Capitolo 16

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Come pensavo, la sua casa è enorme. No, più che enorme, gigantesca. Ha due ampi piani, tre camere, due bagni, un soggiorno, una cucina ed il giardino. Le pareti e i pavimenti hanno toni sul bianco latte e sono così chiari da essere rilassanti e...pacifici. I mobili sono antichi, ma perfetti.

Mentre mangio il buonissimo bacon fritto che mi ha preparato Damon, mi guardo intorno nella grande cucina, pensando a cosa dirgli. Sta tagliando la frutta, di spalle, sul bancone.
Per tutto il tempo in cui mi ha mostrato la casa, non sono riuscita a guardarlo in faccia, a parte quando mi ha detto che mi farà visitare il suo giardino. Dopo quello che ho scoperto su di lui ho come la paura che guardandomi negli occhi possa leggermi dentro e, non so....cambiare umore, o personalità.

Sospiro, posando il pezzo di bacon nel piatto. Devo chiederglielo. "Puoi...puoi dirmi dove ci troviamo, esattamente? Un po' di tempo fa mi hai detto che eravamo ben lontani da Londra."
Dico, la voce debole per paura che possa arrabbiarsi.
Mette tutta la frutta tagliata in una ciotola bianca e viene verso di me, poggiandola sul tavolo e mangiandone qualche pezzo.

"Perchè non mi guardi negli occhi? Che cos'hai?Sei pentita per ieri sera?" La sua voce è bassa e roca.
Adesso torno a guardarlo in viso. Il suo sguardo nervoso mi inchioda, aspettando una risposta. "Io...no, non sono assolutamente pentita per ieri sera." Rispondo, scuotendo la testa leggermente.
Il suo viso si rilassa e mi prende una mano tra le sue, portandosela alla bocca e baciandone il palmo. Sospiro. "Allora....tornando a prima, dove ci troviamo?" La mia voce trema, mentre lui è troppo preso a baciarmi la mano e il braccio per rispondermi. Chiudo gli occhi.

"Mhh....Damon?" Mi spinge di lato e mi trascina sul suo grembo. Mi guarda con un'intensità tale da farmi andare a fuoco. Inizia a leccarmi e mordicchiarmi il collo, stringendomi tra le sue forti braccia. "L'hai fatto apposta?" Mormora, la voce bassa roca.
Sussulto, spaventata. È arrabbiato? Ha cambiato umore? "D-di che parli?" Balbetto.
"Ti sei messa i miei vestiti per stuzzicarmi, vero?" Risponde, il divertimento negli occhi.

Rilascio il respiro trattenuto, mentre il mio corpo si rilassa di nuovo contro il suo. "Oh...forse..." Ridacchio.
Lui emette un verso animalesco e mi solleva come se non pesassi niente, poi mi poggia sul tavolo. Ora è fra le mie gambe, e mi avvicina a sè, facendomi sentire la sua erezione. Si china sul mio orecchio. "Bambina cattiva." Sussurra, poi mi bacia il viso, il collo e i seni attraverso la maglietta, scendendo sempre più giù e facendomi perdere la testa.

Ma quando sta per chinarsi tra le mie gambe, lo fermo, ora consapevole di ciò che sta facendo. "Stai cercando di distrarmi, non è così?" Dico, sorridendo. Lui fa una faccia esageratamente innocente, per quanto ci riesca, e mi accarezza le cosce. "Non so di cosa parli."
Rido e blocco le sue mani, che stavano per scendere sotto la lunga maglietta. "Damon, sul serio. Voglio sapere tutto. Me l'hai promesso." Adesso sono un po' più seria, mentre parlo.

Lui sospira e mi circonda i fianchi con le braccia. "E va bene. Hai ragione....... La mia una delle ville più lussuose di Los Angeles, tesoro." Resto a bocca aperta.
"Los Angeles?!" Esclamo. Lui annuisce.
"E....e perchè mi hai portata qui?" Riprendo con le domande, cercando di non pensare al fatto che lui è venuto a Londra solo per rapirmi.

"Io abito qui. E qui avevo preparato la...la tua casa, dove saresti rimasta." Abbassa lo sguardo.
"E...e..esattamente, perchè mi hai rapito, Damon? Dio, sembra così...assurdo, chiederti una cosa del genere." Borbotto. Lui inspira, staccandosi da me.

"Ti va se...se andiamo in giardino, a parlare?" Chiede, l'espressione cupa. Io deglutisco e faccio di si con il capo, mentre Damon mi porta verso il portone d'entrata.
Dopo tutto questo tempo, potrò finalmente sentire di nuovo il sole sulla pelle e respirare l'aria fresca.

Apre la porta e subito vengo investita dall'aria pulita, mentre rabbrividisco e fisso affascinata il sole nel cielo limpido. Faccio un passo e metto i piedi nudi nel soffice prato verde, sorridendo, ancora stupita.
"Forse dovrei....andarti a prendere delle scarpe o..."
"No. Voglio sentire tutto." Lo interrompo. Continuo a camminare, un piede davanti all'altro nell'erba morbida del giardino.

Poi spalanco le braccia e rido, rivolgendo lo sguardo verso il cielo e respirando a fondo. "È meraviglioso!" Giro su me stessa, sorridente. Damon ride, sorridendomi e venendo vicino a me. Mi prende per mano e mi indica la stradina da seguire per visitare il giardino. Lo seguo, guardando i bellissimi fiori colorati e l'erba fresca e bagnata che li circonda, affascinata.

Vado verso un gruppo di rose rosse e ne sfioro uno, tastando i petali morbidi e velati...che meraviglia. Mi sento così bene, adesso. Mi sento così viva, per davvero.

Nel giardino, più avanti, c'è uno splendido laghetto in cui sguazzano dei vivaci pesciolini verdi. Mi chino e sfioro l'acqua, sentendo che è bella fresca. Mi rialzo, sorridendo ancora. "È stupendo qui, Damon. Li curi tu?" Indico i fiori, mentre lo guardo.
Lui annuisce leggermente. "Sì, lo faccio per rilassarmi. Mi piace stare qui, è tranquillo, e posso calmare i pensieri." Dice.

Annuisco. "È vero, si sta proprio bene, qui."
Sospiro e vado verso la panchina di legno, sedendomici sopra. Lui fa lo stesso, venendomi vicino. "Mi hai chiesto perchè ti ho rapita." Dice, l'espressione strana e indecifrabile, gli occhi più scuri del solito. Ma non ci faccio troppo caso e mi guardo intorno, beandomi della natura che mi circonda.

"Ebbene, vediamo...da dove comincio?"
"Dall'inizio, Damon."
Ridacchia freddamente, annuendo con foga. Aggrotto le sopracciglia, mentre lui si scrocchia il collo. "Già, l'inizio. Bè.... all'inizio ci sono io, Damon Ashton, primo e unico figlio di Elizabeth Ashton ed il suo amante come dire....segreto, Jason Stain. Ti è tutto un po' più chiaro, ora, Eveline?" Chiede, il tono di voce basso e inquietante.

Il mio respiro accelera. Il mio corpo si tende come una corda di violino.

Spalanco gli occhi, alzandomi dalla panchina. "Damon...Ashton? E....Elizabeth, mia madre!" Esclamo, le lacrime agli occhi.

Anche lui si alza dalla panchina, la camminata minacciosa e decisa verso di me. Io mi allontano, passo dopo passo, consapevole del fatto che ora non è più Damon che sta parlando, ma l'uomo che mi ha rapita e rinchiusa in una cella.

"Mi hai chiesto così tante volte chi sono, Eveline....e io ti ho risposto semplicemente Damon. Ma adesso posso dirtelo. Saluta il figlio bastardo della famiglia Ashton, puttana."

L'ultima cosa che vedo prima di cadere a terra priva di sensi, è il suo pugno sulla mia faccia.

SPAZIO A ME!!!!!

Wow! Allora, ve lo aspettavate? Cosa pensate che succederà nel prossimo capitolo? Come farà Damon a ritrovare se stesso?

Come sempre spero vi piaccia, lasciate un commento e un votino, se viva!

Bacioni, Giorgia ♥

Senza Cuore - L'inganno -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora