarmi con un bacio tra i capelli

"Entriamo?"

Annuì e ci avviammo, per la cena aveva prenotato un tavolo abbastanza appartato, mi sedetti di fronte a lui e dopo aver ordinato da bere lo studiai, era leggermente teso rispetto al solito e una sorta di agitazione stava iniziando a contagiare anche me

"Pet che succede?"

"Non posso invitare a cena una mia amica, sai mi offendi"

Si appoggiò una mano sul cuore con fare affranto e una leggera risata mi scaldò

"Si che puoi, e io accetterò sempre quando ad offrire sarai tu"

Mi fece una linguaccia e io gli sorrisi

"Ma sono una brava osservatrice lo sai"

Arrivò la nostra bottiglia di vino e Peter ordinò per entrambi del pollo alla piastra con salsa agrodolce, mi piaceva e così lo lasciai fare

"Hai ragione"

Posiziono i gomiti sul tavolo e appoggiò il mento sulle mani incrociate

"Di che si tratta Peter?"

Sospiro e poi tornò a guardarmi

"Te ne riandrai di nuovo Cass?"

Quella domanda mi spiazzò, mi appiattì allo schienale della sedia e lo guardai fisso negli occhi, non era mia intenzione, ma ero sicura che da lì a poco sarebbe successo un gran casino e non volevo fare promesse che non ero sicura di poter mantenere

"Non posso promettere che non lo farò, ma non sarà per mia scelta"

Lo vidi indurire la mascella e molto probabilmente ingoiò una qualche risposta velenosa che tutto sommato sapevo di meritare

"Mi basta"

"Quando te ne sei andata io e te ci eravamo vissuti poco, e non sta a me raccontare tutta la storia, ma posso raccontarti la mia"

"Di che parli?"

"Dell'ultimo anno Cass, parlo di quello che ti sei persa e che sta chiedendo il conto"

La senti Cassandra

La terra che trema

L'istinto che ti dice che da qui a poco si scatenerà l'inferno

Tu con chi starai?

Pezzi sparsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora