Capitolo 6

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La sua bocca rosea è morbida a contatto con la mia lingua, dolce e succosa come me l'aspettavo.

Mentre la bacio le infilo un terzo dito dentro, e lei grida da piacere. Una scossa animalesca mi percorre e mi giro, buttandomi sul letto con lei.
Non riesco a fermarmi. In questo momento la mia vendetta è come se non esistesse più, perché penso solo a possederla, a farla mia e solamente mia.

Continuo a muoverle le dita dentro, curvandole a uncino e sentendola gemere disperatamente come la più dolce e innocente delle creature.
Lei mi infila le dita fra i capelli, tirandomeli e facendomi ringhiare per il piacere. "Damon..." Mormora, il tono colmo di lussuria.

Cristo santo, pagherei oro per sentirla dire il mio nome così tutti i giorni. "Ripetilo ancora." Le sibilo all'orecchio, continuando a toccarla.
Lei geme nuovamente. "Damon..." Muovo le dita più velocemente, sentendole completamente inzuppate dei suoi umori.

La sua bellissima bocca gonfia dei miei baci si apre e forma una O, poi viene, gridando il mio nome ancora, ancora e ancora.

"Sì, cazzo." Ringhio, mentre la guardo lasciarsi andare all'orgasmo.
Quando torna in sè mi guarda, gli occhi socchiusi. I folti e mossi capelli biondi le incorniciano il viso angelico. È stupenda.
"Damon io....io voglio di più..." Sussurra, contorcendosi tra le mie braccia.

La afferro per i gomiti e la distendo di pancia sul materasso. Mi metto sopra di lei, spingendole la mia erezione tra le natiche.
Il suo respiro accellera e diventa più rumoroso. "Se lo facciamo....lo faremo a modo mio, Eveline."

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So che è tutto sbagliato.
Cosa cazzo stai facendo? Mi chiede il cervello. Ma il mio corpo urla tutt'altro. Io lo voglio. Voglio che Damon mi prenda, adesso.

Lo sento sopra di me, da dietro. Mi bacia sulla guancia, scendendo verso il collo. Gemo.
Poi mi gira a pancia in sù, piegandosi su di me. Sento il suo respiro caldo sul collo. "Stai ferma. Se ti muovi, ti farò del male."

Un brivido di terrore mi corre lungo la schiena. So che dovrei dirgli di smetterla. So che già il fatto che ho permesso che mi toccasse in quel modo è assurdo. Ma non ci riesco.

Faccio come mi dice e sto ferma.
Lui si allunga e prende qualcosa dal cassetto comodino. La vedo solo quando si rimette a cavalcioni su di me.
Sussulto e spalanco gli occhi, terrorizzata, mentre fisso la lama che ha tra le mani. Oh, mio Dio.

Lui sorride per un attimo, poi torna a guardarmi serio. "Chiudi gli occhi, Eveline." Ordina, la voce roca.
"No...ti prego non farmi del male, Damon" Mormoro, supplicandolo con gli occhi.

"Se rimarrai ferma, non ti succederá niente, Eveline. Chiudi gli occhi."
Inspiro tremante e faccio come mi dice. Dio, sto morendo di paura ed eccitazione contemporaneamente. Quest'uomo non ha una buona influenza su di me. Per niente.

All'improvviso sento la lama fredda del coltellino sul collo, e sussulto. "Ferma, Eveline." Mi ammonisce.
Trascina la punta del coltello fino ad arrivare alla scollatura della camicia che indosso, poi fa saltare il primo bottoncino. E il secondo. E tutti gli altri, finchè non apre completamente la maglietta.

Resto a seno nudo di fronte al suo sguardo, e tremo. Tremo di terrore, di eccitazione. Sono due sentimenti così diversi e contrastanti, eppure così collegati in questo momento.
Sento Damon che si abbassa, succhiandomi un capezzolo e poi mordendolo, forte. Urlo e mi contorco per il piacere, boccheggiando.

Si rialza di colpo. "Devo trovare un modo per farti stare ferma. Resta dove sei." Dice, il tono di voce adirato, poi si allontana, scendendo dal letto.

Oddio. Si è arrabbiato. Mi farà del male, adesso?

Si ferma ai piedi del letto, guardando in basso. Vedo un sorriso diabolico spuntare sulla sua bocca perfetta, poi si slaccia la cintura. Cosa vuole fare?
Quando ha finito, ritorna sopra di me con la cintura tra le mani. "Unisci i polsi." Ordina.

