Poesia senza veli (Alex)

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«Come è andata ieri sera?», mi domanda la mia amica, a cui sto restituendo i vestiti.

Stefania si fa da parte e mi fa entrare in casa, dove fortunatamente non c'è nessuno.

«Non è andata! Ma cosa pensavate di fare? Lo sapete chi è!» mento nel tentativo di iniziare a dimenticare.

Non è successo niente ieri notte.

Nulla di ché.

Lui non lo ricorderà neanche tra qualche giorno.

Nessuno deve saperlo.

Nessuno!

«Sei tu che non hai capito chi è! Lo hai visto bene? È un uomo ed è un gran pezzo di manzo! Io un giro sulla sua giostra lo farei volentieri...» insiste Stefania.

«È un ragazzino... li bistrattavamo fino a poche ore fa!» ribatto.

«Mica te lo devi sposare! Ti devi far sbattere alla grande!» alza due dita e me le dondola davanti, «non è ammissibile tanto tempo senza una sana scopata...»

Come vorrei raccontarle quello che abbiamo fatto stanotte. L'intimità che ci ha colto sembra potermi riportare indietro negli anni, non solo per le performance sessuali. Ora, con la mia amica, potrei fare come secoli fa, sederci sul letto con le gambe incrociate, stringerci le mani e creare acuti eccitati e risatine semi isteriche, raccontandoci della pomiciata del secolo! E la leggerezza di tutto questo mi accompagnerebbe almeno fino a domani sera, quando tornerò ad essere solo una madre.

«Ti mangiava con gli occhi! E da quello che si sente in paese, ci sa anche fare! Non si contano le ragazze che escono dal loft. Dicono che ora stia con una specie di modella influencer...»

«Ah. Ecco, appunto. Quindi...» l'informazione appena appresa mi ha mandato leggermente in crisi e non articolo una frase di senso compiuto.

Lascio la mia vicina alle sue insistenti fantasie sul mio amante e vado a casa, dove non si è ancora presentato nessuno. Quando sono rientrata a casa, poco fa, ho avvisato telefonicamente. Avevo paura che anche i miei genitori avessero optato per una sessione mattutina.

Sola, senza il bisogno di fare alcun ché, ripenso alle ultime parole di Stefi e sento montare la rabbia.

Brutto figlio di una buona donna... ha pure la ragazza!

Ed il suo viso mi appare nelle scene folli di questa notte. I suoi occhi spalancati ad un centimetro dai miei, mentre ci baciamo a lungo. La sua bocca che divora i miei seni. La sua testa abbandonata subito dopo l'orgasmo.

Oh, mio dio! Mi sta tornando l'eccitazione ed io non so cosa farne!

Non conosco questa follia! Questa fame...

Ho vissuto con il ragazzo che mi piaceva e che desideravo fin dai primi istinti sessuali. Avevamo una vita appagante e costante e il desiderio non è una sensazione che ho davvero mai sperimentato. Quando Andrea mi cercava, io mi lasciavo andare e mi concedevo. Non ho mai sentito io l'esigenza o il fremito di dovermi unire a lui.

Ora questa sensazione irrazionale e concreta che pulsa dentro di me e mi solletica le parti bassi come la assopisco?

Sia chiaro, so cosa è l'auto erotismo, non sono mica nata in una comunità Hamish, ma ho fatto sesso per ore! Lo sento, che mi attraversa la pelle con le mani callose e dure, lo vedo nelle immagini che mi stimolano, mi pare di percepire anche il profumo..., ma non lo sento davvero e il naso lo cerca, respira più forte, nel tentativo di trovarne anche solo una particella da qualche parte.

Ho anche dovuto restituire i vestiti in cui potevo trovarlo, e mi sento in un attimo persa, dentro le mura della mia casa natale.

Voglio lui.

Quel giorno in piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora