Capitolo 15

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La mattina seguente mi sveglio prima di Damon, riuscendo a scivolare via, con fatica, dal suo abbraccio di ferro. Lo guardo, facendomi scappare un sospiro: è ancora più bello quando dorme. Gli occhi chiusi, gli zigomi alti e il viso marcato.....ha un'espressione così rilassata e tranquilla. Vorrei che fosse così anche da sveglio, con me.

Sbadiglio e mi stiracchio, poi mi alzo e afferro la sua maglietta, infilandomela e dirigendomi verso la porta del bagno. Entro e mi richiudo la porta alle spalle, guardandomi allo specchio: i capelli biondi arruffati, il viso sveglio, le labbra ancora arrossate dei suoi baci....mi porto le dita alla bocca e chiudo gli occhi, ricordando come mi ha presa la sera prima. È stato così rude, forte e....dominante. Amo il Damon Passionale.

Sorrido e mi dirigo verso la doccia. Ma dopo qualche passo, qualcosa di piccolo e scivoloso sotto i miei piedi nudi mi fa perdere l'equilibrio, e sono costretta ad afferrare il bordo del lavandino accanto a me per non cadere.
Aggrotto le sopracciglia e abbasso lo sguardo su quella piccola perlina lucida, a terra. Mi chino e l'afferro, studiandola da vicino e rigirandomela tra le dita.

È una pillola. Un'aspirina?
No....è qualcos'altro.

Chiudo a chiave la porta, cercando di non fare troppo rumore.
Inspiro tremante, consapevole di star per fare qualcosa di sbagliato. Mi giro verso l'armadietto accanto al grande specchio e lo apro, frugandoci dentro. Borotalco, rasoio, lamette, profumi costosi di ogni tipo e colonie e.... barattolini arancioni, colmi di pillole bianche, come quella che ho tra le dita. Bingo.

Li prendo tutti e quattro tra le mani, appoggiandoli sul lavandino. Afferro il primo e lo esamino attentamente, cercando di decifrare la piccola scritta sull'etichetta bianca frontale. Ciò che leggo mi fa impallidire e trattenere il respiro.

"Anti-depressivo"

Afferro con foga un'altra boccetta. Quelle parole mi passano davanti agli occhi a rallentatore, mentre io sono paralizzata.

"Stabilizzatore dell'umore, DB"

Un'altra. "Attacchi d'ira"

L'ultimo barattolino. "Psicosi maniaco-depressiva"

boccetta arancione mi sfugge dalle dita, cadendo dentro il lavandino e producendo un forte rumore. Mi metto una mano di fronte alla bocca e rimetto tutto a posto, più in fretta che posso, nonostante le mani tremanti.

Quando ho finito mi appoggio al muro, il respiro affannoso, gli occhi spalancati. Psicosi maniaco-depressiva.....attacchi d'ira. Stabilizzatore dell'umore. DB, che sta per.....disturbo bipolare. Oh, mio Dio.

Damon è malato. Sapevo già che aveva qualche problema, ma....non così serio. Per questo è sempre così lunatico, imprevedibile e rabbioso. E per questo cambia umore continuamente.

Un'attimo prima è freddo e calmo, l'attimo dopo ti salta addosso. Non so quando è se stesso, non so se lo è mai stato. Forse....ieri sera? Stanotte, mentre facevamo l'amore, era se stesso? O era tutto un inganno?

Non so cosa pensare, perciò mi tolgo la sua camicia e mi fiondo nella doccia, lasciando che l'acqua bollente sciolga i miei mali.

*****************************************

Un forte rumore mi risveglia dal sonno profondo in cui ero scivolato la sera prima, facendomi scattare immediatamente sull'attenti.

Mi succede spesso, neanche me ne accorgo. Per un minimo rumore, il mio corpo si risveglia, pronto a lottare. È un'abitudine che non sono riuscito a scacciare, nata per via dei brutti ricordi legati alla mia infanzia, nel periodo in cui mi avevano affidato a quella famiglia maledetta. Ho sofferto così tanto...

Scuoto la testa, cacciando via quei pensieri, e subito mi accorgo che Eveline non è nel mio letto. Non è con me.
Scatto a sedere, nel panico. È scappata? Se n'è andata? Mi ha lasciato? Mi alzo, infilandomi i pantaloni della tuta, e corro verso la porta della camera, pronto a spaccare qualunque cosa mi intralci la strada. Cazzo, non avrei dovuto darle così tanta libertà.