Lo faccio. Lui me li prende e li lega con la sua cinghia, portandomi le braccia sopra la testa e bloccandomi.
Mi guarda, soddisfatto. "Forse adesso starai a bada."

Riprende il coltellino, e io mi irrigidisco di nuovo. Lo porta sul mio petto e lo trascina lentamente verso il capezzolo destro. La lama gelida passa delicatamente intorno all'aureola, mentre io trattengo il fiato. Passa anche sul capezzolo sinistro, poi scende verso lo stomaco.

Commetto un grande errore: rabbrividisco.
La punta della lama mi taglia appena sopra l'ombelico e io faccio una smorfia di dolore.

Damon socchiude gli occhi, guardando il taglio, affascinato. Apre la bocca. "Ahhh..." Preme un dito sulla piccola ferita, facendomi sibilare. Studia quella mia reazione, serrando la mascella e inclinando il capo di lato. Io lo fulmino con lo sguardo.
Poi si abbassa e posa le labbra lì dove mi ha ferito, succhiando via il mio sangue. Mugolo per il bruciore, ma anche perchè ora la sua lingua è sul mio ombelico, e ci gira intorno.

"Damon...ti prego..." Sussurro. Voglio che mi tocchi. Voglio che mi prenda, dannazione.
Lui si sdraia su di me, poi mette una mano tra i nostri corpi e trascina un dito per tutta la lunghezza della mia vagina, facendomi tremare.

Sto impazzendo.

"Dimmi quanto mi vuoi, Eveline. Dimmi quanto vuoi che entri dentro di te e ti prenda fino a farti scordare il tuo nome." Sussurra, la voce roca, eccitata.

Dio santissimo.
Quest'uomo mi fa sentire sporca. In un modo dannatamente eccitante.
Mi contorco.
"Ti voglio dentro di me, Damon....voglio che tu mi prenda fino a farmi scordare il mio nome....ti prego..."

Si cala i pantaloni e si toglie la maglietta, e li getta a terra. Il mio sguardo passa sul suo petto largo e poi sugli addominali perfetti. È bellissimo.

Guardo la sua erezione enorme strofinarsi contro l'entrata del mio sesso.
Mi infila un dito dentro, ringhiando. "Cristo, Eveline. Non ho neanche bisogno di lubrificarti. Ti rendi conto di quanto sei bagnata per me?"

Chiudo gli occhi e gemo. Le sue parole crude mi fanno eccitare più di ogni cosa. Il suo tono è così....basso, oscuro, roco. La sua voce mi porta nel suo inferno e mi fa precipitare giù con lui.

Damon mi afferra all'improvviso il mento, stringendo la presa e facendomi strabuzzare gli occhi per il dolore ai lati delle guance. "Guardami. Voglio che mi guardi mentre entro dentro di te e ti possiedo. Voglio che mi guardi mentre ti faccio mia." Sibila.

Tengo gli occhi aperti.
Lui se lo prende in mano e lo guida alla mia entrata. Attende qualche secondo, poi entra completamente dentro di me di colpo, facendomi urlare per il dolore. Non aspetta che mi abitui. Inizia a muoversi furiosamente avanti e indietro, avanti e indietro, mentre ringhia. "Sei così piccola e stretta. Cristo, Eveline..."

Dopo poco il dolore sparisce, sostituito da un piacere incredibile che mi invade ad ogni sua feroce stoccata. "Ti prego, Damon!" Grido, stordita.

Lui mi morde la spalla, forte. Urlo e mi dimeno, andandogli in contro il più possibile con il bacino. Voglio ancora più vicinanza, e lui lo capisce. "Cazzo, Eveline, aspetta, aspetta." Ringhia. Prende qualcosa dal comodino. Un preservativo! Quasi me ne dimenticavo, maledizione. Lo apre e se lo infila.
Mi slega i polsi velocemente e poi si porta le mie gambe sulle spalle, penetrandomi con ancora più forza di prima.

Urlo con tutto il fiato che ho nei polmoni.
In questa posizione lo sento ancora più dentro di me. Si muove furiosamente, fino a che non percepisco l'orgasmo montare nel bacino. "Damon!" Esclamo.
"Vieni, Eveline! Adesso!" Abbaia.
E io vengo. Mi lascio andare ad un orgasmo incredibile, rilassandomi completamente.

Dopo un po' lo sento gemere, mentre continua a pomparmi dentro. "Cazzo, Eveline. Oh, Cristo..." Sibila, poi viene anche lui.

Restiamo uniti e affannati per quella che sembra un'eternita, senza dire niente, finchè i miei occhi non si chiudono e cado nel sonno più pacifico di sempre.

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