Farfalla Bianca (Alex)

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Quando ci siamo trasferiti all'estero, la prima cosa che ho fatto è stata andare da un tatuatore e marchiarmi per la vita una piccola farfalla dietro all'orecchio.

Sapevo che quel gesto, quel piccolo segno indelebile sulla pelle, mi avrebbe dato il coraggio di non guardarmi indietro e di proseguire con la mia vita.

Ero soltanto una ragazzina quando mi fidanzai con Andrea e lo ero ancora quando cambiai paese per seguire la sua carriera.

Ero emozionata, ma anche tanto spaventata. Non avevo una professione, nessuna indipendenza, alcun progetto personale.

Avevo fame, però.

Fame di costruire qualcosa ed ero abbastanza sicura di me da sapere che avrei solo dovuto capire da dove iniziare.

Iniziai con questa farfalla.

"Sei una farfalla molto coraggiosa. Sei sicura di non essere un leone?" Chiese il leoncino seduto sul grande sedere peloso, con una grossa zampa che tentava di acciuffare l'amica.

"Perché dovrei esserlo? Io sono delicata e bellissima. Mica grossa e tozza come te! Il mio coraggio è ovvio! Io so volare. Solo chi sta sempre con le zampe in terra non può capire" rispose lei, posandosi sul suo naso umido.

Il leoncino starnutì e la farfalla fece un paio di capriole e poi si posò nuovamente lì, dove era stata appena cacciata.

"Quindi, mi vorresti far credere, che anche quelle rondini laggiù han più coraggio del signor ippopotamo?!" scosse la cresta appena accennata e la cacciò con volontà.

La farfalla crucciò il suo piccolo faccino, mostrò le zampette leggere e si posizionò su un arbusto con aria di sfida.

"Lanciarsi nel vuoto e librarsi in volo è tutta la forza che ho..." disse gonfiando il suo pancino.

"È una forza che non avrò mai..." rispose il leone con un filo di rammarico, "sarò il vostro Re e dovrei poter capire, almeno, che tipo di forza è..." disse ancor più pensieroso, "insegnami tu, allora, cosa significa volare!" disse in fine pieno di speranza.

La farfalla si mise a ridere di gusto e sgonfiò il petto, "sei davvero buffo sai! Tu non puoi volare", ma vide la delusione sul volto del cucciolo e continuò, "non come lo faccio io..." si avvicinò all'orecchio e proseguì con grande determinazione, "però puoi varcare i limiti! Puoi correre e sentire il vento caldo che ti accompagna, puoi salire in cima alle rupi e vedere il mondo dall'alto, puoi chiudere gli occhi per saltare e immaginarti mentre ti liberi nello sconfinato cielo..."

Il leone sorrise, si alzò e annuì.

La farfalla poi, inaspettatamente disse, "Tu, invece, puoi insegnarmi a ruggire?"

Nessuno dei due pensò che fosse una richiesta impossibile e sciocca. Se un leone poteva volare, perché mai una farfalla non doveva ruggire?

Se hai qualcuno disposto a credere in te, sarai capace di arrivare dopo ogni confine imposto.

*****

Avevo inventato quella storia per distrarre il piccolo Cameron dalla sua tristezza, per aiutarlo a far volare i pensieri oltre la malinconia. Il racconto si arricchiva e si nutriva della nostra fantasia settimana dopo settimana. Era diventata la nostra valvola di sfogo per i momenti bui. La sua, ma anche la mia.

Credevo di essere lì per aiutarlo, invece, era il nostro stare insieme che mi aveva dato la forza di abbandonare tutto, che mi aveva ispirato quel tatuaggio, per ricordarmi sempre che ce la potevo fare, che nulla era impossibile se hai il coraggio di un leone e la saggezza di una farfalla.

Quel giorno in piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora