16 marzo (Luke)

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Scrivo quel messaggio che non mi tolgo dalla testa. Lo digito e lo invio per vedere se così facendo mi libera la mente.

Questa donna è un tormento cazzo!

Mi sono svegliato al suono della porta che si è lasciata alle spalle. Ho letto il tovagliolino e mi sono fatto una doccia per lavare via l'ennesima dimostrazione dell'assurdità di questa cosa che c'è tra me e lei.

È inutile farsi le seghe mentali sul perché e il cos'è... Mi interessa solo il fatto che "non è", non va bene!

Non si inizia nulla che non può essere portato a termine.

Non ci si lega a chi ti può lasciare.

Non si torna da chi ti ha già abbandonato.

Conosco tutte le regole che mi sono imposto in ventisei anni. Le ho ancora marchiate a fuoco dentro la mia testa ed anche se l'uccello impazzisce, non c'è nulla che possa farmi vacillare.

Non lei...

Lascio il loft nello stato in cui è, non sistemo neanche il letto, che abbiamo sfatto, e vado in officina, a lavorare.

Consapevole che più tardi Alex tornerà a prendere l'auto e dovrà affrontarmi.

In realtà non me ne frega un cazzo del fatto che se ne sia andata senza salutare. Voglio solo che creda che non sono disposto a farmi trattare con sufficienza...

Davvero?

Si insinua in me un dubbio che non è emerso dalla razionalità.

Davvero lo faccio per principio ed orgoglio?

Che cazzo me ne frega!?... Io devo far in modo che lei se ne vada... non che lei sappia come trattarmi!!

Il cervello inizia a farmi brutti scherzi e il dialogo tra me e me non mi piace.

È colpa sua, mi incasina i pensieri e crea scompiglio! Io detesto il caos!

*****

«Ho letto un articolo molto interessante sull'analisi di questo quadro: diceva che il bacio genera Eros, quindi, è come se questo bacio fosse il padre di Eros.» mi spiegava come in trance, senza voltarsi mai verso di me, «E chi è il padre di Eros nella mitologia? Chaos. Chaos, il dio che genera il mondo e la vita... che genera Eros... Tu lo senti? Lo percepisci vero? Questo Caos...» mi aveva chiesto.

Fanculo l'arte!

Scaccio via i ricordi della giornata che sta volgendo al termine e finalmente lei arriva, ma con al seguito le figlie.

Mi disturba la sua dimensione di madre. Questo è di sicuro un enorme motivo per non andare oltre con i ragionamenti e le scopate. Questo ed il fatto che sia una fottuta traditrice.

Però...

La bimba più piccola per poco non si schianta in terra di faccia e quando la grande mi chiama zio mi cadono le palle e la tenerezza che avevo sentito, nel consolare quel panzerotto rosa, svanisce.

Vorrei svanire anche io all'istante.

Ho davanti colei che mi cambia ad uno scoccar di labbra. Lei, che mi infiamma e mi ghiaccia. Lei, che desidero, ma non voglio. È Lei, ma non è la stessa persona con cui voglio parlare. L'aura che la circonda in questa dimensione non ha nulla a che vedere con il nostro passato. Me ne vado, perché mi sento disturbato, Alma, però, mi segue e con la sua ingenuità mi restituisce un briciolo di allegria: un sentimento che solitamente non provo in officina e che da quando sua madre è tornata, mi colpisce all'improvviso quando stiamo insieme.

Quel giorno in piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora