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- Zay, avanti, mi hai detto "dopo" ed è passato un giorno. Ora posso sapere? -

Liam non si era dimenticato di quella piccola occhiata che aveva ricevuto al pub il giorno precedente e ora Zayn si ritrovava a dover parlare con lui al telefono mentre in realtà avrebbe dovuto essere in giardino ad aiutare Stan, suo padre e gli altri a sistemare le aiuole all'ingresso.

Il ragazzo aveva sperato con tutto se stesso che l'altro si fosse dimenticato di quel piccolo particolare, ma a quanto pare si era premurato di mantenerlo bene a mente. Dal canto suo, Liam non era mai arrivato a tanto così dal conoscere la verità, certo qualche volta ci aveva pensato (più di una volta ad essere sincero!) ma non aveva mai azzardato a chiedere nulla e mai nessuno gli si era avvicinato per dire qualcosa.
Se n'era sempre stato in disparte ad osservare Harry e Louis su quello che ormai sembrava il loro palchetto personale, mentre Zayn se ne stava in prima fila a guardare tutto come se quello spettacolo l'avesse visto un milione di volte, quando tutti gli altri cadevano sempre dalle nuvole ad ogni scena.

- Sto lavorando, ti pare il momento migliore per chiamarmi Lì? -

Strinse il telefono tra la spalla e la guancia per liberare le mani ed afferrare un paio di sacchi di terra prima di uscire dal capannone per portarli a suo padre e a chi li stava aiutando.

- Oh zitto, lo sai che mi manchi e quindi devo sentirti, no? Ora puoi parlare. Sono in macchina e ho un viaggio di circa un'ora e mezza davanti a me per arrivare dai miei, puoi raccontarmi tutto, sono anche seduto comodo -

il suo tono sembrava scherzoso e curioso, mentre lo sbuffo di Zayn non era per niente dello stesso avviso.

- Adesso che sto con Stan a lavorare, devi chiedermi certe cose? -

Domandò di nuovo a denti stretti, sperando che nessuno sentisse quella conversazione mentre avanzava verso il giardino.

- Quanto ancora dovrei aspettare in caso dovessi decidere di farti la grazia di mantenere il silenzio? -

Rispose l'altro, svoltando a destra.

- Per molto tempo. Perché dovrei dirti qualcosa comunque Lì? Ci sarebbe uno scopo? -

Zayn era arrivato davanti al ragazzo che lavorava accanto a suo padre e sorrise ad entrambi prima di rivolgersi a loro, posando delicatamente una mano sul cellulare come per mettere Liam in attesa.

- Scusate, vi ho preso solo questi per ora. Vi dispiace se mi prendo una pausa di qualche minuto? Ho una persona al telefono e vorrei concludere oggi... -

Stan gli sorrise mentre l'uomo si trovò un po' più contrariato prima di annuire lo stesso per dargli il permesso.

- Abbiamo tutto sotto controllo! -

Esclamò il ragazzo prima che Zayn potesse sorridergli di rimando, un po' colpevole per quello che avrebbe detto a Liam tra qualche secondo. Arricciò appena le labbra nella direzione di Stan e poi voltò le spalle ad entrambi prima di allontanarsi in cerca di un luogo più appartato.

- Contento? Il suo ragazzo è qui che mi aiuta, fa il gentile con me e con tutti e io devo raccontarti delle cose che gli fa alle spalle! -

La posizione in cui era forzato Zayn non era assolutamente una delle migliori e Liam non aiutava di certo e a giudicare dalla risatina che arrivò al cellulare, non capiva nemmeno la gravità della situazione.

- Gliene fa ancora? Complimenti! Quando è successo? -

Domandò emozionato mentre il volante gli scorreva tra le mani, leggero.

- No Lì, non ha fatto nulla almeno per adesso. E poi, di chi stiamo parlando scusa? Louis o Harry? -

Chiese accigliandosi senza riuscire a seguire bene il filo del discorso.

Ready to run|| Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora