Andrea insiste nel voler sapere le ragioni per cui sono stata a letto con Luke ed io confesso l'ennesima verità, senza esserne pienamente consapevole.
«Perché lui mi piace!» Sbotto infine.
Ecco un pezzo di puzzle, che mancava a me e che cedo a lui.
Lui mi piace cazzo! È emozione e gratificazione. È euforia e colore.
È il senso di colpa di chi commette un peccato di gola...
Andrea impazzisce, «ti piace? Ti piace??!» ripete incredulo e paonazzo.
«Se mi avesse fatto schifo sarebbe stato meglio? Perché tu non te la scopavi per lo stesso motivo?» gli dico infine, stufa di essere passata dalla parte del torto. È stato lui a tradirmi, io al momento sono libera di fare come mi pare.
Lo sono, giusto?
«Non fare la cretina! E parlami da adulta per Dio! Cosa cazzo vuoi dirmi esattamente con "mi piace"? Mi stai lasciando?»
L'istinto mi urla dentro un NO deciso. La testa vacilla, convinta di aver già troncato la nostra relazione quando me ne sono andata in un altro stato e mi sono rivolta all'avvocato.
Non rispondo e la cosa lo manda nel panico.
Le sue reazioni sono esagerate e urlate. Non l'ho mai visto così sconvolto e fuori controllo.
«Ora calmati per favore, o chiameranno qualcuno» lo ammonisco per farlo anche rinsavire.
«Non puoi lasciarmi. Non puoi mandare a puttane una vita intera. Non puoi... Io ti conosco...» dice con l'emozione che gli spezza la voce, «ci stiamo facendo del male a vicenda, ma noi siamo sempre Noi!», continua e conclude, «torna a casa. Stare qui ti confonde, ci allontana ancora di più. Abbiamo bisogno di ricominciare da capo», mi tiene le mani nelle sue e, oltre alle parole, prova disperatamente a infondermi il suo desiderio di sistemare le cose stringendo più forte.
«Perché adesso? I fogli per la separazione sono pronti... Fino ad oggi non hai avanzato alcuna richiesta, espresso nessun bisogno di avermi accanto...»
«Ho avuto paura quando te ne sei andata, ma sapevo che avevi bisogno di spazio e tempo. Volevo lasciarti il modo di sbollire la rabbia e sentire la mia mancanza. Negli ultimi tempi, però, ho percepito che qualcosa non andava... Eri strana... Spesso assente... Ora capisco perché!» Dice con rammarico, «non dare modo a nessuno di separarci per davvero, né al mio errore né al tuo».
E con queste parole nelle orecchie, esco da quella stanza senza alcuna promessa o certezza. Lo lascio lì, senza salutare.
Appena rientrata nei confini nel mio paese, mi accosto al lato della strada e rispondo al messaggio di Luke.
Ho bisogno di parlare con lui.
Voglio parlare con lui.
E come è stato fino ad ora, quando si tratta del giovane Cameron, non so cosa sia questa forza che mi muove ad agire, ma appena vedo la sua risposta sono nel luogo che lui mi indica.
Mi sentivo persa e frammentata in mille parti quando sono uscita dall'hotel. Ho faticato persino a trovare la strada di casa, e non perché non la sapessi, ma perché ero stordita e distratta. Quando ho aperto la porta del pub, ed ho incrociato i suoi occhi, però, mi sono sentita subito sollevata.
Lui esisteva.
Giovane, bellissimo, spensierato.
E fino a qualche ora prima, mio.
Non avevo capito quanto tenessi a lui, finché mio marito non è riapparso prepotentemente nella mia vita. Non lo avevo capito fino a quando ho compiuto quel primo tratto di strada per l'Hotel, e poi il secondo.
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Quel giorno in più
Romance"Se incontrarsi resta una magia, è non perdersi la vera favola." (Massimo Gramellini) Alessandra ha trentacinque anni e tutto quel che ha costruito sembra destinato ad essere messo in discussione: una moglie, una madre, una scrittrice di fiabe che...