Ma poi, fortunatamente, sento il rumore della doccia e rilascio il respiro trattenuto fino ad ora, calmandomi.
Mi strofino entrambe le mani sulla faccia, pensando a che diamine mi sta succedendo. Fino a poco tempo fa la volevo uccidere, ma ora non provo più quei sentimenti, per lei. È cambiato qualcosa, sopratutto dalla sera prima, quando Eveline è riuscita a farmi passare ,senza il bisogno delle mie pillole, la crisi.

Si è presa cura di me come nessuno ha mai fatto. Certo, ha visto la parte debole di me, ma non mi ha criticato, né giudicato. Mi ha abbracciato, mi ha capito. È la prima volta che qualcuno fa qualcosa del genere per me....beh, dopo Roxy. Sospiro e apro la porta, scendendo le scale e afferrando il cellulare che ho lasciato sul grande tavolo da pranzo.

Nessuna chiamata dal dottore. Solo un messaggio da Mark: "Mi dispiace per Roxy. Spero si rimetta in fretta. Passa quando vuoi per il pagamento, comunque"

Ringhio e sbatto il cellulare sul legno duro del tavolo. Spero si rimetta in fretta?! Brutto figlio di puttana. Gli hanno sparato ad una spalla ed ora è in coma! Ma probabilmente lui neanche lo sa, è troppo impegnato con i suoi affari del cazzo per badare alla salute dei suoi uomini. Stronzo egoista.
Lavoro per lui solo per i soldi. Nient'altro.

Un rumore proveniente da sopra mi distoglie dai miei pensieri, così torno in camera, dalla mia Eveline. Entro e la vedo di spalle, mentre spalanca le tende pesanti per far entrare un po' di luce nella stanza.
Ha i capelli umidi raccolti in uno chignon disordinato, solo una salvietta a coprirle il corpo. Alla sola vista delle sue gambe nude, il mio uccello si risveglia, facendomi venir voglia di prenderla in ogni posizione umanamente possibile fino a farle scordare il suo nome.

Le vado incontro, mentre è ancora voltata verso la finestra, e la sorprendo abbracciandola da dietro e baciandole il collo profumato. Lancia un'urlo spaventato e si porta una mano al cuore, respirando affannosamente. L'ho davvero sorpresa.
"Dio, Damon...." Mormora, ancora rigida tra le mie braccia.
Sorrido e le bacio le spalle, poi il collo e le braccia, circondandomi del suo aroma floreale. "Sei così bella..." Sussurro, preso da lei.

Lei sospira, ma ancora non si lascia andare del tutto alle mie carezze. Poi però si volta e mi abbraccia, stringendomi forte. Sento i suoi seni premermi sui pettorali e inspiro, dandole un bacio tra i capelli. "Va tutto bene?" Le chiedo. Non sembra la solita, questa mattina. Si è pentita di quello che è successo ieri sera? Spero proprio di no.
"Damon, oggi mi dirai tutto, vero?" Chiede, la voce debole contro il mio petto.

Le dirò tutto? Davvero...tutto? Anche il motivo per cui l'ho rapita? Forse sono pronto. Forse sono pronto a mettere da parte la vendetta, perchè lei mi ha aiutato a cambiare e si è presa cura di me. Lei è buona. Non mi odia.
Non so cosa succederà dopo. Una cosa è certa: non la lascerò scappare da me. La voglio troppo. Mi fa sentire diverso, io ho bisogno di lei.

"Non hai bisogno di nessuno, tanto meno di lei. Quando scoprirai ciò che sei, ti vorrà ancora? Non credo proprio." Una voce fredda si insinua nel mio cervello, ma la reprimo come faccio sempre. Non le dò ascolto.

"Sì, però prima mangiamo qualcosa, va bene?"

Lei annuisce ma noto che, mentre le faccio vedere tutta la mia casa e le preparo la colazione, non mi guarda negli occhi neanche una volta.

Spazio a me!!!!!!!

Siamo quasi alla fine! Allora, cosa ne pensate del nostro povero Damon?Cosa pensate che succederà con Eveline? Commentate e lasciatemi un votino!
Ah, se volete potete andare a leggere il terzo e nuovo capitolo della mia storia "Harley Quinn".... :)

Bacioni, Giorgia ♥

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